mercoledì 8 giugno 2011

Carlini complottisti



Non ho saputo resistere alla tentazione! Sono uscito di casa sotto la pioggia appositamente per comprarlo. Eppure, non sono un fanatico di fumetti. Di recente ho letto solo la serie erotica di Milo Manara, prestatami da un amico. Anni fa, se capitava, anche qualche Martin Mystere. Ma stavolta non ho potuto farne a meno: quasi un gesto compulsivo.
Cos’hanno di tanto attraente le teorie cospirazioniste? Perché mi sento addosso una specie di smania per volerne sapere sempre di più? Come mai non riesco a stare lontano dal computer per più di qualche ora? Perché anche di notte, quando tutti dormono e la casa è sprofondata nel silenzio, mi sveglio è mi riempio la testa di questo genere d’informazioni? Non ci sarà un che di patologico in questa cosa che assomiglia a un’ossessione?
 
Ma soprattutto queste due domande meritano una speciale attenzione:
1) Quello stesso sistema che comanda il mondo occultamente non starà neutralizzando le nostre energie proprio grazie alla dipendenza da internet che caratterizza i cercatori di verità, altrimenti detti studiosi di complottismo? Ovvero, passando la nostra vita davanti a un display, non ci stiamo danneggiando il cervello (e la vista) e nel contempo, sprofondando sempre più nella depressione, rinunciamo a combattere concretamente contro la realizzazione dei piani degli Illuminati? Se le teorie del complotto sono giunte alla nostra consapevolezza mediante internet e se internet è nato in ambienti militari e il sistema ne controlla ogni minimo dettaglio e ogni virgola che venga messa su memoria silicea, come si concilia l’astio che noi tutti diciamo di avere nei confronti dell’élite mondialista e il fatto che ce lo lasciano esprimere? La paventata censura di internet che dovrebbe venir imposta in concomitanza con l’inasprirsi delle leggi del NWO non sarà, anch’essa, una leggenda metropolitana? Una scappatoia mentale dovuta alla consapevolezza di fare i…birichini, essendo quindi timorosi di essere puniti da un momento all’altro?
2) Poiché a parlare di NWO, tranne qualche fugace accenno da parte di qualche personaggio politico, siamo solo noi e con sempre maggiore insistenza, non sarà che l’élite si sta servendo anche del nostro spontaneo e ingenuo tam tam proprio per rendere il concetto di NWO di dominio pubblico, di modo che, quando decideranno di attuarlo sul serio, sarà anche grazie ai nostri frequentissimi dibattiti che la gente lo accetterà senza scomporsi, avendone sentito parlare per così tanto tempo e proprio da noi che lo vedevamo come una minaccia?
Stabilito che trasmissioni televisive come Voyager e Mistero svolgono la funzione di “gatekeeper”, cioè di controllori di ciò che può ottenere il lasciapassare e ciò che non può ottenerlo; assodato che anche i più famosi complottisti come David Icke e Alex Jones svolgono la stessa funzione di rendere palese solo ciò che gli Illuminati desiderano sia reso palese e nel contempo screditare i veri misfatti praticati dall’élite mondialista, chi ci garantisce che anche noi, nel momento in cui parliamo dell’agenda degli Illuminati non stiamo facendo loro un piacere? Siamo sicuri di non essere anche noi pedine di un disegno ordito da quegli stessi personaggi che noi additiamo come nemici dell’umanità?
Come si deve interpretare l’uscita di un fumetto che presenta tutte le tematiche più scottanti di cui si discute da qualche anno, senza che nessuno ci trovi niente di strano? The secret ha ricevuto lodi sia dalla critica che dal pubblico, ma anche se gli intenti di Giuseppe Di Bernardo, suo sceneggiatore, sono sinceri, resta pur sempre un’operazione commerciale. Lungi da me l’idea di accusare gli autori del fumetto di voler arricchirsi cavalcando l’onda del cospirazionismo, altrimenti dovrei dire la stessa cosa di Mazzucco e dei suoi DVD, o di chiunque solleciti offerte in denaro, ma ciò che mi lascia perplesso è la banalizzazione della realtà (o di ciò che noi crediamo sia la realtà) attraverso le pagine di un fumetto.
Era già successo con i tarocchi chiamati le carte degli Illuminati e con qualche gioco elettronico tipo play station. Che senso ha tutto questo? Fumetti e giochi elettronici sono destinati a persone di giovane età: c’è uno scopo nell’aver scelto questo genere di “target”? Si tenta in questo modo di assuefare le giovani generazioni a concetti originali come il Nuovo Ordine Mondiale? The secret si può considerare una specie di cavallo di Troia per traghettare nella mente dei futuri schiavi dell’Oligarchia prossima ventura, l’idea che, in fondo, è non solo normale ma anche desiderabile che esistano sette segrete che aspirano ad assumere palesemente il Potere?
Non so chi abbia parlato per primo del Bosco Boemo e dei sacrifici umani che in esso vi si compirebbero. Non so se è stato David Icke, poiché del giornalista inglese biancocrinito ho letto un solo libro, ma se dovesse essere farina del suo sacco e se Icke è un depistatore su libro paga degli Illuminati, siamo sicuri che riportarlo nel numero di The secret attualmente in edicola sia una mossa saggia? Certo, in un fumetto si può disegnare ciò che si vuole, trattandosi di espressione della fantasia, ma se è accertata la dannosità di affermazioni strampalate come quella dei rettiliani, ancora più famosa, riprenderla in un fumetto complottista potrebbe avere delle controindicazioni. Poiché rappresenta il primo approccio per molti giovani che di complottismo non hanno mai sentito parlare, forse potrebbe fare più danni che altro, nell’ottica di una ricerca seria della verità. Uno scettico resta scettico e The secret non lo compra, ma una persona d’animo neutro e senza pregiudizi, che voglia informarsi su questi temi, potrebbe farsi un’idea sbagliata dei complottisti in genere e catalogarli tra i paranoci, né più né meno di ciò che stanno facendo il CICAP e gli altri disinformatori.
Concludendo, della trama del terzo episodio, ora in edicola (non perdetevi il prossimo numero, sulle scie chimiche), non dico nulla, giacché lascio che la curiosità spinga anche voi a comprarlo, magari senza uscire per forza sotto la pioggia, ma una chicca voglio evidenziarla: c’è un carlino parlante, quello del disegno suesposto e ciò non può non far venire in mente il film Man in Black. Evidentemente, il carlino è un cane che si presta per interpretare ruoli esoterici in cui non possono mancare gli extraterrestri, forse perché, a guardarlo bene in faccia, come cane, è una razza decisamente aliena.

11 commenti:

  1. Ciao Roby, ancora ottimo articolo, ci sarebbe troppo da dire, il rischio e' di impazzire scervellandoci. Secondo me tutto quello che dici e' possibile ed sicuramente un pò vero. Il problema e' quanto vero e poi quanto questo o quel fatto influisca sulla realtà. Due fatti possono essere entrambi veri ma uno puo influire per 2 e l'altro per 100. Quindi meglio mettere cose in prospettiva e se possibile distaccarci un pochino per non rimanere troppo coinvolti emotivamente. L'unica soluzione per liberarci da questa specie di pazzia sarebbe suicidarci, se vogliamo vivere dobbiamo trovare il modo per convivere con queste realtà, non accettarle ma almeno convivere con esse. Ti assicuro che per me non e' facile svegliarmi ogni giorno e pensare a quello che gli umani fanno agli animali e poi anche al NWO, alle guerre, alle scie etc. Alla fine dobbiamo stare sempre dalla parte della vita e quindi VIVERE.

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  2. Salve Vmd!
    Anziché pensare al suicidio, mi sento troppo indaffarato ad informarmi sul web e anche se molte cose sono solo spazzatura da scartare, di sicuro non ci possiamo annoiare. Indubitabilmente stiamo vivendo in un'epoca molto interessante. C'è chi ha rispolverato gli ultimi tempi biblici, la Grande Tribolazione, facendoli coincidere con il calendario Maya. Non ci resta che aspettare il dicembre 2012 e vedere, sempre che prima non ci capiti tra capo e collo qualche terremoto o altre catastrofi artificiali. Per ora non posso far altro che maledire quegli irraggiungibili aerei che mi passano sulla testa ogni giorno, indipendentemente da ciò che rilasciano nell'aria.
    Grazie di esser passato di qua. Ci sentiamo

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  3. Gentile Freeanimals, oltre al danno la beffa: ti sei preso una brutta pioggia e pure na' sola.
    Definire “operazione commerciale” un fumetto italiano, mi suona come una battuta di pessimo gusto. Se sapessi che aria tira tra i fumetti italiani, diresti solo che faremmo meglio a cercarci un altro lavoro.
    Una piccola casa editrice di fumetti che riesce a sopravvivere è un miracolo da rispettare.
    Gli autori di fumetto che operano in case editrici minori come la nostra guadagnano cifre da call center e non hanno nessun tipo di tutela.
    I fumettisti fanno questo lavoro per amore.
    Difficile da credere, ma io per amore verso certi temi ho voluto scrivere questa serie, eppure potevo starmene comodo a disegnare e scrivere tante altre belle cose. E invece no.
    Con i fumetti banalizziamo la realtà, dici, ma di quale realtà stai parlando? Perché nel poliedrico mondo del complottismo, di realtà ne ho viste decine, centinaia. Siamo un branco di cagnacci sospettosi l'uno dell'altro, pronti a credere che il nemico si celi sotto le mentite spoglie del nostro ex migliore amico.
    Le giovani generazioni non verranno abituate al NWO dal nostro fumetto, perché, oibò, i giovani non leggono più fumetti. Abbattuto un altro luogo comune.
    The Secret è sì un cavallo di troia... non di chissà quale setta segreta, ma di un idea, quella che solo attraverso la libertà, la coscienza e la consapevolezza si può dare un senso alla propria vita.
    Ma come si fa a sospettare che un fumetto che stampa poco più di 30.000 copie in Italia abitui i giovani alla schiavitù prossima ventura! Al massimo venderemo 10.000 copie... il paesino dove vivo ha più abitanti. Oltretutto Adam è l'antitesi della schiavitù, e il fumetto, composto di otto episodi andrebbe letto fino in fondo, senza tirare conclusioni affrettate quando non si hanno davanti le informazioni complete. Purtroppo, il fantasticare molto senza avere tutte le informazioni in mano è una caratteristica di noi "complottisti". Proprio una brutta abitudine.
    The Secret parla del folklore del complottismo, ma non solo. Parla soprattutto di interferenze aliene, parla di spiritualità, coscienza e anima, attraverso il percorso di consapevolezza di Adam Mack, fino alla scoperta della sua personale verità.
    Io, a differenza di molti, non voglio vendervi la mia verità. Ho usato il linguaggio semplice (si fa per dire) dei comics come pietra focaia per accendere l'interesse verso argomenti a me cari. Volevo condividere le mie emozioni con i lettori, senza essere spinto da chissà quale macchinazione occulta. Si chiama passione, ma capisco che il sospetto, la trama, l'intrico oscuro abbia un sapore più dolce del miele. Lo so bene, perché io, di queste storie ci vivo.
    Nella speranza di riparlarne quando avrai letto tutta la serie, ti saluto cordialmente.

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  4. Grazie Giuseppe per le tue puntualizzazioni. Ti sei comportato come una brava mamma che difende il suo figlioletto. Mi sarei stupito del contrario. Ma con me non hai bisogno di sfoderare gli artigli, perché non ti sono ostile. Nè a te come degnissima persona, né tanto meno al tuo figlioletto cartaceo, che anzi ho già cominciato ad apprezzare e di cui non mi perderò i prossimi numeri.
    Mi hai infranto alcuni luoghi comuni: per esempio che i giovani non leggono fumetti. Ma allora che fanno?
    Di altre cose già sapevo. Per esempio che i complottisti sono....cagnacci (mi piace la metafora): due ne ho conosciuti su Luogocomune di Mazzucco, e mollavano morsi a destra e a manca. Da lì me ne sono andato proprio perché ero stufo di ricevere morsi e di essere costretto a darli.
    Anch'io ho una natura canina, ma appartengo a quella categoria di cani che, incontrando un estraneo, scodinzolano.
    Mi dispiace che, leggendo il mio articolo, tu non abbia scorto la mia coda che scodinzolava amichevolmente, segno che provavo e provo rispetto per il tuo esperimento grafico novellistico (si può dire così?).
    Rimane il fatto che le cose da te raccontate con passione tendono a confinare il complottismo nel mondo dell'irrealtà e della paranoia, cosa che, se ci vogliamo bene, dobbiamo cercare di evitare. Altrimenti tutti gli altri avranno sempre buon gioco a definirci malati mentali.
    Esattamente ciò che i padroni del mondo vogliono. Pinocchio schiaccia il grillo parlante.
    Io non mi sento un malato mentale, anche se da una vita molti così mi definiscono.
    Ecco perché dico spesso che David Icke e i suoi rettiliani hanno fatto più danni che altro.
    Tu dici: "il fantasticare molto senza avere tutte le informazioni in mano". Non si può fare diversamente - e lo fanno anche i giornalisti veri - poiché non si potrà mai avere tutte le informazioni in mano. La differenza è che anch'io scrivo per passione, mentre i giornalisti sono pagati per disinformare. Se ho scritto delle inesattezze penso di poter essere perdonato, perché non l'ho fatto con secondi fini, ma solo inebriandomi della sensazione di ebbrezza dovuta alla...libertà di pensiero. Stampa Libera me ne dà la possibilità, così come anche Google con questo blog. Come disse Wojtiwa, all'atto del suo insediamento: "Se sbaglio voi mi corigerete".
    Nella speranza di incontrarti ancora (so che non succederà), anch'io ti saluto molto cordialmente.

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  5. E invece eccomi qua, perché credo ancora nel confronto e nel dialogo.
    Apprezzo la tua puntualizzazione e cercherò di spiegare ancora il mio punto di vista.
    La mia è fiction, e alle regole della fiction deve inchinarsi, perché non scrivo solo per chi è interessato a certi fenomeni, ma soprattutto per gli altri. Per questo devo necessariamente usare la trama per superare certe barriere e depositare il seme del dubbio. Se il seme germoglierà, i lettori cercheranno da soli e in autonomia di informarsi, e si formeranno il loro pensiero sull'argomento. Chi ha letto il Codice da Vinci ha letto un'opera di fiction basata sulla ricerca di Lincoln, Baigent, Leigh, ma il libro di Dan Brown è servito a portare i suoi lettori a interessarsi ad argomenti di cui probabilmente ignoravano l'esistenza. Scrivere una fiction sull'inquinamento ambientale non vuol dire confinare le problematiche ecologiche all'alveolo della fantasia, ma suggerire al pubblico distratto che quello narrato dalla "favola" potrebbe avere una radice nella realtà, e che quindi bisogna aprire gli occhi. Spero che i paragoni siano calzanti ed evidenti. Oltretutto ci sono altri casi di fumetto "complottista" che per la cronaca sono: "New World Order" (http://media.comicvine.com/uploads/1/15776/675188-nwo1a_large.jpg) e il più noto "The Invisible" di Grant Morrison (http://image.anobii.com/anobi/image_book.php?type=4&item_id=014f79753114645d26&time=0). Mi piacerebbe che si leggessero tutti per poi vedere chi, tra noi, ha confinato di più "il complottismo nel mondo dell'irrealtà e della paranoia".
    Non so se David Icke abbia fatto danni. Non avresti voluto leggere dei "rettiliani" su The Secret, ma tanti altri "complottisti" mi hanno anche accusato di aver mescolato cose "serie" come l'ordine 11110 con "cazzate" come gli alieni. Il guaio è che in questo campo sono tutte ufficialmente cazzate e che quindi credo che bisognerebbe essere meno sicuri della verità e lasciare ad ognuno il proprio percorso personale, senza preoccuparsi di voler a tutti i costi indirizzare il pensiero altrui. Come il telefilm degli anni '70, "Project UFO", mi ha fatto interessare al fenomeno, spero che The Secret (con le sue poche copie) possa far riflettere qualcuno sul senso della sua vita e possa fargli anche solo intuire la presenza di sbarre invisibili intorno a lui.
    A presto!

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  6. Grazie per la tua nuova visita. Ieri mi è venuto in mente che nel maggio del 1981 uscì il primo numero della rivista Airone, di Giorgio Mondadori. Creò entusiasmo tra gli ecologisti (io mi candidai con i Verdi la prima volta nel 1983). Dopo cinque annate, che conservo impacchettate in cantina, smisi di comprarlo. Oggi è una rivista come le altre, ma all'epoca sollevò molte speranze in quanto segno del cambiamento dei tempi. E invece, vedi come siamo messi, oggi, in tema di ambiente?
    Mi sono ritrovato a pensare che forse (e glielo auguro) il fumetto The secret seguirà lo stesso percorso, con un esplosivo tam tam dentro il nascente movimento dei complottisti, com'era nascente quello degli ecologisti negli anni 80 e 90. Poi anche le tematiche complottiste, insieme a The secret, saranno fagocitate dal sistema. Gli storici del futuro ne parleranno. Gli studenti universitari faranno tesi di laurea sul complottismo e The secret avrà il suo padiglione alla Biennale.
    Io spero che il tuo fumetto abbia più di 8 numeri. Farò tutta la pubblicità che mi sarà possibile fare, perché in fin dei conti le obiezioni che ho esposto nel mio articolo "Carlini complottisti" mi accorgo che sono debolucce. Che importa se David Icke fa danni o rivela verità? Io sono libero di non credere a quella donna di cui lui parla e che dice di essere riuscita a scappare da una situazione di pesante condizionamento mentale, con la famiglia Bush che abusava sessualmente di lei. Macro Edizioni, se non ricordo male, ha anche pubblicato un libro di quella donna, oltre a tutti quelli di Icke: dovrei rivolgere a quella benemerita casa editrice le stesse accuse che ho rivolto a te.
    Non l'ho fatto e non lo farò, perché, in fin dei conti, il pubblico dovrebbe essere abbastanza maturo per discriminare tra la spazzatura e le cose serie e sensate. Siccome io mi annovero tra coloro che lo sanno fare, sarebbe presuntuoso da parte mia pretendere di essere l'unico a saperlo fare. The secret è sia un momento di svago, che una fonte di informazioni, seppur liberamente interpretate. Dunque, ti faccio i miei migliori auguri per un buon successo di vendite, caro Giuseppe.
    Io mi farò mandare i primi due numeri che non ho, oltre a non perdermi i prossimi.
    Ciao

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  7. Grazie e magari riprendiamo il discorso alla fine della serie. Ormai mancano solo quattro episodi ;)
    Giuseppe

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  8. Allora? Come va la lettura? Ti sei ricreduto? Tra un mese la grande opera sarà terminata ;)
    Attendo il tuo parere!

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  9. Risponderò come si merita un'opera meritoria, cioè con un articolo conclusivo, che funga da compendio esaustivo finale. Purtroppo mi mancano i primi due numeri, ma spero di porvi rimedio richiedendoli come da voi predisposto.
    Ciao e grazie della visita.

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  10. Contattami (la mail è pubblica) e ti faccio avere una copia digitale ;)
    Grazie

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  11. Sei gentile, ma ho appena fatto l'ordinazione. Domani vado in posta a fare il versamento sul bollettino.
    Ciao

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