martedì 15 maggio 2012

Cent’anni d’antroposofia


Mala tempora currunt per l’Occidente. Tra la crisi economica palpabile e i timori di una terza guerra mondiale, molti occidentali guardano alla campagna e ad un risveglio delle coscienze per sfuggire agli incubi indotti e pianificati dall’élite mondialista che muove i fili. Tra coloro che non si uccidono, ci sono molti che vedono nei ritmi rilassati della vita agreste, svincolati dalla dipendenza alla Monsanto, una via d’uscita alla mancanza di lavoro e di prospettive. C’è già chi lo sta facendo, alla spicciolata, e finisce pure sui giornali.
C’è però chi non guarda affatto alla campagna perché nella campagna ha vissuto, ci vive da sempre e ne ha tratto sostentamento per sé e per la famiglia. Non sto parlando di un appartenente a quella piccola percentuale di lavoratori, oggi assimilabili ad operai della terra, conosciuti con il nome comune di contadini, ma di una persona veramente speciale che ha fatto dell’agricoltura biodinamica la sua leggenda personale.


Parlare di agricoltura biodinamica in Friuli significa parlare di Graziano Ganzit, sessantaduenne codroipese, con cui ho fatto una 

chiacchierata, anzi di più, una rimpatriata, ponendogli alcune domande.

Tuo padre faceva il casaro e tu da giovane andavi in giro a portare le bombole del gas. Coma mai poi hai scelto l’agricoltura e perché proprio la biodinamica?
Nel mio caso c’è stata una vera e propria chiamata, una folgorazione sulla via di Damasco. Avevo già quattro ettari di terra, ma la coltivano svogliatamente con i metodi tradizionali. Ebbi un diverbio con mio padre che, nel giugno del 1980, dopo aver avuto un incidente in motorino e nel momento del bisogno, praticamente mi mise alla porta. Avevo una moglie e una figlia da mantenere, all’epoca, ma invece di farmi prendere dalla disperazione, ho reagito e mi sono fatto dare un prestito di 24 milioni di lire per comprare un camion e diventare padroncino. L’azienda vinicola per la quale effettuavo trasporti intendeva sfruttarmi, pagandomi 2.200 lire al quintale trasportato, anziché le 3.500 pattuite inizialmente, ma in questo modo non avrei potuto pagare le rate del camion. Era quel che si suol dire un ricatto occupazionale. Non riuscii a prendere sonno per due notti, quando fui posto di fronte a quella scelta, ma a un certo punto decisi di dormirci su. Al mattino la Provvidenza mi fece trovare un annuncio sul Messaggero Veneto in cui cercavano un camionista per trasporti regionali. Accettai l’incarico e interruppi il rapporto con la ditta sfruttatrice così che potei pagare il camion in sei mesi anziché in due anni.
A partire da quel momento le cose cominciarono ad andare per il verso giusto e mentre da camionista lavoravo la terra solo il sabato e la domenica, ci fu un momento in cui volli tentare un esperimento su cui meditavo da tempo: coltivare la terra in maniera rispettosa delle regole della natura. Fu così che nel 1982 lasciai il lavoro frenetico del camionista e mi dedicai interamente alla biodinamica. Nel 1985 ottenni le prime produzioni. Nel 1987 aprii quel negozietto che anche tu ricordi, piuttosto scomodo da raggiungere. Nel 1990 venne dalla Germania l’ispettore Julius Obermayer a conferirmi il marchio Demeter, di modo che impiegai tutti gli anni Ottanta per imparare e perfezionarmi, fino al riconoscimento ufficiale da parte dell’associazione internazionale per l’agricoltura biodinamica.
Si può dire che l’agricoltura biologica sia laica e quella biodinamica sia religiosa? Quali differenze sostanziali ci sono tra i due metodi di coltivazione?
Se religione deriva da “religo”, che significa ricollegare, allora la biodinamica è un’agricoltura di tipo religioso, perché considera molto importante conoscere e applicare le leggi del cosmo. La cosa interessante è che le leggi del cosmo applicate alla coltivazione della terra sono state sperimentate e si è visto che funzionano. I biodinamici per esempio stanno molto attenti agli influssi lunari, mentre i biologici non vi prestano eccessiva attenzione. Loro usano la pollina, cioè lo sterco delle galline, mentre noi no. Ma, per farti capire meglio, noi parliamo con le piante e gli animali, cosa che difficilmente i biologici fanno, non considerandolo necessario.

Che sentimenti ti suscita questa foto del tarassaco colpito da diserbante?

Il mondo va così. I diserbanti di una volta erano più stabili e si riusciva a individuarli, mentre quelli moderni hanno le molecole che si disgregano più facilmente, si disperdono nell’ambiente e vanno a infilarsi ovunque.
Un po’ come succede con gl’inceneritori che producono polveri ancora più fini di quelle di un tempo.
Infatti, negli acquedotti si mettevano i filtri a carbone per fermare l’atrazina e qualcosa si riusciva ad intercettare, ma se oggi non si parla più di quel diserbante nelle falde è perché i livelli di pericolosità sono stati modificati e il problema è stato “risolto” a suon di decreti.
Mi ricorda il Grande Fratello orwelliano. Presto c’imporranno di essere felici per legge. Come sai, ad entrambe le agricolture, biologica e biodinamica, contesto lo sfruttamento degli animali. La biodinamica prevede l’uso delle corna di mucca, che implica la macellazione, e della vescica di cervo, che implica la caccia.
Se ti muore una mucca di vecchiaia, dopo venticinque anni d’onorato servizio, che fai, la seppellisci così com’è o recuperi le corna? E se ti muore una gallina di morte naturale, non puoi mangiarne le carni?
Di solito la gente prova repulsione a mangiare un animale trovato morto.
Per la biodinamica non è un problema, se l’animale non è putrefatto e se è sempre stato sotto il tuo controllo. Se la sera era viva e l’indomani la trovi morta, dov’è il pericolo? L’agricoltura biodinamica non può fare a meno dell’animale per il risanamento della terra, anche perché le mucche accettano volentieri di collaborare con l’uomo cosciente che le rispetta. Noi la chiamiamo zootecnia sostenibile.
Questa mi sembra un’affermazione tirata per i capelli, e comunque decisamente antropocentrica.
Allevare significa levare in alto, portare ad un livello superiore di evoluzione e uno dei compiti dell’uomo steineriano è quello di facilitare l’evoluzione spirituale di tutte le creature. La terra non è solo quella che si vede. C’è anche la terra metafisica, che è quella che fa crescere le piante. Ci sono gli esseri elementali che aiutano il lavoro del contadino biodinamico e tutti sono chiamati a fare la loro parte in questo progetto cosmico, compresi gli animali da cortile.




Cioè, stai dicendo che gli gnomi e gli altri esseri degli elementi collaborano con il lavoro dei campi? Mi ricorda i coboldi che finivano il lavoro nottetempo nelle botteghe artigiane. Non ci sarà qui, in Steiner, qualche influsso culturale tipicamente tedesco?

Può darsi, ma una cosa è certa. Esiste un mondo soprasensibile con il quale il contadino biodinamico deve fare i conti. E in ogni caso nella nostra filosofia è previsto l’abbandono del consumo di carne. Infatti, le scuole steineriane sono frequentate da moltissimi bambini vegetariani.
Steiner è simpatico a molti perché ha lasciato la satanista Blavatsky. Come mai nel 1912 avvenne quella storica rottura?
Perché la chiami satanista? Era una donna energica molto ferrata in esoterismo e la cosa che faceva scalpore era il fatto che fosse una donna e non un uomo ad essere a capo di migliaia di adepti.
Io non mi stupisco di questo, perché nel Medioevo la figura della strega era preminente su quella dello stregone.
I motivi che portarono Steiner ad abbandonare la Blavatsky furono principalmente due. Per Elena tutti i maestri spirituali del passato erano sullo stesso piano, mentre per Rudolf la figura di Cristo era superiore a tutti gli altri. Inoltre, la Blavatsky voleva che le conoscenze esoteriche fossero appannaggio dei soli iniziati, mentre Steiner intendeva renderle di dominio pubblico. Infatti ha creato la scienza dello spirito, per questo, e le sue conferenze erano così affollate che i vigili urbani dovevano chiudere le strade dal grande flusso di persone che c’era.
Come alle conferenze di Chiumiento. Quasi.
La teosofia voleva studiare Dio; l’antroposofia l’uomo. L’uomo appartiene alla decima gerarchia, dopo gli angeli che costituiscono la nona e gli arcangeli che stanno all’ottava. Nella prima c’è Dio.
E gli animali?
Gli animali fanno parte della natura e non rientrano nella lista delle gerarchie perché non sono dotati di io cosciente.

Vabbé, lasciamo stare. A Steiner si riconosce il merito di aver inventato un sistema educativo e un’agricoltura 



dolci, ma quando si metteva a parlare di lemuriani o di venusiani, non ti sembra che esagerasse un po’?

Steiner era un chiaroveggente. Lui vedeva cose che gli altri comuni mortali non vedevano. Era in grado di acquisire conoscenze soprasensibili e sapeva che i lemuriani erano esteriormente come noi, ma fatti di una sostanza diversa dalla nostra. Erano fatti di una specie di gelatina, perché la materia vibrava in modo diverso da come vibra ora.
Okay. Ci sono molti timori e molte aspettative per il 2012 e l’Occidente sembra stia andando a rotoli. Secondo te quali possono essere le cause?
La causa principale è dovuta al fatto che diamo valore a un sistema che non ha valori. La grande finanza emette carta straccia e domina le persone. Però, francamente, non capisco da quali timori la gente dovrebbe farsi schiacciare. Io faccio la mia vita di sempre e così dovrebbero fare tutti. Non voglio essere preoccupato ma voglio tenermi occupato, insegnando ad un giovane di un paese della zona che vuole coltivare i campi con metodi biodinamici e cercando di impedire che a pochi chilometri da qui costruiscano una centrale a biogas, con tutti gli inconvenienti di natura ecologica che ciò comporta.
Al di là del 2012, con o senza il calendario Maya, c’è molto lavoro ancora da fare e una buona stretta economica potrebbe essere l’opportunità giusta per fare collettivamente un salto evolutivo. Per capire quali sono i veri valori della vita.
Su questo siamo perfettamente d’accordo. Se ti ricordi, ho comprato da te i primi prodotti biodinamici trent’anni fa. Come mai i prezzi non sono mai calati e le agricolture dolci non hanno preso piede nella società?
Perché in Italia abbiamo avuto una cintura sanitaria che, su indicazione delle industrie agrochimiche, mandava i suoi tecnici a scoraggiare gli agricoltori. Ma in Austria i prezzi dei prodotti bio sono uguali a quelli convenzionali.
I soliti sfigati, noi italiani! In finale, dimmi qualcosa dei tuoi asini. Com’è nata questa tua passione?
Non è una vera passione. Mi sono ritrovato a lavorare con alcuni di loro, di razza romagnola, perché come ti ho spiegato gli animali sono necessari all’agricoltura biodinamica, e ho scoperto molte cose sulla loro personalità.




Per esempio?

Che Camilla, quando usciamo con il carro, se trova strisce pedonali che il giorno prima non c’erano, si ferma e prima di proseguire le tocca con il piede. Che Rino una volta si è fatto venire un’inesistente zoppia per impedirmi di uscire con lui, nonostante tutti e cinque gli asini amino andare a sgambettare un po’ per le strade. E infatti, il medico da cui sono andato lo stesso giorno, mi disse che avevo fatto bene a non stancarmi, per via del mio cuore malandato. Rino lo sapeva e mi aveva forse impedito di avere un infarto.
Mario è il più giovane, ed è castrato. L’altro maschio si chiama Lello e poi c’è Margherita. Sono animali gerarchici e a ragliare per primo è sempre Rino, lo stallone. E così anche per l’accesso al cibo. Sono intelligenti come gli umani.
Grazie Graziano. Anche se non siamo d’accordo sul rapporto uomo animali, direi che il modo in cui li trattate voi è infinitamente migliore di quello con cui sono trattati nelle stalle industriali e nelle cosiddette filiere zootecniche. Fosse tutta così, l’agricoltura, ci metterei la firma. E gli asini l’impronta degli zoccoli.

4 commenti:

  1. interessante !!
    so pero´che non avremo tempo per andare a trovarlo vero?
    io comunque di agricoltura non so niente
    :-(

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    1. Se ti piacciono gli asini, possiamo andare a trovare Graziano. Abita a tre Km fuori Codroipo. Anzi, se non hai niente in contrario, possiamo anche chiedere se ci porta a fare un giro con il carro. Per gli asini non è rilevante portare una, due o tre persone sedute dietro.

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  2. si puo´fare!!
    l´unica preoccupazione e la mia cagnetta che non so come reagisce

    a me piacciono tutti gli animali

    :-)

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    1. In questo caso, anche per non far innervosire gli asini, Birba rimarrà a casa nel cortile, insieme a Pupetta, come faremo quando andremo al cinema.

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