lunedì 23 gennaio 2012

Occhi grandi, mento arrotondato



Lo aveva già spiegato Lorenz nel ’43. In molte specie di animali omeotermi c’è la tendenza ad adottare un cucciolo extraspecifico purché abbia alcune caratteristiche, quali la testa più grossa in proporzione al corpo, gli occhi grandi, le zampe corte e il mento arrotondato.
E’ per tale ragione che l’uomo medio s’intenerisce di fronte ai cuccioli dei mammiferi ma anche di fronte ad individui adulti che abbiano i caratteri appena descritti, al punto da utilizzare a fini commerciali questo che tra i comportamenti umani è forse il meno spregevole. Lo sfruttamento di tale fenomeno avviene mediante pupazzi di peluche e cartoni animati per bambini.
In base allo stesso impulso protettivo, altre specie tendono ad adottare cuccioli extraspecifici, a volte facendo disastri. Per esempio, in alcune parti dell’Africa, le scimmie arboricole cercano di rapire cuccioli di cane nei pressi dei villaggi, ma portandoseli in alto sugli alberi, quei cuccioli hanno sempre vita breve perché non adatti a reggersi ai rami e quindi precipitando al suolo.


Vi sono stati casi famosi di bambini allevati dagli animali selvatici. Nella finzione letteraria, a pari merito, metterei Tarzan allevato dalle scimmie e Mowgli allevato dai lupi, ma negli annali storici troviamo il bambino lupo trovato in Francia nel 1799 e chiamato Victor e le due sorelle Amala e Kamala trovate in India nel 1920, anche loro allevate dai lupi ma passate alla storia come le ragazze gazzella. Senza dimenticarsi dei mitici Romolo e Remo allevati da una lupa, che in realtà pare sia stata una prostituta.
In tutti i casi, benché curati amorevolmente e sottoposti ad una normale educazione, difficilmente imparavano a leggere e scrivere e morivano entro breve tempo.
Ho detto che l’uomo medio s’intenerisce di fronte ai cuccioli e lo si vede dalle reazioni del pubblico di fronte a notizie di pedofilia, ma non tutti gli adulti umani provano lo stesso impulso protettivo nei confronti degli animali indifesi. Vi sono vaste categorie di esseri umani che, per mestiere o per diletto, non provando empatia verso animali adulti, non ne provano nemmanco verso animali in tenera età.
Tra gli adulti della nostra specie che non provano questo tipo di sentimento o, se lo provano, imparano presto a sopprimerlo, vi sono i circensi.
I lavoratori del circo, spettacolo che ottiene sempre meno credibilità, possono essere paragonati ai pedofili, perché se questi ultimi sottopongono minori a pratiche sessuali per un godimento personale, i circensi sottopongono gli animali a pratiche contronatura per un godimento reddituale, ovvero per scopi di profitto economico.
Le immagini di elefantini incatenati dovrebbero scatenare l’indignazione del pubblico e infatti la gente non viene ammessa durante
le fasi di addestramento, tuttavia qualche fotografo riesce ad infiltrarsi e a riportare immagini abbastanza chiare di ciò che viene fatto ai cuccioli d’elefante. La stessa redazione giornalistica non ha difficoltà ad usare la parola giusta, per presentare le foto, quella che di solito sono gli animalisti ad utilizzare ma che i media tendono ad addolcire: torture. Un plauso va dunque a quella testata, fermo restando che nessuna folla inferocita invaderà il tendone per liberare gli elefantini, come farebbe nel caso di minori umani.
Accertata la naturale attrazione da parte degli esseri umani verso i cuccioli delle altre specie, strutture normalmente deputate allo sfruttamento degli animali usano la stessa tecnica propagandistica per presentare al pubblico il proprio volto umano, ammesso e non concesso che ne abbiano uno.
Lo si vede dalla notizia secondo cui ben quindici veterinari sono stati ingaggiati per la prima operazione a cuore aperto mai fatta a un cucciolo d’elefante. Essendo nato in stato di prigionia, da una madre nelle stesse condizioni, è forse per questa ragione che è nato con una malformazione fatale che non gli garantisce la sopravvivenza. Se non fosse nato in uno zoo, ma allo stato libero, non avrebbe avuto difetti fisici o, in caso contrario, la sua vita sarebbe terminata tra le fauci dei predatori, come natura vuole. E invece, i dirigenti dello zoo si fanno belli con il pubblico pagante mostrando una falso “amore per gli animali” che, malauguratamente, se è manifestato dalla vecchietta volontaria al canile suscita commiserazione, ma se è pubblicizzato su tutti i giornali e attribuito a un’equipe di quindici medici suscita ammirazione.

Ci provano da molto tempo e ci provano sempre: direttori di zoo e circensi amano gli animali ospiti (non prigionieri, mi raccomando); i vivisettori dicono che le cavie stanno meglio dei pazienti nelle corsie d’ospedale; i cacciatori amano i loro cani e gli uccellatori gli uccelli che tengono in gabbia. Anche gli allevatori di animali da pelliccia e da carne si mostrano offesi se qualcuno avanza critiche nei confronti dei loro metodi d’allevamento e giurano di rispettare tutte le norme di rispetto del welfare esistenti. Perfino i trappers tempo fa avevano fatto circolare la notizia che avrebbero adeguato i loro strumenti usando solo tagliole umanitarie.
Tagliole umanitarie!
Si può trovare un ossimoro migliore di questo? Sì, e lo sentiamo da molti anni: pistola umanitaria. Ricorda molto le bombe intelligenti.
Sta a vedere che adesso le brutte notizie che ci giungono quotidianamente dai telegiornali sono tutte invenzioni di giornalisti sadici e
sfaccendati. Sta a vedere che adesso gli sfruttatori di animali amano veramente le bestie e gli animalisti mentono sapendo di mentire. Sta a vedere che adesso i governi gestiscono con rettitudine i popoli e pacifisti e altri antagonisti mentono sapendo di mentire. Sta a vedere che adesso i magistrati giudicano con giustizia e i gruppi radicali mentono sapendo di mentire. Sta a vedere che adesso i servizi segreti agiscono per proteggere la popolazione e i complottisti mentono sapendo di mentire.
Se questo è il migliore dei mondi possibili, perché le agenzie di stampa e le redazioni ci propinano quasi solo brutte notizie? Vogliono per caso prenderci per disperazione? Stanno mettendo in opera una specie d’assedio nei confronti dell’opinione pubblica?
Anche siti alternativi come Stampa Libera si sono accorti che la divulgazione unicamente di notizie negative fa aumentare l’acidosi negli utenti e sta di conseguenza cercando di introdurre correttivi, sulla base del principio condivisibile che il mondo è esattamente copia di ciò che c’immaginiamo che esso sia. Il mondo, dunque, come proiezione mentale del singolo individuo e se il singolo individuo dalla visione positiva riesce a diventare legioni, il mondo guarisce automaticamente.
E’ il gatto che si morde la coda, perché l’individuo comincerà a ragionare in termini positivi se otterrà giustizia e appagamento per i suoi bisogni spirituali, che sono o dovrebbero essere più importanti di quelli materiali. Ma fintantoché singoli e collettività si comporteranno secondo norme morali antiquate basate sui rapporti di forza, con l’autorizzazione a violare il quinto comandamento nei confronti degli animali, che è la base di tutte le disgrazie che colpiscono l’uomo, nessuno potrà avere una visione positiva del mondo. A meno che non si abbandoni alla filosofia della prepotenza uccidendo uomini e animali in stile Nimrod, senza curarsi dell’immoralità del proprio operato. Sono in pochi a godere della felice ebbrezza di dominare il prossimo, perché spesso è il prossimo a porre fine entro breve tempo al despota insensibile ed egoista. Gli altri, l’efferatezza del dominio, non gliela perdonano a lungo.
Alla fine, la visione pessimistica che pervade la maggioranza degli esseri umani è nient’altro che una forma di occulta vendetta che gli animali massacrati e oppressi si prendono nei confronti dei propri umani oppressori, poiché il corto circuito mentale che si attua ogni volta che un uomo uccide un animale logora la coscienza dell’individuo e gli deposita sensazioni di colpevolezza in fondo all’anima. E questo succede anche in chi è un convinto carnivorista e ritiene d’essere esente da conseguenze sgradevoli.
Tuttavia, questo accumularsi di colpevolezza è efficace se si ritiene l’uomo un animale speciale, nato da un atto creativo di qualche divinità oppure arrivato al possesso di autocoscienza del tutto casualmente. Se invece si considera l’Homo sapiens nient’altro che una scimmia, dotata di autocoscienza solo per un puro caso evolutivo, il massacro di animali da parte della nostra specie sarà visto come legittimo in un quadro più ampio di dinamiche di gruppo e non si proverà alcun senso di colpa nel mangiare animali. Di modo che, anche la visione del mondo potrà essere indifferentemente positiva o negativa, a seconda dei casi particolari che andranno a toccare l’interessato. La filosofia, in tal caso, sarà: vivi e lascia vivere.
Vi sono infatti evoluzionisti materialisti che si ritengono avulsi da qualsivoglia antropomorfizzazione, che mangiano serenamente carne e pesce e che degli animali sanno vita morte e miracoli. Tali scienziati sono semmai ancora più odiosi del più becero ignorante cacciatore, perché mentre costui uccide gli animali col piombo, la maggioranza dei biologi li uccide con le parole e gli scritti.

Non se ne accorgono, ma la loro spocchia li rende sgradevoli e inavvicinabili. Parlando con disprezzo di quanti provano compassione per gli animali oppressi, siano essi adulti macellati o cuccioli messi in catena sotto un tendone, finiscono per ragionare come l’ultimo dei bracconieri, usando le stesse argomentazioni. Parlano di “effetto Bambi”, tirando in ballo Walt Disney e i cartoni animati per criticare coloro che si lasciano commuovere dalla bellezza di cuccioli o adulti. Nelle loro dotte disquisizioni, vanno alla ricerca di motivazioni psicologiche che non troveranno mai. Attribuendo atteggiamenti contorti a chi s’intenerisce per un cucciolo e nel contempo mangia l’animale adulto, non fanno altro che proiettare freudianamente al di fuori di loro stessi quelle contorsioni e quella confusione che hanno dentro.
Piuttosto che disquisire sul perché e il percome gli esseri umani cadono spesso in contraddizione nei rapporti con le altre specie, io mi accontenterei che l’uso degli animali venisse vietato nei circhi, che gli zoo chiudessero e che gli elefantini venissero lasciati nascere e vivere nelle savane e nelle foreste. Tra chi li mette in catene e chi critica coloro che criticano gli schiavisti non so chi è peggio.
Anzi, lo so!
In questo attuale sistema, gli scienziati materialisti fanno già abbastanza danni, le facoltà di biologia sono mere fucine di specismo e nel nuovo mondo, se mai vedrà la luce, l’esame di etica antispecista sarà propedeutico e obbligatorio per proseguire gli studi.
E se i biologi non si adegueranno, saranno messi al bando. A deciderlo sarà la Dittatura del proletariato animale.

21 commenti:

  1. Beh, se le tagliole umanitarie ti lasciano interdetta, dì qualcosa su quell'animaletto con i grandi occhioni, in cima all'articolo.
    E' un galagone, in italiano, mentre in inglese si chiama "bushbaby", bambino della boscaglia, perché di notte (è notturno, ovviamente, con quegli occhi) lancia un richiamo che sembra il vagito di un neonato.
    Ciao

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  2. Anche il galagone è considerato una proscimmia, ma diverso dai lemuri del Madagascar. Infatti sulla grande isola non ci sono galagoni ma animaletti che gli somigliano come il microcebo murino di cui potrei mandarti una foto.
    Un giorno un bambino ci raggiunse sulla spiaggia. Dentro una scatola da scarpe aveva un microcebo, frastornato perché anche lui è un mammifero notturno. Ho dato una mancia alla madre del bambino che era nelle vicinanze e sono andato nella foresta spinosa a nord di Mangily per liberarlo.
    L'ho messo su un ramo ma prima che se ne andasse, con movimenti lenti, gli ho fatto delle foto.
    I galagoni invece li ho visti in Botswana, insieme alla miliardaria, ma solo da lontano e solo gli occhi fosforescenti tra i rami, perché era notte e non avevamo torce abbastanza potenti per illuminarli. Oltretutto, non si poteva scendere dalla jeep perché è pericoloso.
    Ah, l'Africa!
    Che nostalgia!
    :-(

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  3. Non è obbligatorio andare in Congo a liberare i Cenerini. Ho visto sull'enciclopedia il loro areale. Si trovano anche in Kenya, Gabon e Angola, cioè in tutta l'Africa Occidentale, se escludiamo il Kenya.
    Volere è potere e se prendi due settimane di ferie, ci possiamo andare insieme, perché, anche in questo caso, non è necessario essere miliardari per farlo.
    :-)

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  4. I soldi non sono un problema (quando ci sono!).
    Piuttosto, io mi preoccuperei degli aspetti burocratici della faccenda, cioè delle autorizzazioni a reintrodurre in natura animali sequestrati. Se in Germania non ci dovrebbero essere problemi, in Congo le autorità li creerebbero apposta per spillarci denaro.
    So come funziona, perché in Madagascar i funzionari fanno sempre così: approfittano dei bianchi.
    Purtroppo, dove è sepolta Elsa (ma tu lo sai?) non è l'areale dei Cenerini, perché la leonessa viveva in Kenya e i Cenerini sono uccelli forestali, che non vivono in savana. Tuttavia, in Kenya ci sono anche foreste e l'aspetto geografico è da approfondire.
    Ma comunque è prematuro parlarne. Perché altrimenti rischiamo di essere solo dei visionari velleitari.

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  5. Spostarsi dal Congo al Kenya non è uno scherzo, a meno che non si prenda un volo aereo.
    Comunque, essendo anche il Kenya l'areale dei Cenerini, non ci sarebbe bisogno di prendere aerei, perché faremmo entrambe le cose nella stessa nazione. In Kenya sono stato nel 2002, ma solo per venti giorni.....bei ricordi!!!
    Non basta avere le certificazioni di provenienza, bisogna avere anche quelle per la reintroduzione e in tal caso è necessario affidarsi a qualche ministero. Meglio sarebbe se i forestali tedeschi, che immagino si occupino della CITES come i nostri, prendano contatto con il ministero dell'ambiente keniota.
    Altrimenti, i funzionari dell'aeroporto di Nairobi ci farebbero storie di sicuro. E lo farebbero per spillarci denaro. Non è un'abitudine solo africana, ma di tutti i paesi poveri. E' chiaro che i soldi tolti ai turisti se li tengono loro e non li danno certo ai bambini ..... che muoiono di fame.

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  6. Se hai tempo e voglia, Nata Libera, qui puoi leggere qualcosa sulla CITES:

    http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/41

    Ciao

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  7. Devi fare copia e incolla.
    Incollare sul motore di ricerca e cliccare.
    Prova ancora, come ti ho detto.

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  8. Simpatico quadretto familiare! :-)
    Tuo marito non ha tutti i torti, perché i pappagalli potrebbero venir uccisi dagli indigeni in breve tempo.
    In Madagascar avrei potuto liberare delle tartarughe ma non l'ho fatto perché ho dovuto scegliere se fosse meglio per loro continuare a vivere in un recinto o sgranchirsi un po' le zampe nella boscaglia e venir catturate e mangiate dopo pochi giorni.
    E' una situazione triste e paradossale, trovare animali prigionieri senza che ci siano i loro aguzzini, ma la cosa giusta da fare nel loro caso era proprio di lasciarle lì dov'erano.
    Sui pappagalli non è detta l'ultima parola, ma dobbiamo pensarci bene.

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  9. In Africa è pieno di parchi ma proprio perché vi abbondano gli animali, la gente entra per cacciarli. Se non riesce a trarre profitto vendendoli vivi ai grossisti, si accontenta di mangiarli, perché così hanno fatto da migliaia d'anni.
    La natura è la loro fonte di sostentamento e non si fanno i nostri scrupoli di occidentali pasciuti.
    Anche nei parchi dove ci sono i rangers che vigilano sul divieto di caccia, la situazione sta peggiorando man mano che passa il tempo, perché la crisi economica è mondiale e si sente anche laggiù.
    Ne ho parlato recentemente con il segretario dell'Associazione Italiani in Madagascar (AIM) e mi ha dato conferma.
    Leggi cosa scrive a proposito del tabù dell'uccisione di lemuri:

    http://aimcircolare.blogspot.com/2012/01/i-lemuri-non-sono-piu-animali-sacri.html

    Ciao

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