Nei giorni scorsi, il fratello degli animali Edoardo Stoppa, di Striscia la Notizia, ha presentato un paio di servizi sugli archetti del bresciano. Si tratta, per chi ancora non lo sapesse, di rudimentali ma efficacissime trappole atte a catturare piccoli uccelli boschivi, principalmente pettirossi. Vengono fabbricate durante l’estate dai privati cittadini che le useranno durante l’autunno e possono essere sia di legno che di metallo. L’arco serve a caricare lo strumento della tensione necessaria a farlo scattare nel momento in cui il piccolo uccello vi si poserà attratto dalle bacche di sorbo rosso usate come esca. Il posatoio, di una decina di centimetri, sistemato in posizione strategica, cadrà sotto il peso dell’uccellino, che rimarrà imprigionato con una o entrambe le zampe spezzate. A cominciare da quel momento, inizierà la sua agonia, che potrà durare qualche ora, se è fortunato, o anche un paio di giorni, se il bracconiere non visita regolarmente le sue trappole.
In autunno, tradizionalmente, certe valli della provincia di Brescia sono disseminate di migliaia di tali micidiali ordigni, chiamati archetti.