venerdì 6 gennaio 2012

Casus belli, brutti e cattivi


Gli Hare Krisna della comunità monastica di Vicenza hanno risolto il problema alla radice: non accettano di tenere con sé, negli ampi pascoli della loro tenuta, nessun animale carnivoro, ma solo pecore, capre, cavalli e, ovviamente, mucche.
In tal modo, si privano della gioia che solo cani e gatti sanno elargire agli umani, ma evidentemente trovano sufficienti soddisfazioni spirituali nelle preghiere, nei canti, nelle danze e nella meditazione.
Che cane e gatto siano carnivori ci fa capire che quando cominciò la loro domesticazione, rispettivamente 15.000 e 5.000 anni fa, l’umanità non era vegetariana, perché il primo serviva per la caccia e il secondo per difendersi dai topi. O meglio, comunità vegetariane, per motivi religiosi e filosofici, già c’erano, ma erano una minoranza come oggi e contavano poco e contemporaneamente molto, nella società, come può contare il lievito nella pasta e il sale nei cibi. Le minoranze, si sa, hanno da sempre fatto la Storia dell’uomo.


La domesticazione è stata attuata da genti carnivore e non dalle minoranze vegetariane e io vedo un parallelismo con quello che è successo anche in altri ambiti. Aristotele è stato preminente su Pitagora, Gesù Cristo, se mai è esistito, su Apollonio di Tiana e, secoli dopo, l’olistico San Francesco ha prevalso sull’alchimista frate Elia Bombardone.
In altri termini, il male sembra possedere un’energia superiore al bene, anche se personaggi come Aristotele, Gesù e San Francesco non si possono inserire totalmente nella categoria dei cattivi. Però gli altri erano meglio!
Che tipo di società avremmo noi oggi se maestri di pensiero vegetariani come Pitagora, Apollonio e frate Elia avessero preso quei posti di rispettabile autorevolezza che sono stati tributati agli altri? Perché le cose sono andate così e non diversamente? Noi siamo qui a immaginare che un altro mondo sia possibile e a sperare in una società migliore, ma il principio racchiuso nella frase “Vedo il meglio ma al peggior m’appiglio” sembra essere la modalità evolutiva più potente nelle scelte di vita del singolo e della collettività.
Infatti, se il pensiero dominante fosse stato quello dei vegetariani, oggi forse avremmo ancora il cane e il gatto come nostri compagni, ma non ci sarebbero detrattori che accusano gli animalisti di cadere in contraddizione nel momento in cui nutrono i loro beniamini con scarti di lavorazione dei mattatoi.
Nessuno ne farebbe un casus belli, dando adito al sospetto che, per chi ha voglia di litigare, tutte le mosche sono elefanti. Quando mi chiedono quali sono le alternative alla vivisezione, rispondo che l’alternativa alla vivisezione è la ragionevolezza, di modo che, analogamente, l’alternativa al nutrimento carneo di cani e gatti è, anche in questo caso, la superiore capacità morale dell’uomo di piegare a sé le leggi brutali della natura, in virtù del fatto che le leggi dello spirito, a cui dovremmo sottostare, sono infinitamente superiori a quelle naturali.
Così come i conflitti intraumani non dovrebbero essere risolti con i rapporti di forza, ma con un’equa considerazione degli interessi di entrambe le parti, anche quando ci si presenta il problema etico di cosa dar da mangiare a due specie fondamentalmente carnivore che abbiamo, ci piaccia o no, addomesticato e reso dipendenti, dovremmo esercitare tutta la nostra compassione e intelligenza affinché nessun altro animale subisca danno per opera nostra.
Questo è il principio e la meta che ci siamo posti in qualità di individui coscienziosi, ma poi dobbiamo fare i conti con il contesto sociale in cui viviamo e che si è venuto creando attraverso secoli di sopraffazione intraspecifica ed extraspecifica. Tenuto conto che non solo piccole comunità induiste hanno risolto radicalmente la faccenda, ma interi popoli primitivi rifiutano anche solo l’idea che cane e gatto siano animali domestici e quindi li lasciano al loro destino senza sentirsi in dovere di nutrirli, noi che apparteniamo a quella parte d’umanità con un preciso passato che c’inchioda alle nostre responsabilità, dobbiamo venirne fuori dignitosamente e con soluzioni accettabili per tutti.
In altri termini, se è nostra responsabilità controllare le nascite di cani e gatti mediante le sterilizzazioni, è parimenti nostra responsabilità fornire cibo cruelty free ai nostri amici animali esattamente come ne forniamo a noi stessi. Poiché la nostra scelta va contro corrente e ci mette in difficoltà nei rapporti interpersonali con il nostro prossimo meno evoluto, spetta a noi sobbarcarci quei sacrifici che appagano la nostra coscienza, come può essere, per l’appunto, il reperimento del mangime vegetale per cani e gatti.

Fornire una dieta vegetariana a cane e gatto ci espone alle critiche di quanti sono disposti ad accettare una tale dieta per noi ma non per esseri a noi dipendenti, sullo stesso principio che porta un giudice ad imporre per legge una trasfusione di sangue o una vaccinazione a quei minori i cui genitori non sono intenzionati a dargliela. L’opinione dei benpensanti giudica negativamente i padroni dei cani che non danno carne ai loro animali nello stesso modo in cui la forza pubblica giudica e interviene brutalmente con i genitori dissenzienti.
Se viceversa i tutori di cane o gatto forniscono loro i croccantini e le scatolette che si trovano in vendita nei supermercati, glissando sulla questione etica di tale azione, vengono accusati di cadere in contraddizione, da parte di persone che odiano i cani e i loro padroni o anche semplicemente da parte di chi si crede più furbo degli altri e naturalmente senza macchia e contraddizione alcuna.
Di modo che, il dilemma è se essere accusati di fanatismo o di ipocrisia, senza che i detrattori di un segno o dell’altro facciano il minimo sforzo per dare una mano ad uscire da questo cul de sac. Come se l’avanzamento morale e civile della società non fosse responsabilità di chiunque si definisca umano. Come se l’aiuto intellettuale che veterinari, cinofobi o altri benpensanti passivi, non sarebbe utile per migliorare tutti insieme le condizioni di vita non solo dei già fortunati cani e gatti di famiglia, ma anche di quegli altri animali sottoposti a domesticazione e che ogni giorno prendono la via del macello.
Se molti preferiscono sollevare critiche all’indirizzo degli animalisti, senza alcun coinvolgimento nel dramma di non riuscire ad essere totalmente coerenti, si deve secondo me al fatto che siamo stati abituati a ragionare per compartimenti stagni e ad avere una visione frammentaria della realtà.
Se un domani l’umanità riuscirà ad accorgersi che siamo un tutt’uno, noi sedicenti padroni del mondo e loro, gli animali macellati, allora non ci saranno più criticoni sfaccendati a giudicare il nostro prossimo, perché tutte le questioni etiche nate dal contrasto tra leggi della natura e leggi dello spirito saranno di competenza di chiunque. E ciascuno se ne farà carico. Fornendo possibilmente una via d’uscita.
Per scendere pragmaticamente alla mia personale situazione, poiché faccio parte della maggioranza di animalisti che compra le crocchette disponibili al supermercato, finanziando così, mio malgrado, le multinazionali, voglio dire in tutta sincerità che non mi sorride l’idea di farmi spedire per posta il cibo della ditta Amì, che fra quelle presenti in internet è la più famosa.
Non mi sorride l’idea di sobbarcarmi questo impegno per motivi di pigrizia, ma è inutile dire che se potessi trovare i croccantini Amì in negozio, a fianco di quelli delle multinazionali, non esiterei a comprarli, anche se costassero di più. Non si trovano in supermercato perché tutti noi consumatori siamo inseriti in un contesto di libero e spietato mercato che favorisce le grandi ditte a discapito delle piccole e prodotti come Friskies, Chappi, Royal Canin, Whiskas, Kitekat e Purina si sono accaparrati lo spazio di vendita tutto per sé, schiacciando Amì, Denkadog, Aniwell e altre sconosciute fabbriche cruelty free.
Come se non bastasse, le più grosse ditte fornitrici di cibo per cani, in testa la Procter & Gamble, fanno anche vivisezione sui cani, prima di immettere sul mercato qualche nuovo prodotto. Per cui, associazioni animaliste a cui va fatto tanto di cappello hanno diviso le ditte interessate in tre categorie, di cui la prima vende cibo carneo e fa vivisezione, la seconda vende cibo carneo ma dice di non fare vivisezione e la terza vende cibo vegetale e ovviamente non fa alcuna vivisezione.

L’animalista coscienzioso che non intende farsi spedire per posta i sacchi di Amì (o delle altre della terza lista), è invitato a studiare meticolosamente il prodotto che si ritrova al supermercato, scartando quelli del primo e del secondo elenco e comprando quelli del terzo. Se li trova!
In pratica, è già difficile trovare quelli del secondo elenco, che dicono di non testare i loro prodotti su cavie, immaginiamoci se si trovano quelli del terzo. Personalmente, non ho pazienza di farmi spedire a casa i pacchi della ditta Amì, tramite corriere, figurarsi se ho pazienza di stare a studiare le etichette delle scatole di croccantini. Il mio modo di fare la spesa è alquanto frenetico, non ci metto mai più di cinque minuti in tutto e mi viene male al solo pensiero di fare la fila alla cassa. Di solito mi avvalgo di un foglietto su cui ho scritto la lista della spesa e butto nel cestino, al volo, la prima cosa che capita, rinunciando a comprare il prodotto che ho segnato sul foglio se non lo trovo entro sessanta secondi.
So che questo è un modo malsano di vivere, ma fa parte del mio stile nevrastenico di vita, che conduco ormai da molti anni e che prima o poi mi farà avere un infarto, ma non posso farci niente.
L’ideale per me sarebbe vivere in una casa isolata nel bosco, in una grotta in cima ad una montagna o anche in un casolare di campagna e avere qualcuno che vada a fare la spesa per me. E che cucini, ovviamente. Poi, darei 10.000 lire alla settimana alla mia carlina Pupetta affinché vada a farsi la spesa da sola, ma per il momento tutto questo è pura utopia.
Infine, aspettando che i cibi vegetariani per cani e gatti si rendano disponibili anche nei supermercati, penso di sentirmi autorizzato a continuare a divulgare lo stile di vita cruelty free con la speranza che quando l’intera umanità, pena la sua estinzione, sarà vegetariana, anche tutti gli altri problemi saranno automaticamente risolti, a cominciare dalle guerre, dalla criminalità e, dulcis in fundo, dalla disponibilità di cibo vegetale per i nostri amici a quattro zampe.
A coloro che ci accusano di fanatismo faccio notare che anche i cavalli delle Shetland mangiano pesci morti, quando li trovano sulle spiagge, così come anche il vegetariano panda gigante mangia carne quando ne trova, e questo per significare che le categorie erbivori e carnivori non sono fisse e invalicabili, ma il singolo individuo può avere una dieta elastica.
A coloro che ci accusano di cadere in contraddizione faccio notare che è troppo comodo star seduti sul seggio del giudice e che nel mondo ci sarebbe bisogno di cooperazione, piuttosto che di competizione. Tat twam Asi, quello sei tu, in sanscrito, vale per il bovino condotto al macello ma anche per l’animalista pigro alle prese con fastidiose ma fondate critiche alla sua condotta.
Nessuno è perfetto e anche se sono scettico sul previsto risveglio spirituale di cui molti vociferano in relazione al 2012, anch’io mi auguro che i mattatoi spariscano dalla faccia della Terra, insieme alle macellerie, alle farmacie, ai laboratori di vivisezione e alle accademie militari. E’ un bel programmino, ma dovrebbe evitare, qualora implementato, di fornire a chiunque un qualsivoglia motivo di contrasto.
Secondo le mie aspettative, con o senza aiutino divino, alla fine dovremmo trovarci a far parte di un’unica collettività umana, fatta di belli o brutti, purché non anche cattivi. Solo così il dilemma del cibo smetterà di essere un casus belli.
La situazione è fluida.

17 commenti:

  1. Caro freeanimals,
    io non mangio carne perché non mi fa stare bene. E' una decisione personale. Poi, non è detto che un vegano o vegetariano sia per forza "migliore" - stavo pensando alla astrofisica Margherita Hack e ad Adolf Hitler (comunque a fatto vivisezione sui cavi umani)... Come possiamo pretendere da un cane o da una gatta che già ci "regalano" la loro presenza di non mangiare loro cibo naturale? Dov'é il rispetto e l'amore "incondizionato" che vede tutto da un piano superiore in un mondo completamente fuori asse! Gli Hare Krisa possono pure continuare a cantare e ballare nella loro "bolla" spirituale separato dall'ambiente chi gli circonda (chemtrails incluso). Secondo me è puro egoismo ad escludere questa specie di animali.
    Buona giornata.

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  2. Bungee, sono solito affermare che il cane è l'ambasciatore degli animali presso l'Homo sapiens, nel senso che c'insegna quanto sarebbe bello un mondo in cui uomini e animali fossero amici. Ma del gatto non posso dire la stessa cosa, perché, essendo un carnivoro puro e obbligandoci a scegliere se tenerlo in buona salute o essere coerenti con la nostra filosofia di vita, il gatto ci mette in serie difficoltà.
    Tuttavia, le cose non sono così drastiche come sembrano, giacché se è vero che è un carnivoro puro, è anche vero che le nostre superiori capacità intellettive ci dovrebbero permettere di trovare delle soluzioni. Se solo avessimo voglia di farlo.
    Cioè, si dovrebbe riuscire a trovare un cibo equilibrato che contenga le proteine necessarie a soddisfare totalmente le esigenze nutrizionali del felino domestico. Penso che dalle piante si possano ricavare le proteine di cui il suo organismo ha bisogno, così da permettere ai detentori di gatti (io non ne ho) di essere in pace con la loro coscienza.
    Non sarebbe una violenza esagerata se l'organismo felino non ne risente.
    Quanto a Margherita Hack, cosa ti ha fatto, poverina?
    Non sarà mica perché non riconosce l'esistenza delle scie chimiche?
    Ciao e grazie per la visita.

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  3. Buon giorno,
    a proposito di Margherita Hack incollo un commento di Corrado Penna sull'articolo di TankerEnemy (http://www.tankerenemy.com/2011/07/apocalisse-nucleare-los-alamos.html):
    "hack, cicap, adoratrice del nucleare, difensore dell'orotodossia scientifica, figlia di teosofi, dirà anche cose giuste, come a volte veronesi, ma è la polpetta succosa che nasconde il veleno"

    In merito ai felini non lo so ... Ho una gatta ma è talmente felina ed autonoma che mi sembra quasi l'opposto del cane. Che dire? Una gatta tenuta esclusivamente in casa potrebbe abituarsi al cibo vegetariana? Altrimenti l'istinto è troppo forte per la caccia sui topi, sugli uccelli ecc.. - lasciamola "libera". So, che i felini fanno un lavoro energetico di pulizia, hanno bisogno di toccare la terra per scaricarlo.
    Ho sentito dire che i cani cresciuti da piccoli senza carne stanno anche fisicamente bene. Io però nutro i miei cani con cibo dal supermercato.

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  4. Bungee, se il complottismo fosse una malattia, Corrado Penna sarebbe un caso clinico interessantissimo per i medici. Ma il complottismo per fortuna non è una malattia, poiché è solo un metodo per cercare di interpretare i fenomeni della realtà che ci circonda.
    Per capirci, Penna valuta negativamente la Hack per il fatto di essere figlia di teosofi, ovvero, dal suo punto di vista, satanisti favorevoli al NWO.
    Io valuto positivamente la Hack per il fatto di essere figlia di teosofi, perché è nata e cresciuta vegetariana. Cosa che è un fatto certo, mentre che lei e i suoi defunti genitori sapessero cosa fosse il NWO, è pura illazione. Membro onorario del CICAP e difensore dell'ortodossia scientifica sono la stessa cosa e in quanto al nucleare, non è certo l'unica e la prima persona rispettabile e intelligente che lo considera un rischio accettabile. O forse non ha mai approfondito la questione e si fidata di altri suoi colleghi fisici nuclearisti.

    Sui gatti anch'io non ne so molto, ma penso che quelli rustici abbiano gli istinti della caccia pienamente sviluppati, mentre quelli di razza sono più rimbambiti e preferiscano trovare la pappa pronta piuttosto che andare in giardino a far strage di uccelletti, topi e lucertole.
    Se il loro rimbambimento è frutto di selezione della razza, allora io dico: Bene! Continuiamo così. Continuiamo a selezionare razze feline che non abbiano più l'istinto della caccia e lascino in pace uccelletti, topi e lucertole.
    Se poi i chimici riescono a trovare cibi bilanciati in cui non manca niente di ciò che serve ai gatti per stare in salute, tanto meglio.
    E potrebbe darsi che già esistano cibi di tal fatta.
    Se poi qualche detrattore si scandalizza perché il gatto così viene snaturato, noi lasceremo che si scandalizzi.
    Ciao e grazie.

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    1. cit. :"Continuiamo a selezionare razze feline che non abbiano più l'istinto della caccia e lascino in pace uccelletti, topi e lucertole.
      Se poi i chimici riescono a trovare cibi bilanciati in cui non manca niente di ciò che serve ai gatti per stare in salute, tanto meglio.
      E potrebbe darsi che già esistano cibi di tal fatta.
      Se poi qualche detrattore si scandalizza perché il gatto così viene snaturato, noi lasceremo che si scandalizzi.
      Ciao e grazie."


      seriamente, queste frasi mi hanno messo la pelle d'oca. Mai pensato alla soluzione più semplice? Se sei vegetariano/vegano, e ti dispiace nutrire il tuo gatto con gli scarti dei macelli (croccantini ecc.) o con carne vera e propria, invece di auspicare inteventi biotech per inventare cibi veg per gatti (mamma mia!), semplicemente NON PRENDERE CON TE UN GATTO. Lascialo libero in natura, a nutrirsi di quello che trova, oditori, uccelli, lucertole... Assolutamente delirante e malsana la frase in cui parli della selezione delle razze feline. Ma ti rendi conto di quello che hai scritto?

      Francesco

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    2. Intanto benvenuto sul blog.
      E grazie per il commento. Ti dirò che anni fa avevo un gatto che mi portava in casa ghiri morti e parzialmente mangiucchiati, nonostante i croccantini non gli mancassero mai. Era il suo istinto, lo so, ma mi faceva una rabbia che non ti dico!
      Siccome la domesticazione è ormai in stato avanzato (5.000 anni per i gatti; 15.000 per i cani), penso che sia nostro dovere proseguire sulla stessa strada. La manipolazione delle razze domestiche per scopi gastronomici è da condannare, ma quella per scopi di miglioramento delle condizioni di vita del maggior numero possibile di creature è auspicabile. E' una questione etica.
      Quando la gente dice che siamo superiori agli animali pensa di poter fare di essi quello che si vuole e io spiego loro che la nostra superiorità si dimostrerebbe meglio se fossimo responsabili e consapevoli del diritto alla vita di qualsiasi animale, compresi quelli che vengono macellati e i cui scarti finiscono nei mangimi per i pets.
      Credo sia nostro dovere farlo, a prescindere dalle obiezioni di nutrizionisti, veterinari e anche animalisti che mettono al primo posto la salute dei loro beniamini e dimenticano il diritto alla vita del cosiddetto bestiame.
      In quest'ottica ti posso rispondere che mi rendo conto benissimo di ciò che ho scritto.
      Grazie.
      Ciao.

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  5. Ciao blogger.
    Avrei bisogno di contattarti per segnalarti un abuso.
    Dove posso scriverti in privato?

    Grazie e ciao

    Mo

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  6. Salve Mo!
    Puoi scrivermi qui:

    roberto.duria@gmail.com

    Grazie.
    Ciao

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  7. Più ti leggo, più ti apprezzo... anche se non condivido tutte le tue tesi.

    Una curiosità: gli Hare Krisna, che ci fanno con tutti quegli erbivori che allevano?
    Non è che a un certo punto li vendono al mac...?
    Ciao.

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  8. Gli Hare Krisna,allevano le muche per l'uso del late,cibo di fondamentale importanza nella loro dieta...quel che non so che fine fanno i vitellini,che la mucca debe avere per far latte...
    Roberto sei d'accordo con la manipolazione della razza per eliminare l'istinto naturale??? penso che questo non sia proprio competenza del uomo,e trovo una aberrazione la "creazione"di razze forzate,poi dove andrebbe a finire l'equilibrio naturale,per forse di cose intere specie andrebbero a sparire e questo andrebbe bene...questo mondo ideale,di paradiso ,credo sia una tua eredità"geovana"....
    In Argentina esiste un uccello tipico che si chiama "hornero" cioè fornaio,perchè fa il nido con fango,tutto tondo,è un laboro incredibile,i passeri,appena possono,cacciano gli "horneros"distrugono le loro uova,e occupano il loro nido...se un gatto si mangia i passeri sono contento !!!! fa giustizia agli "fornai"laboratori ed ingenieri di nidi !!!!! tu cosa faresti?una selezione di razza di passeri che non distrugano le uova altrui e rubino i nidi degli altri?
    P.S: ho visto che hai publicato la tua mail,mi piacerebbe inviarte un video,trata di una cosa discusa tempo fa in SL sulla "sensibilità" delle piante,dimi si posso e ti lo envio.
    Ciao

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  9. Wasp, grazie per l'apprezzamento. Non è obbligatorio essere d'accordo su tutto: il mondo è bello perché è vario.
    Gli Hare Krisna credono nella metempsicosi e quindi mai e poi mai venderebbero una mucca o una pecora ai macellai. Fossero tutti come loro non ci sarebbero più mattatoi ma, in questo caso, non posso applicare la regola precedente, cioè la presenza dei macelli non rende più bello il mondo.
    Anzi.


    Straker, mi hai fatto venire in mente l'attrice Angela Finocchiaro, nel film sui tre Babbi Natale, con Aldo, Giovanni e Giacomo. Quest'ultimo dava dimostrazione di adulazione nei confronti della Finocchiaro, che interpretava un commissario di polizia. Lei faceva vibrare la lingua guardandolo negli occhi con compatimento, ogni volta che Giacomo tentava di adularla. :-)

    Martin, hai messo molta verdura al fuoco!
    Conosco il fornaio argentino: è un abile costruttore, ma sia lui che i passeri sono selvatici e io non mi intrometterei nelle loro faccende. Lascio che se la sbrighino in base alle leggi della natura.
    Viceversa, che ci piaccia o no, cane e gatto, insieme agli altri animali domestici, sono entrati sotto la nostra sfera d'influenza. Li abbiamo snaturati già da molti secoli e dobbiamo occuparcene, se siamo persone responsabili, altrimenti siamo come quei padri che scappano appena vengono a sapere che la loro fidanzata è incinta.
    La specie "cane" non esiste più in natura, mentre la specie "gatto" esiste ancora e si chiama Felis silvestris. Il cane discende sia dallo sciacallo che dal lupo, specie entrambe che esistono ancora. Dunque, con la creazione del cane, non c'è stata una perdita nell'economia della natura, ma un acquisto.
    Invece, il bovino da cui discendono le razze domestiche, l'Uro, l'abbiamo fatto fuori. Non esiste più. E quindi, c'è stata una perdita.
    Io non so come sarà il mondo fra cento o mille anni, ma spero che prevalga la ragionevolezza di cui andiamo tanto fieri e che si ristabilisca un equilibrio naturale compatibile con la sopravvivenza di tutti. Se il cane dovesse scomparire, mi dispiacerebbe, perché è un animale stupendo. Come lo sono tutti gli altri ma di cui ancora non ci siamo accorti.
    Io vorrei che scomparissero i mattatoi e gli altri luoghi di tortura e massacro, di cui solo la nostra specie è responsabile. Che dici, pensi che ce la potremo fare?
    La mia mail non è segreta e accetto volentieri quel video.
    Anzi, ti ringrazio fin d'ora.

    Un saluto amichevole a tutti!

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  10. e solo una prova per vedere se sono riuscita a scrivere commenti

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  11. Salve Graziella! Benvenuta!
    Come vedi, non è stato difficile, specie se ti fai aiutare da uno bravo come Gianni.
    Alla prossima.
    :-)

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  12. ROBERTO LA MIA NUOVA EMAIL grazielladrigo@yahoo.it

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  13. solo un piccolo intervento per due specifiche:
    il cane vive benissimo da vegetariano se nutrito con cibi fatti in casa (vari libri tra i quali uno che mi hai dato tu, Freeanimals, ci indicano con cosa nutrirli);
    il gatto può essere nutrito da vegetariano se ha la possibilità di uscire per cacciare e procurarsi così la taurina della quale ha bisogno.

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