martedì 27 dicembre 2011

Nei secoli ferale


Si è spesso dibattuto sull’importanza dei giornali e degli altri mezzi d’informazione, in primis la tivù, nel plagiare i comportamenti e le opinioni delle folle, tanto che chiamarli d’informazione è più un eufemismo che altro.
Dovrebbero essere chiamati mezzi di propaganda. Ma, se nell’atto di propagandare una certa idea o un certo prodotto c’è il destinatario, il pubblico, e c’è il medium, di carta o via etere, chi è il propagandista?
In alcuni casi è facile riconoscerlo, o almeno intravederlo, ma nel caso del circo, chi è che vuole farcelo vedere bello a tutti i costi? A chi interessa che continui ad esistere? Nato dalla tradizione dei Sinti girovaghi, che facevano ballare gli orsi e le scimmie, e sviluppatosi attraverso i secoli ferali della fantasia applicata allo sfruttamento animale, il circo non ha mai smesso di maltrattare le bestie e nemmeno ha intenzione di farlo.
Forse gli odierni circensi non sono più d’origine zingara, essendosi imparentati con genti del posto. Nel caso degli italiani, Togni e Orfei hanno poco in comune con cognomi tipo Levacovich e Hudorovich, ma a tormentare gli animali son capaci tutti, anche i Gagi, specie se c’è gente disposta a pagare per assistere al loro camuffato maltrattamento.
E come nel caso della corrida spagnola c’è chi giura che si tratti di un’arte, così anche da noi non mancano gli apologeti di quello che retoricamente viene definito il più grande spettacolo del mondo.


Slogan pretenzioso che può essere agevolmente trasformato nel “più vergognoso spettacolo del mondo”. Se lo zoo, gli animali, li fa impazzire, il circo prima di farli impazzire li umilia e li svilisce, facendo fare loro una vita d’inferno, mentre ipocritamente li presenta come beniamini del pubblico, amici dei domatori e altre forme vomitevoli di neolingua orwelliana, che non è stata inventata dai “complottisti” e non è nemmeno un fenomeno dell’ultima ora. Succede semplicemente perché sempre più gente se ne sta accorgendo. Siamo sempre di più a capire che tutto è menzogna, dalla culla alla bara, dall’asilo alla cerimonia funebre. Tutto è pura illusione e di nessuno ci si può fidare.
Ancora non mi è chiaro chi abbia interesse a tenere in vita il circo con animali, dato che grosse fabbriche d’armi dietro non ce ne sono, né ci sono interessi petroliferi, bancari o del farmaco, ma so che la presenza di animali, con relativa sofferenza e morte, è un elemento a cui qualcuno non vuole proprio rinunciare e fa di tutto per renderlo accettabile alle masse.
Ho una vecchia rivista del 1962: “Scienza e vita”, edita dalla Rizzoli. Probabilmente svolgeva la stessa funzione che oggi spetta a Focus: portare l’acqua al mulino dell’Establishment. Nel numero in mio possesso, il 162, Giorgio Dupont fa di tutto per definire il circo un terreno di studio per la scienza. Spiega di come l’allora direttore dello zoo di Zurigo, il professor Hediger, abbia eletto il circo a campo di studio di psicologia animale e con uno stile barocco e affettato elogia i grandi risultati che la scienza può ottenere studiando le belve sotto il tendone.
C’è lo stesso clima idilliaco che si sente spesso a proposito della corrida, con uomo e animale affratellati dal comune destino della morte, amici e nemici nello stesso tempo, un modo agghiacciante di far passare il sopruso della corrida e dei circhi per una fatale comunione di anime.
Forse perché “Il cosiddetto male”, di Konrad Lorenz non era ancora stato pubblicato (è infatti del 1963) e quindi le opere del padre dell’etologia non erano ancora state lette da nessuno, il giornalista può arrivare ad affermare che “la psicologia animale si basa essenzialmente sulle reazioni della bestia di fronte all’uomo” (pag. 18).
Oggi nessuno potrebbe dire una bestialità simile!
Oggi sappiamo che gli animali hanno una loro vita psichica molto più complessa di come ce la immaginavamo e che le loro reazioni all’uomo sono solo una piccola insignificante parte del loro comportamento. Le moderne tecniche di ripresa filmata e fotografica ci hanno dispiegato un mondo di comportamenti e rapporti, tra loro e con l’ambiente, così vasto, che sapere quanto sia spaventata una tigre costretta a passare attraverso un cerchio di fuoco, fa ridere i polli. E non interessa di certo alla vera scienza. Solo un direttore di zoo poteva prestarsi alla sceneggiata di voler studiare il comportamento delle belve dei circhi. Si capisce che sono terrorizzate e che odiano il loro padrone schiavista: tanto valeva domandarlo a mio nipote di cinque anni!
Non occorre essere laureati per vedere come vengano vilipesi e costretti a fare esercizi contro natura, per tacere del fatto che il loro semplice trovarsi lì, mentre dovrebbero trovarsi a casa loro, è già di per sé una violenza inaccettabile.
Comunque, contestualizzando, i Sessanta erano gli anni di Angelo Lombardi, “l’amico degli animali” (bella locuzione ghettizzante!), quello che insieme al fido Andalù, quando passava in rassegna gli animali in gabbia e mostrava il leopardo, non aveva scrupoli ad affermare che “esso ci offre una splendida pelliccia”.
Capito l’antifona orwelliana? La guerra è pace, la libertà è schiavitù e i leopardi ci offrono spontaneamente, come le mucche il latte, la loro splendida pelliccia. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere, poiché milioni di telespettatori beoti si bevevano simili strumentalizzazioni. Oggi, quei semi gettati quando le tivù erano in bianco e nero, hanno germogliato e ci danno generazioni di adulti che portano al circo i bambini e donne altrettanto adulte, ma solo fisicamente, che si ostinano a comprare pellicce.
E la stessa cosa si potrebbe dire per tutte le altre forme di propaganda passata, presente e futura. Ogni settore ha la sua specialità. Se vuoi mandare in guerra i giovani, metti il disco del patriottismo. Se vuoi mandarli al circo, metti quello dell’amore per gli animali, dello zuccherino e delle carezze, ché la gente si beve di tutto.

Per inciso, ci hanno provato anche i cacciatori, a mettere il disco dell’amore per la natura, ma non funziona molto bene. E’ un disco rotto che raschia e stride e a crederci sono solo loro, poiché è troppo evidente che uccidere non rientra precisamente nel concetto di amore.
Con i circhi è già più facile. Ingannano gli spettatori e continuano a prendere in giro i lettori di giornali. Infatti, nel mio archivio ho anche un ritaglio del Radiocorriere di vent’anni più tardi, dell’aprile 1982. C’è Liana Orfei che intervista Ranieri di Monaco. Come dire, se la suonano e se la cantano. Il titolo dell’articolo è tutto un programma: “C’era una volta un principe amico degli animali”. Sembra una favola, ma fa sollevare moti di sdegno, poiché una donna del circo che intervista un cacciatore amico dei circensi e insieme si mettono a parlare di amore per gli animali, fa lo stesso effetto di un macellaio che si metta a discettare di alta chirurgia, di Giorgio Almirante che spieghi il Capitale di Marx o del Papa che condanni la pedofilia.
Di quell’oscena intervista riporto solo una chicca. Alla domanda se il Principe ammette la caccia, Ranieri risponde: “Sì, certo. La caccia è necessaria per ristabilire un equilibrio in certe zone. Vediamo il caso del cerbiatto (sic!): si deve di tanto in tanto cacciarlo per non trovarsi davanti ad una razza consanguinea che si imbastardisce. I branchi di cerbiatti diventerebbero troppo invadenti e ci sarebbero molti più maschi che femmine”.

Che acume quell’uomo! Sarà stato anche di sangue reale, ma la zucca era vuota come quella del più bifolco dei suoi sudditi.
A meno che non sia stata Liana Orfei ad usare di proposito la parola “cerbiatti” e allora mi chiedo se per caso giornalisti ed editori non trattino i lettori come tanti bambini immaturi, bisognosi di certezze e melensaggini. Non sarebbe la prima volta che succede.
Il messaggio che ancora si voleva propagandare, nonostante i libri di Lorenz fossero già stati pubblicati, è che quello che sembra sfruttamento e oppressione degli animali è in realtà una manifestazione di sincero interesse amorevole nei loro confronti. I giardini zoologici sono in realtà giardini d’infanzia, gli aristocratici (e i plebei) vanno a caccia per amore delle albe e dei tramonti e i circhi sono le esibizioni spontanee di animali adorati dai loro domatori e solo un’ingannevole apparenza e le menzogne degli invidiosi animalisti possono aver ingenerato confusione nella mente delle persone.
I veri nemici degli animali sono gli animalisti!
Quante volte, ancora al giorno d’oggi, frutto della propaganda dei decenni scorsi, si sente ripetere una simile accusa!
E la tendenza dei mass-media non è mai cambiata. Ventinove anni dopo quella partigiana intervista, RAI 3 manda in onda il frutto delle fatiche del Principe Ranieri: il Festival del circo di Montecarlo. La prima puntata è già stata trasmessa a Natale. La prossima a Capodanno. Scelgono le giornate giuste!
E’ inutile dire che il canone RAI non va pagato e io sono anni che non lo pago. Mi piacerebbe però sapere chi c’è dietro il circo. Chi manovra i fili? Quale congrega di satanisti può desiderare che la sofferenza degli animali continui dietro le quinte del più infame spettacolo del mondo?
L’opinione pubblica va da una parte e gli Illuminati dall’altra. Ai Windsor non bisogna toccare la caccia e alla famiglia Ranieri il circo: ma dobbiamo sempre assecondare queste vecchie cariatidi miliardarie e i loro giovani ottusi rampolli? E se rispolverassimo la sana, igienica e perentoria ghigliottina?
Nel frattempo, in attesa che la giustizia divina intervenga a mettere ordine in questo e in altri campi, la gente, dal basso, fa sapere quanto volgari e inaccettabili siano gli spettacoli con animali. I governanti-camerieri, però, oppongono ancora resistenza e fanno orecchie da mercante.
Noi continueremo a battere il chiodo, manifestando contro il pubblico pagante, a costo di essere presi per dei rompiscatole. Non c’è altro modo per mandare un messaggio preciso ai sadici mandanti delle stragi e dello sfruttamento, siano essi aristocratici squinternati o altri arconti succhiatori d’energie psichiche. Nel vedere gli altri umiliati e offesi, siano essi animali o uomini, c’è un grande lenimento terapeutico inconscio. La gente pensa: “Meno male che non lo fanno a me!”.
Stai attento spettatore, perché la ruota gira e potrebbe arrivare anche il tuo turno!

8 commenti:

  1. A impazzire, nei circhi, a volte non sono solo gli animali:

    http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_27/due-fratelli-nella-gabbia-della-tigre_952ae44a-3094-11e1-8f40-f15d26f90444.shtml

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  2. Poiché per alcuni utenti è ancora difficile riuscire a postare commenti, riporto pari pari quello che MARTIN ha inviato e che ho trovato nella mia mail senza che appaia sul blog:

    Martin dice:
    "Un mio fratello faceva spetaccoli con i luppi di mare(non so come si chiamano in italiano)una specie di foca che abita i mari del sud,ne abbiamo discusso in ogni ocasione che ci trovavamo,lui argomentaba che questi animali,facevano quello che lui le insegnaba ( tipo giocare al pallone,dare i baci ecc.)perchè erano tratati con "amore",daltronde per i loro caratere non avrebero eseguito nessun ordine,è vero che gli trataba come ai propri figli,e posso metere le mani nel fuoco che mai ha esercitato la violenza,solo la piu incredibile pazienza...questo non toglie lo assurdo di usare gli animali per un spetaculo ed è per questo che continuavamo a discutere anche animatamente...qui invece in Europa per quanto ne sapevo c'era stato la pribizione del uso degli animali nei circhi o spetacoli,ma forse ho capito male...
    P.S: anni fa ho ricevuto per posta il ritaglio di un giornale della mia citta,in un parco erano riusciti a fare riprodurre una coppia di "lupi di mare"...questo "luppino"era stato batezato...Martin !!!! era stato il mio fratello a farme il "dispeto" fatto sta che dopo un anno "Martin"si era dimostrato un ribelle ed era impossibile insegnarle niente,dentro di me pensavo che il omonimo si aveva preso la rivincita,comunque è finita bene per lui,è stato preso e riportato in mare,fu liberato nella costa atlantica....
    P.S.2: Roberto sono entrato dopo tanto tempo in SL,ho postato un commento nel tuo ultimo articolo ( e in altri),gli rispondevo ad un tale archimide,convinto che sei un debunker,ma ovviamente non è stato postato,puoi farlo tu?ho capito che si vanno in spam vengono abilitati del articolista,se ti va proba a leggerlo,non ho scrito offese,e se no fa uguale.Grazie e Ciao! "

    Caro Martin, da quel che so, vi sono due modi per addestrare gli animali selvatici. Il bastone e la carota. In che percentuale venga usato il primo rispetto alla seconda, non so, ma immagino che il bastone sia preponderante.
    Addestrare le OTARIE, chiamate anche lupi di mare, è un classico. Forse il pubblico oggi vuole qualcosa di più emozionante, perché la foca con il pallone non è più sufficiente. Questa "escalation" ha comportato l'uso di specie rare e ingombranti come i rinoceronti e gli ippopotami e la pratica di esercizi ancora più elaborati e assurdi, con conseguente incremento della sofferenza negli animali.
    In Italia non è mai esistita una legge che vietasse l'uso degli animali negli spettacoli, benché il codice penale, all'articolo 727, vieti gli spettacoli cruenti "con strazio e sevizie", ma nel caso del circo, strazio e sevizie sono fatti lontano degli occhi della gente, quindi per il C.P. siamo a posto e non c'è nessun reato.
    Si vuole infatti proteggere non tanto l'animale in sé ma la sensibilità delle persone che potrebbero assistere a strazio e sevizie.
    E' una cosa ipocrita, ma come sai siamo in Italia, la patria dell'ipocrisia.

    Per quanto riguarda il tuo commento su SL, ultimamente mi è stata tolta la possibilità di abilitare i commenti, quindi non posso andare a recuperare il tuo.
    Non ho fatto niente di male per essere "punito" da Lino Bottaro, giacché la mia unica colpa era quella di inserire un commento al giorno. Troppo per i ritmi desiderati dall'amministratore.
    Infatti, avrai notato che dei miei ultimi articoli, tre non appaiono su Stampa Libera e al momento non so neanche se la mia collaborazione con essa avrà un futuro.
    Un cordiale saluto.
    Ciao

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  3. Carissimo Roberto
    mi sono sempre chiesto anch'io il motivo di questo idillio tra i reali di Montecarlo ed il mondo del circo e del perché dovessimo sorbirci il festival del circo ogni anno come una medicina da prendere prima, durante e dopo Natale.
    A prima vista risulterebbe che lo scopo è quello di ribadire la superiorità della razza umana su quella animale e di giustificare la caccia come la "dolce euchessina" con cui regolarizzare gli eccessi di madre natura.
    Ma, ad un esame leggermente più approfondito (una sorta di psicoanalisi del circo), il messaggio che si vuol far passare è ben diverso e corrisponde, per il suo intento persuasivo, all’impianto di un chip sottocutaneo e o intracraniale o mandibolare.
    Mi spiego.
    La necessità di “ricordare” la superiorità della razza umana su quella degli animali è dovuta al dover giustificare l’esistenza in vita di più razze diverse e volute da Dio (superiori ed inferiori) facendo così passare, a livello subliminale, l’idea secondo cui i reali di Montecarlo possono (e devono) controllare il popolo (ammaestratore - animale) poiché in tal modo viene assicurata la pace e la giustizia (la caccia ha il merito di “eliminare gli eccessi” di prolificità di taluni animali che “diffondendosi” troppo, costituiscono una minaccia). Il suggello a tanto (la bolla papale) è costituito dal veicolare tali concetti nel periodo natalizio (festival del circo) con l’evidente approvazione di Gesù.
    Riassunto e parafrasi:
    Razza umana superiore a quella animale - Regnanti superiori al popolo – Papa superiore ai fedeli – Tiranno superiore ai sudditi schiavi.
    Ecco raggiunto l’obiettivo, con poche puntate in tv, di rinfrescare l’inconscio (anch’esso è soggetto a logoramento) ricordando al proprio sé interiore che ubbidire al più forte (leone che obbedisce all’ammaestratore) è cosa buona e giusta. Ed è veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza che ci siano– in mezzo a noi – re, principi, politici, preti, giornalisti di minzoliniana memoria e quant’altro poiché sono loro, e solo loro, che con la loro immensa saggezza e sotto il vessillo di sacra romana chiesa, garantiscono l’equilibrio e la pace tra le genti.
    Lo scopo delle razze superiori è di aiutare le razze inferiori.
    Sono loro a garantiscono pace in terra agli uomini di buona volontà.
    Grande Roberto! Ottimo articolo!

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  4. roberto, quel che sapevo delle leggi su gli animali di circo,era basato su paesi come il Portogallo o l'Austria che bandivano il uso di questi e se come siamo in "comunità europea"pensavo era esteso anche agli altri paesi,sono andato a guardarmi un po'ed è vero che in Italia si aceta l'uso sempre e quando gli animali abbiano una cura veterinaria e non siano transmisori di malattie!!! come dicevi tu si trata infatti di una legge che intende proteggere l'uomo non l'animale !!!!
    P.S: Sai qual'è il primo paese al mondo a sancire una legge che proibisce l'uso degli animali sia selvaggi che domestici?...la Bolivia !!!!!! Evo Morales lo ha fatto nel 2009,ancora una volta un paese sottosvilupato ci puo dare lezione di "civiltà" !!!!
    buona giornata.

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  5. Roberto forse il problema per il post dei commenti,sia dovuto alla registrazione,infatti io al inizio non avendo una account con google avevo postato con quello della mia compagna poi mi sono creato uno,ma non so come registrami.e va beh le possibiltà sono due,o sono poco tecnologico o tanto imbranato!!!

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  6. Abominevoli e crudeli gli spettacoli del circo. In filigrana si legge la solita ferocia gratuita e sanguinaria di quelli lì, i discendenti bastardi di dinastie illegittime ed ibride.

    Ottimo articolo come sempre, il cui vertice è nell'amaro aforisma: "Tutto è pura illusione e di nessuno ci si può fidare."

    Ciao

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  7. Gianni, sicuramente c'è un nesso tra la gerarchia che vede in cima papi e imperatori, seguiti dalla casta degli aristocratici, dalla plebe e, ancora più in basso della base della piramide, gli animali, fonte di guadagno e sollazzo per tutti.
    Probabilmente, l'animalismo è talmente rivoluzionario che nemmeno gli animalisti lo sanno. Se si chiedono diritti civili per gli animali cade tutto il palco dell'antropocentrismo e devono scomparire per forza anche le classi sociali, in primis papi e imperatori. E a seguire tutto il resto. Il vero socialismo è dunque, se questi ragionamenti sono sensati, quello che riconosce diritti inviolabili agli animali, gli ultimi fra gli ultimi. Dio non voglia che succeda, pensano i rettiliani di sangue blu.


    Martin, mi sono dimenticato di aggiungere che nel 1978 è stata promulgata dalla Nazioni Unite la Carta dei Diritti dell'Animale, che è talmente perfetta che se si applicasse saremmo una società praticamente priva di violenza. Purtroppo, è rimasta lettera morta e nessun governo l'ha mai neanche lontanamente presa in considerazione.


    Zret, sapevo che la frase "Tutto è pura illusione e di nessuno ci si può fidare" avrebbe incontrato la tua approvazione.
    E' molto zretiana, infatti.

    Grazie a tutti.
    Un saluto.

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