venerdì 27 maggio 2011

V per Venezia



Il regime è preoccupato per la sua cultura. La cultura è un elemento stabilizzante. Non c’è niente di meglio di un museo, di un’opera di Verdi o di un poeta con tanto di riconoscimenti ufficiali per ricacciare il progresso indietro.
Charles Bukowski

Fra le altre cose, Venezia è famosa per il carnevale e le maschere. La maschera che preferisco è quella che ha un lungo becco, riproduzione di quelle usate dai medici durante le pestilenze, al cui interno mettevano erbe che si riteneva potessero purificare l’aria dai miasmi e che, al capezzale dei moribondi, unitamente alle loro lunghe palandrane nere, li faceva assomigliare a lugubri uccellacci infernali.
 
Nella vetrina di uno di tali negozi, tra Bart Simpson e l’orco Shrek, ieri vi figurava quella indossata dall’eroe del film “V per vendetta” e ciò per alcuni potrebbe significare confondere il sacro con il profano, dato l’alone di simpatia che quel personaggio è riuscito a conquistarsi. E’ indubbio che quel film offra spunti di riflessione. Tuttavia, siccome nulla avviene per caso e il Potere massonico che comanda il mondo è molto impegnato a usare le armi di distrazione di massa, per poter comodamente perseguire i propri piani, sembra che la televisione sia usata per raggiungere le masse, ed è infatti un medium popolare, mentre il cinema, con il suo bagaglio di cultura, è destinato a svolgere lo stesso compito della sorella povera nei confronti degli intellettuali o sedicenti tali.
Hollywood è in mano alle stesse persone – molte delle quali di origini ebraiche – che possiedono le televisioni. S’investono miliardi di dollari per ottenere due scopi complementari: il profitto e l’invio di messaggi più o meno subliminali. Come dire, l’utile e il dilettevole. Sul profitto non val la pena discutere, di tanto è palese. Sui messaggi veicolati attraverso le pellicole si può avanzare qualche ipotesi.
Prendiamo il caso del 2012. Da qualche anno, cominciata in sordina ad opera di cultori delle civiltà precolombiane, la questione del 21 dicembre 2012 è diventata di dominio pubblico, avendo trovato il terreno fertile nel latente millenarismo insito nella nostra cultura giudaico-cristiana. Non poteva, dunque, mancare il film!
L’abbiamo visto tutti e cosa ne dobbiamo dedurre? Gli Illuminati ci stanno avvisando? Ci stanno dicendo che dobbiamo metterci il cuore in pace e accettare il nostro destino di umanità superflua destinata a soccombere? Se a un film come quello, che mescola le peggiori paure ancestrali alle dichiarazioni fatte negli anni scorsi da personaggi potenti come Henry Kissinger (che infatti già negli anni Settanta propugnava la riduzione della popolazione mondiale), uniamo altri segnali inquietanti che si manifestano quotidianamente, otteniamo il risultato che un determinato pensiero diventi patrimonio della gente, che a partire da un certo momento lo considererà normale.
Va aggiunto che da almeno una cinquantina d’anni numerosi sociologi e scienziati interpretano il ruolo di cassandre, prospettando scenari apocalittici in riferimento alla fine delle materie prime, in primis il petrolio. Il film 2012 è la ciliegia sulla torta di quella che ha tutta l’aria di essere diventata una leggenda metropolitana, con trasmissioni televisive come Voyager e Mistero che fungono da contorno. Per non parlare delle vetrine delle librerie, con testi pertinenti in bella evidenza.
Prendiamo un altro caso: i film sulle invasioni aliene. Anche qui qualcuno ha avanzato il sospetto che Hollywood, e quindi i massoni che ne sono a capo, voglia lanciarci il messaggio che dobbiamo prepararci a qualche evento di portata epocale. C’è però il rischio di comportarsi ingenuamente come quegli ascoltatori che si lasciarono impressionare dalle parole di Orson Welles, durante una trasmissione radiofonica passata alla storia come esempio del potere di suggestione dei mass-media. Migliaia di americani credettero che fosse in atto una vera invasione aliena.
Tuttavia, poiché siamo propensi a credere che i ricchi massoni proprietari dell’industria cinematografica siano culo e camicia con i militari, ci viene il sospetto che l’esercito sappia cose che noi non sappiamo e che loro non ci vogliono dire. La spiegazione che le autorità vogliono evitare di spargere il panico è piuttosto banale, ma gli stessi militari non fanno molto per evitare il manifestarsi di sospetti e illazioni, salvo poi avere buon gioco a disprezzarci e definirci visionari impiccioni. La faccenda è così kafkianamente contorta che molti ufologi sono stati eliminati dai servizi segreti, che hanno fatto apparire le loro morti come incidenti, secondo una metodologia ormai classica. Perché prendersela con gli ufologi, poi?
Ad aggiungere un elemento di confusione è il fatto che se gli avvistamenti degli ultimi anni potrebbero essere dovuti a tecnologia segreta militare o a ologrammi, con i film sulle invasioni aliene a fare da spalla, gli avvistamenti di UFO documentati in anni in cui si presume che la tecnologia non fosse così sviluppata, rompono le uova nel paniere e fanno propendere per una realtà degli alieni indipendente dalle oscure manovre dei militari.
Tornando al film V per vendetta, a cui possiamo aggiungere anche 1984 e il poco noto Brazil, sembra che i massoni al potere nel mondo vogliano esorcizzare la paura che loro stessi hanno di una presa di coscienza da parte delle folle, che possa rovesciarli dai posti di comando in cui si trovano.
Mettendo per così dire nero su bianco la loro cattiveria di dittatori occulti, l’eroe che sveglia le folle dormienti e la reazione determinata ma pacifica di queste ultime, sembra vogliano tracciare un percorso tranquillizzante per tutti, dando l’illusione che con la non violenza si possano fermare anche i dittatori più feroci. Se la mia ipotesi e corretta, lo stesso Gandhi, che si vocifera fosse iscritto alla massoneria, con la filosofia della lotta non violenta funge da utile pedina per il mantenimento del potere da parte dei suoi fratelli massoni, insediati negli alti posti di comando.
So, così dicendo, di attentare alla sacralità della figura di un leader spirituale, oltre che politico, ma se in alcuni casi la non violenza ha prodotto risultati, in tanti altri casi non funziona. Per esempio quando si tratta dei diritti civili degli animali: non potendo agire in prima persona per lottare per i propri diritti, gli animali sono tagliati fuori e non possono servirsi delle tecniche di lotta non violenta. Che invece fanno comodo agli aguzzini sia di animali che di uomini.
Infine, altro esempio pregnante e ormai classico: il film Matrix. Cosa ne dobbiamo dedurre? Che veramente la realtà non è quella che appare? Già qualche filosofo dell’antichità aveva azzardato l’ipotesi che il mondo reale fosse quello delle idee, ma a scuola ci hanno sempre spiegato che ai filosofi era concesso dire anche le cose più strampalate. Avevano una licenza speciale, per questo. E poi Platone era troppo famoso e importante perché qualcuno denunciasse con chiarezza che stava dicendo delle fesserie. Platone, un mostro sacro, intoccabile.
Un altro mostro, ma stavolta non intoccabile, è David Icke, che ha ripreso pari pari l’idea del film Matrix per elaborarla nei suoi libri, come se fosse una cosa seria, reale e concreta. Non è l’unica e più grossa sparata che l’ha reso famoso. Di fatto, bene o male è riuscito a plasmare la forma mentis di molti studiosi di complottismo e io stesso mi soffermo spesso a riflettere sul concetto di Matrice illusoria, del tutto simile al regno di Maya, d’origine induista, che soggiogherebbe le menti dei comuni mortali.
E a questo riguardo, vorrei concludere con una citazione tratta da “Storia e utopia”, di Emil Cioran: “Dappertutto gente frenetica o stregata, una folla di anormali che la ragione ha abbandonato per rifugiarsi presso di voi, unici ad aver tutto capito, spettatori assoluti, smarriti fra stolti, restii per sempre alla farsa unanime. E dato che l’intervallo che vi separa dagli altri non cessa di ingrandirsi, vi viene da domandarvi se non avete per caso percepito una realtà nascosta a tutti”.
Non vi fa venire in mente nessuno? Non vi riconoscete? Non vi ricorda i complottisti? Questa frase non è stata scritta da Paolo Attivissimo o da qualche altro personaggio del CICAP, ma da un intellettuale al di sopra di ogni sospetto e pure in tempi non sospetti, visto che la frase è del 1960!
Il che mi porta a una duplice considerazione. Da una parte mi chiedo se veramente noi complottisti siamo affetti da qualche forma di patologia mentale, magari blanda e innocua, ma da tenere comunque sotto osservazione. E dall’altra, se per caso, tra film, libri di Icke e gli stessi nostri dibattiti su internet, non siamo anche noi dentro la Matrix fino al collo e, quel che è peggio, non siamo anche noi programmati per ragionare secondo schemi e logiche alternative di controinformazione, credendoci al contempo immuni dall’ipnosi collettiva e considerando tutti gli altri come degli addormentati.
Schemi e logiche – i nostri - previsti, accettati, assorbiti e automaticamente neutralizzati dai padroni del mondo. Roba paragonabile ai borborigmi fisiologici di un organismo tutto sommato sano e funzionante. Funzionante come loro vogliono che funzioni.
Quella maschera beffarda non mi convince proprio!

4 commenti:

  1. Grazie Vmd! Cercare di superare se stessi è sempre buona cosa.
    E non presenta controindicazioni.
    Ciao.

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  2. Sono di nuovo Vittorio, penso che questi ragionamenti sui rapporti tra umani siano assolutamente validi ed ha sicuramente un senso cercare di capire i rapporti tra di noi che sono sicuramente torbidi e contaminati e anche peggio. Allo stesso tempo c'è un assoluto bisogno di ricordarsi sempre che il nostro trattamento degli animali e della natura e' infinitamente peggiore e che quindi nella scala dei valori dobbiamo sempre mettere loro prima di tutti e ricordarcene ogni volta che ci lamentiamo dei nostri simili. Non voglio sminuire le malefatte del "potere" (che poi fa sempre del male anche alla natura e agli animali) ma ripeto che i nostri delitti contro gli animali e la natura sono così gravi che qualsiasi cattiveria da uomo a uomo deve essere messa in prospettiva. Inoltre gli umani vittime diventano rapidamente carnefici se ne hanno occasione e la stragrande maggioranza degli umani, sia vittime che carnefici nei rapporti fra di loro, sono a loro volta dei carnefici nei rapporti con animali e natura.

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  3. "Dobbiamo sempre mettere loro prima di tutti" è una frase che posso sottoscrivere. Purtroppo, si scontra con il millenario antropocentrismo giudaico-cristiano, per cui essa suona come eretica. Mi sono scontrato spesso con persone, non solo cattoliche, che non intendono abdicare al ruolo di supremazia della nostra specie, con tutte le conseguenze nefaste che ciò comporta per gli animali.
    Concordo anche quando dici che i "nostri delitti contro gli animali" sono estremamente gravi, e infatti presso gli animalisti si dice che il peccato originale non fu mangiare un frutto proibito, ma uccidere il primo animale, il primo di una lunga scellerata serie.
    Commento profondo, il tuo.
    Ciao e grazie.

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