Clemenza, la suora infermiera malgascia che presta la sua opera umanitaria presso l’ospedale di Tulear, in Madagascar, e a cui ho dato lezioni d’italiano, mi raccontò di aver visto in tivù l’immagine di un fantoccio raffigurante Papa Benedetto XVI addobbato con molti preservativi srotolati. Si trattava di una manifestazione di protesta contro la visita del Papa nel suo paese natale e suor Clemenza vide quell’immagine blasfema al telegiornale mentre si trovava a Roma, insieme ad altre consorelle. Tutte rimasero inorridite e Clemenza mi disse che era il Diavolo in persona a spingere i contestatari a tanta improntitudine.
Io che al Diavolo non credo, cerco spiegazioni più prosaiche e non mi accontento mai delle versioni ufficiali. Il Papa forse non vide neanche quel fantoccio, giacché i protestatari furono tenuti a debita distanza dalla polizia, ma milioni di telespettatori in tutto il mondo le videro.
Probabilmente, la mia suorina non ha mai sentito parlare di Giordano Bruno o di Galileo Galilei, né che la Chiesa di cui fa parte ha assassinato il primo e costretto all’abiura il secondo, ma se si dovessero far pagare le colpe a Benedetto XVI per i misfatti compiuti dai suoi predecessori secoli or sono, ci comporteremmo come quel furbo lupo della favola che accusava l’agnellino di avergli sporcato l’acqua che intendeva bere già nella settimana precedente, come stava facendo anche in quel momento. Quando l’agnello gli fece notare timidamente che una settimana prima non era ancora nato, il lupo gli rispose che, se non era stato lui, sarà stato suo padre, dato che gli agnelli hanno il brutto vizio di assomigliarsi tutti quanti. In altre parole, morale della favola: chi ha voglia di litigare cerca i pretesti più assurdi e illogici. E’ vero che la Bibbia dice che le colpe dei padri ricadranno sui figli ma, anche se in ritardo, la Chiesa ha chiesto scusa per aver ucciso il filosofo Nolano e aver maltrattato l’astronomo pisano.