martedì 17 maggio 2011

Voladores e Vulturites

“Il passato si può seppellire. Ma non muore mai”, recita il sottotitolo del romanzo “Nascondi il tuo segreto”, di Julie Corbin. E un altro titolo più famoso, abusato da giornalisti e scrittori dilettanti, minaccia ambiguamente: “A volte tornano!”.
Se nell’idea originaria di Stephen King si trattava di zombie, chi usa tale espressione può riferirsi a qualsiasi cosa, basta che ritorni. In genere ci si riferisce ai fantasmi del passato ed è questo il mio caso.
Ricevetti una lettera del mio ex avvocato, che mi comunicava la data di un’udienza preliminare davanti al Giudice delle Indagini Preliminari di Pordenone. Altro non sapevo, perché nessuna comunicazione ufficiale mi aveva raggiunto, essendomi nel frattempo trasferito. Lo ringraziai per tanta sollecitudine, ma la notizia che l’indulto del 2006 non copriva tutti i reati da me commessi, non mi rallegrò per niente.
 
C’è qualcosa di metafisico in questo genere di faccende, specie quando pensi di averle lasciate alle spalle, di averle chiuse in uno scrigno messo poi in soffitta, ma ti raggiungono come inesorabilmente ti raggiunge la morte. Puoi scappare perfino a Samarcanda, ma la nera signora della Giustizia ti raggiungerà immancabilmente, cavalcando un nero destriero velocissimo, più veloce di qualsiasi altro cavallo.
Come gli ospedali sono, per molti, l’anticamera della morte, i tribunali sono la sala d’attesa per il Tartaro, mentre quest’ultimo è il preludio per il gabinetto del dentista. I tribunali sono una centrale elettrica generatrice di energie negative e infatti sono affollati da vampiri energetici, intenti a succhiare infelicità dagli schiavi umani ivi condotti, meglio se ammanettati. Voi non li potete vedere, nella foto che ritrae il tribunale di Pordenone, ma sui pali della luce nei dintorni e sui comignoli delle case, quando la scattai il 17 maggio, era tutto un agitarsi di Voladores, in compagnia dei loro cugini Vulturites, esseri immondi tutti, somiglianti alle Arpie, che si affollano nei luoghi di dolore e nei centri di potere dove si pianifica la distruzione del pianeta Terra e che hanno la caratteristica di nutrirsi del dolore della gente. Sembra, ma non è sicuro, che siano i mandanti dei peggiori crimini, delle stragi e delle guerre che gli uomini abbondantemente praticano da secoli. Come spiegare altrimenti tanta follia?
I Voladores bazzicano regolarmente anche i mattatoi e le fabbriche di lavorazione della carne, chiamate volgarmente salumifici. E’ dell’incendio di alcuni furgoni per il trasporto dei salami che sono accusato, insieme ad altri miei complici. Quei mezzi a motore che per me sono lo strumento di distribuzione di cadaveri di gente assassinata su istigazione dei Vulturites, per la gente normale sono invece utili strumenti per la democratica diffusione di leccornie speziate, salate e insaporite. A volte anche affumicate.
Delle due l’una, o i normali consumatori di carne sono brave persone che agiscono saggiamente servendosi di ciò che Madre Natura fornisce con generosità o io e i miei sodali siamo pedine anomale, ingranaggi rotti, nonché ciambelle mal riuscite nella Matrice generale dominata da umani buongustai e dai loro necrofagi padroni cosmici.
Può essere che io appartenga a una stirpe di ribelli sopravvissuti a svariate operazioni d’impianto di microchip sottocutanei o a manipolazioni del genoma imposte dalle autorità sanitarie all’insaputa della popolazione.
Può essere che il germe del dissenso ci abbia contaminato rendendoci diversi dai comuni mortali e i droni governativi ci diano la caccia e ci perseguitino, con le loro sofisticate telecamere. Essi vivono. Sono tra noi. Sono come noi.
Ora mi accusano di aver bruciato dei camion. Un’onesta ditta che fabbrica salami vuole essere risarcita. Lo Stato carnivoro mi vuole ingabbiare. Ma io non mi ricordo: è andata perduta la trama del sogno ed è tutta sfilacciata nella mia mente. Lisa. Traslucida. Il “file” di Matrix è ormai sbiadito e consunto. Illeggibile.
Correva l’anno fatidico 2006, l’anno del punto di non ritorno per l’umanità. Ma l’indulto venne dal cielo, in estate, come una benedizione, una pioggia benefica e rinfrescante, a interrompere gli arresti domiciliari. Finché, cinque anni dopo, non ricevetti la lettera dell’avvocato.
Forse hanno ragione loro. Forse sul tetto del tribunale non c’era nessun Vulturites. Forse le urla dei maiali condotti al supplizio sono solo il cigolio di un cardine mal oliato, come diceva Cartesio. Diventerei assurdo e sfiorerei il ridicolo se dicessi che anche il buon Renato faceva parte della cricca ed era un Vulturite pure lui. In sembianze umane.
Ma come!
Un uomo di chiesa, così religioso, così famoso e pensoso e rispettoso e bramoso di passare alla storia, insieme al suo discepolo Malebranche (nel nome il destino?). Mala Branchia. Cattiva ossigenazione. Pensieri confusi.
Io me la sto facendo sotto dalla paura. Il panico televisivo, rigettato al mittente, assunto comunque in piccole dosi e sottoposto al vaglio della critica mia personale, mi esce dalla porta e mi rientra dalla finestra. Le paure, a volte, tornano. E non c’è scampo.
Non vivo bene e forse già si affaccia in me qualche cellula cancerogena, che mi porterà lontano dalle grinfie dei Voladores, che mi farà risparmiare l’ignominia della carcerazione. Che mi liberi dal un passato che non avrebbe dovuto tornare.
Mi sono recato in tribunale con in mano la lettera dell’avvocato, brandita come un salvacondotto, come un certificato di devota appartenenza alla Matrix cosmica. La lettera: unica traccia dell’assurda caccia al tesoro a cui sono stato chiamato a giocare. Alla mia età! Una specie di percorso iniziatico ordito da Illuminati sfaccendati e oziosi.
Volevo almeno chiedere in cancelleria, senza farmi sentire dai Voladores che intanto rumoreggiavano sul tetto come cornacchie isteriche, che prendessero nota del mio nuovo indirizzo e che mi spedissero le notifiche, le ingiunzioni e i verdetti direttamente al mio domicilio abituale, anziché nello studio dell’avvocato.
Ma, dopo aver passato il metal detector e consegnato al piantone la macchina fotografica insieme alla carta d’identità, salito al primo piano chi ti trovo?
Nientemeno che il mio vecchio avvocato, sorpreso lui, sorpreso io. E’ un brav’uomo, per quanto può esserlo un avvocato, ma da quando ho smesso di pagarlo (e in molti anni dacché mi difende l’ho pagato davvero poco!), non sono sicuro che vedermi gli faccia piacere. Infatti, mi disse subito di togliermi di torno, ché la mia presenza lo avrebbe più ostacolato che facilitato. Logiche per me incomprensibili.
Feci solo in tempo a passargli un bigliettino con l’indirizzo dove vorrei mi arrivassero le ingiunzioni tribunalizie. Mi fece capire burberamente che se ne sarebbe occupato lui e, in fondo, è bello avere qualcuno che prende in mano il tuo destino e si accolla le tue rogne. Fa effetto placebo, come il medico per l’ammalato. E’ rassicurante, anche se con un pizzico di sadismo, rimarcando reiteratamente le parole “Tre incendi!”, non mi ha rilassato per niente.
E’ una sua caratteristica o gli avvocati sono tutti così? In quei sessanta secondi che sono stato al suo cospetto, nel corridoio che portava alla cancelleria dov’ero diretto, ho capito solo frasi smozzicate: “Tre incendi”, “casini” (e non parlava di Pierferdinando), “rito abbreviato”, “….fatto una cappella” e dulcis in fundo “levati dalle balle!”.
Ho fatto in tempo a domandargli un pronostico sui tempi del nefasto esito prossimo venturo, chiedendogli quando si sarebbe arrivati alla sentenza definitiva, nel 2012? Nel 2013? E volendo sdrammatizzare gli ho detto che nel dicembre 2012 arriva la fine del mondo e che forse me la cavo anche stavolta. Fortunato come sono sempre stato, avendo assaggiato il carcere solo per brevi periodi, magari gli Dei Maya ci metteranno una pezza, con la fine del loro calendario (ma avevano finito la carta?). Forse dovrei cominciare a incrociare le dita. Sapete dove posso trovare una chiesa dedicata a Quetzalcoatl, dove io possa andare a mettere un cero? E se sacrificassi un lama gioverebbe? Tibetano, s’intende.
Levati dalle balle, insisteva il giureconsulto. Vorrei farlo, mi creda, signor avvocato, ma mica solo da un processo (che non avrebbe dovuto tornare). Da tutto, una volta per tutte. E che Voladores e Vulturites se ne andassero pure all’inferno. Da dove probabilmente provengono.

11 commenti:

  1. Beh, dai, non ti è andata così male, Voladores e Vulturites permettendo :-)).

    Bello il tuo racconto, scrivi bene e sei sarcastico quanto basta.

    Mi rendo conto che, se continui con il mio virus (somministrato in forma subliminale):-)),prima o poi comincerai a vedere il mondo nella sua vera visione, sempre che Tu non confonda la realtà con quella virtuale olografica.

    Scherzo naturalmente, teniamoci in contatto, sia qui da Te che dagli Amici Zret e Strker.

    Ciao

    RispondiElimina
  2. ehhh... pensa cosa faccio invece di andare a dormire... conosco la storia che hai narrato, ogni volta ti ripiomba addosso. Più di una volta avresti potuto scansarla, ma non lo hai fatto e sì che non sei Socrate. Io capisco le motivazioni che ti inducono ad agire, ma in questa parte di mondo esistono le responsabilità, il dover e saper rispondere delle proprie azioni. Lo sai come la penso, nessuno ti ha costretto è stat una tua scelta e le conseguenze le conoscevi. Non per questo devi cambiare le tue opinioni, rinunciare a manifestare quello in cui credi, anche se significa metterti di traverso... ma mettiamola così: se per ritorsione ti bruciassero le tue proprietà... tu chiederesti giustizia o ti limiteresti a "pesare" le loro giustificazioni? Nessuna predica, ma le regole in questa parte del mondo sono queste e se giochi le devi accettare e chi non accetta... va in prigione senza passare dal via. A giovedì per il the. MAndi

    RispondiElimina
  3. Wlady, mi fa piacere leggere tra le righe del tuo commento un certo buon umore. Mi fa piacere perché ultimamente avevo messo a dura prova la tua pazienza, negando valore alle fantasie di quell'autore australiano.
    A proposito, vorrei saperne di più su di lui, perché in questi giorni incontrerò un italiano che vive in Australia e vorrei domandargli se per caso lo conosce. So che nel tuo blog troverò il link di colui e quindi non devo far altro che cliccare e andare a curiosare: spero che non sia in inglese, come temo.

    Sbilff, mio mentore, pensa che, di fronte alla prospettiva di finire in prigione, avevo perfino pensato di scappare in Madagascar, ma poi mi toccherebbe fare la vita del transfuga e del ricercato, rinunciare alla casa popolare e forse anche a Pupetta. Sarà per colpa di quella cagnetta se finirò per chinare la testa, come un agnello condotto al macello, e avviarmi verso il mio destino.
    A proposito di macelli, gli animali d'allevamento non hanno scampo mentre io, come giustamente fai notare, ho avuto la possibilità di scegliere e ho voluto provare a mettermi dalla parte delle vittime, esperienza che né tu né milioni di altre persone (carnefici volenterosi) hanno il coraggio di fare.
    A domani.

    RispondiElimina
  4. "ho avuto la possibilità di scegliere e ho voluto provare a mettermi dalla parte delle vittime, esperienza che né tu né milioni di altre persone (carnefici volenterosi) hanno il coraggio di fare".

    Io sono vegetariano da oltre 25 anni e da quella parte mi sono messo ^_^

    Questo è il link (in lingua Anglosassone purtroppo) che io quando ho tempo traduco e pubblico:

    http://xeeatwelve.com/

    Ciao.

    RispondiElimina
  5. Plaudo davanti alle scelte radicali, coraggiose e coerenti. Essere vegetariani è un atto di civiltà, ne do atto e lo sottoscrivo senza sé e senza ma. La mia posizione distingue due posizioni che a volte si confondo: radicalismo e fanatismo. Con Freeanimals ne abbiamo parlato a bizzeffe, ma lo ripeto volentieri. Essere radicale significa scegliere una posizione netta, non ambigua e vivere di conseguenza. Radicale è un vegetariano come lo è un astemio o un pacifista, sappiamo che non è facile (aggiungo anche l'aspetto religioso). Essere radicale è un modo di vivere di rapportarsi agli altri. Essere fanatico implica la certezza di essere nel giusto e di avere l'arroganza di imporlo ad altri. Se relativizziamo tutto, ci troviamo con la difficoltà di discriminare chi ha ragione e chi no, per questo esistono le leggi, per questo il codice di Amurabi o di Rotari sono fondamentali. Essi traggono fuori gli uomini dalle barbarie e dal relativismo della "giustizia fatta in casa" con parametri personali. Come ho già avuto modo di dire, la giustizia e la legge NON sono sorelle, forse neanche parenti, ma la prima ha la sua notevole valenza. Quindi ben venga il radicalismo di qualsivoglia natura, non venga il fanatismo di chi pensa di avere la verità in tasca da imporre al resto del mondo inferiore... Tignisi cont, mandi (il the si beve alle 5, ma se vuoi vieni anche prima che Pupetta gioca con Matteo ; )

    RispondiElimina
  6. ... ben detto sbilff ;-).

    Amurabi, fu il primo re di Babilonia mettendo fine all'ultima dinastia sumerica.

    Il suo codice, non era perfetto, ne più e ne meno di quello biblico (occhio per occhio) ma fu la prima forma legislativa dell'umanità, anche se contemplava le classi sociali, mantenendo ancora in schiavitù i popoli conquistati.

    Ciao.

    RispondiElimina
  7. Grazie Wlady per il link. Nonostante la tua seducente riservatezza, hai aggiunto una tessera in più al mosaico della tua immagine pubblica. Una tessera che ti rende a me fratello, dato che anch'io ho toccato carne per l'ultima volta nel 1987.

    Sbilff, arrabbiarmi con te non mi è possibile perché sarebbe come per un neonato prendere a pugni la mammella della propria madre. Ti piace l'immagine poetica? Scommetto che nessuno ti aveva mai paragonato a una mammella!
    Tuttavia, non capisco quale passaggio dei miei ormai numerosi articoli ti ha fatto pensare che io fossi improvvisamente impazzito, diventando fanatico. Azzardo: che avrò un processo che non mi aspettavo? Che i salumifici sono luoghi di barbarie e ingiustizia? Se è così, non sarà perché non hai ancora eliminato gli insaccati dalla tua alimentazione?
    I salumai sono brave e oneste persone per te? Io non vado a ucciderli (se fossi fanatico dovrei farlo), ma mi limito a parlarne male: sono ugualmente fanatico? Se basta dire che sono assassini, insieme a tutti quelli che uccidono gli animali, senza andare oltre le parole, allora tanto vale ammazzarli veramente. Letteralmente.
    Sai che non potrei farlo. Nessun animalista, nemmeno in Inghilterra dove A.L.F. ne ha fatte di cotte e di crude, ha mai ucciso un aguzzino di animali. Che dici? E se dessimo inizio a una bella rivoluzione, con tanto di resa dei conti? I partigiani - si dice - l'hanno fatto, almeno per un breve periodo post bellico (qualche mese nel 1945).
    Non è il caso. Lasciamo perdere. Io non ucciderò mai nessun macellaio. Semmai sarà vero il contrario: il Sistema farà fuori me. Già ci stanno provando, da anni. Tu, ti prego, non colpevolizzarmi.
    P.S.
    Pupetta non vede l'ora di rotolarsi con Matteo

    RispondiElimina
  8. Sbilff, stai attento a come parli: qui c'è un esperto di storia antica. Vegetariano per giunta! :-)
    Ciao a entrambi e grazie per essere passati di qua.

    RispondiElimina
  9. Wlady, ho dato un'occhiata al sito dell'autore australiano: non c'è neanche una figura! Poco attraente!
    Da quello che capisco parla molto di Dio e del Diavolo, Luce e Tenebre: non sarà un tantino manicheista?
    Per il resto mi pare che compia una sintesi tra ufologia e mitologia antica. Dev'essere anche molto bravo, nel suo genere, ma bisogna esserci portati per certe cose. E' quel tipo di autori che o li si ama svisceratamente o li si odia con altrettanta veemenza. Dico bene?

    RispondiElimina
  10. Dal tuo punto di vista, dici bene, ma non bisognerebbe mai essere pro o contro, amare o odiare ma prendere solo degli spunti e farsi la propria idea.

    Non tutta la verità sta da una parte e così anche chi mente non sempre mente; questo è l'errore di questa nostra becera società che deve per forza farci schierare da una parta piuttosto che dall'altra, in ogni caso, ci fregano sempre con la demagogia e la retorica platoniana.

    RispondiElimina
  11. L'autore australiano secondo me porta alle estreme conseguenze l'idea dei rettiliani di Icke. Me ne sono accorto quando dice che i dingo vengono uccisi perché i rettiliani hanno paura dei morsi dei cani, come nel film Terminator, dove gli umani tenevano pastori tedeschi per scoprire in tempo i terminator inviati a ucciderli. Concordo sulla necessità di non schierarsi, o di farlo con molta cautela.

    Dopo due miei articoli pubblicati su Stampa Libera, da oggi comincio ufficialmente una collaborazione stabile con il sito di Lino Bottaro.
    Come puoi vedere qui:

    http://www.stampalibera.com/?p=26554

    RispondiElimina