lunedì 23 luglio 2012

Visita ad un kibbuz cristiano


Loro sono persone serie, che si rimboccano le maniche e non restano a piangere e lamentarsi davanti a un computer, commentando sui siti di controinformazione. Vengono dal Veneto e da Trieste; uno di loro viene dal Piemonte e hanno costituito una comunità che mira ad essere autonoma e a sganciarsi dalla dipendenza del petrolio. Le tecnologie per farlo esistono da anni, la letteratura pertinente è abbondantissima e loro sanno come si fa. Il collante che li tiene uniti è la religione cristiana, ma attraverso la visuale steineriana. Si può dire, quindi, che c’è un quinto vangelo, il vangelo di Steiner, ma la Chiesa cattolica non lo sa. Meglio così!
Quattro secoli fa loro sarebbero finiti immancabilmente sul rogo, a causa della preminenza che danno all’arcangelo Michele, a un Cristo metafisico fuori norma, ai collegamenti cosmici tra terra e cielo e alla pagana Madre Terra. Per fortuna siamo ancora in un paese libero, in cui tutte le credenze religiose sono tollerate. E poi, l’importante sono i risultati. Anzi, visto che stiamo parlando di un’azienda agricola, i frutti.
Si chiama “Nuova Terra”, che ovviamente si dedica alla coltivazione dei 12 ettari dell’azienda, ma ci sono anche l’istituto di ricerca “Eureka”, che cerca di applicare il pensiero di Steiner alla vita quotidiana, l’associazione “Arca della vita”, che si occupa di esoterismo e la cooperativa edile “Casa e salute”. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.



Il primo con cui ho scambiato quattro chiacchiere, mentre aspettavo di partecipare alle visite guidate, è stato Antonio Scioscia, 

quarantunenne originario del Piemonte, ma dal 1999 associatosi al triestino Enzo Nastati, patron fondatore della comunità. E’ solo dal 2004 che Antonio si è stabilito a Beano di Codroipo, dove è sorta l’azienda. Si occupa della parte commerciale, cioè va quattro volte la settimana a Trieste a vendere i prodotti omeodinamici (una volta li chiamavamo biodinamici).

Va in una grossa città come Trieste e non va più a Udine, perché quest’ultima è circondata dalla pianura e ci sono, anche in territorio urbano, molti orti a conduzione familiare: la gente non compra verdure che può coltivarsi in casa e quindi per la Nuova Terra non è più conveniente.

Mentre il pubblico cominciava ad affluire in quell’evento che è stato chiamato “porte aperte”, Antonio mi ha dato delucidazioni su alcuni articoli in vendita all’interno del centro visite. Una delle questioni a cui loro tengono particolarmente è quella dell’inquinamento elettromagnetico e 

infatti ho visto magliette da indossare quando si sta molto tempo davanti al computer, medagliette con simboli particolari da mettere al collare del cane per smorzare gli effetti nocivi del microchip, rosoni di diversi colori e con differenti simboli da tenere appesi alle pareti della casa, sempre per contrastare le radiazioni nocive. Mancavano solo i dispositivi nati dalle teorie di Wilhelm Reich ed eravamo al completo! Insomma, c’è tutto un mondo da studiare in fatto di elettromagnetismo, ma la tentazione di pensare che nelle medagliette e nei rosoni apotropaici ci sia un pizzico di superstizione, per uno scettico come me, è forte.

Tuttavia, mi astengo dal giudicare perché la mia ignoranza è considerevole e in questi casi un umile atteggiamento possibilista è d’obbligo.

La cinquantina di ospiti arrivati alla fine si è divisa in due gruppi, che si sono poi avvicendati a metà mattinata. Io mi sono aggregato per primo al gruppo della bioedilizia, il cui cicerone si chiamava Dario Artuso, di 33 anni, veneto, che ha cominciato 

dicendo che il loro obiettivo è quello di creare un villaggio ecosostenibile che li traghetti senza danni in quest’epoca di transizione verso “nuovi cieli e nuova terra”. Ha spiegato che per ottenere energia hanno già una torretta eolica non ancora funzionante, ma è stato quando ha detto che vorrebbero mettere quattro asini a girare in tondo attorno a un dispositivo simile a una dinamo che mi si sono girate le scatole.

Possibile che gli animali debbano sempre finire sfruttati anche da parte di chi aspira ad entrare in un nuovo mondo spirituale? Il paradiso terrestre è destinato solo agli esseri umani? Steiner era uno specista come tutti gli altri e dev’essere questo il motivo per cui non mi è simpatico.
Dario mi ha dato la stessa risposta che mi diede Graziano Ganzit, leader storico codroipese della filosofia steineriana: senza gli animali, nell’azienda omeodinamica si crea disarmonia, poiché hanno un ruolo preciso da svolgere, quello di dare il loro impulso benefico. Soprattutto il bovino che è l’animale più cosmico che esista (reminiscenza indù?).
In definitiva, gli asini, secondo Dario Artuso, hanno bisogno di sgranchirsi le zampe e sono contenti di essere attaccati a una specie di macina. Mi ricorda quell’aspirante sciamano secondo cui gli animali sono contenti di offrirsi in sacrificio o gli uccellatori secondo i quali i loro uccelli sono trattati meglio degli esseri umani o i vivisettori per i quali le cavie stanno negli stabulari in condizioni migliori dei pazienti nelle corsie d’ospedale.
Becero antropocentrismo, in tutti i casi!
Ma lasciamo stare. Non sarà questo particolare, benché macroscopico, ad impedirmi di vedere i molti pregi del lavoro svolto da Dario e dalla sua associazione. Le strutture abitative stanno lì a dimostrarlo. Non è stato usato cemento, perché succhia le forze di vita, ma balle di paglia pressata e tenuta assieme da correnti di legno. Le pareti quindi hanno uno spessore di sessanta centimetri, mentre l’intonaco esterno, fatto di letame, siero di latte e sabbia, può arrivare anche a 8 cm di spessore.
Non è l’unico tipo d’intonaco, perché c’è anche quello di pozzolana, calce idraulica e sabbia, a seconda che si tratti di interni o esterni. Anche con il legno si usano due tipi diversi di trattamento: solo una passata di sapone di Marsiglia, sulla maggior parte della superficie, oppure uno strato d’olio di lino, sulle travi e gli scuri esposti alla pioggia.

Il centro in costruzione, che gode di un contributo regionale pari al 50 % del costo finale e che dovrebbe diventare spaccio, scuola e casa del custode, si stima abbia un costo di 1200 euro al metro quadro, mentre se l’avessero costruito secondo l’edilizia tradizionale ne avrebbero spesi 1800 al m2.

I lavori non sono ancora finiti, ma si sta cercando di realizzarli secondo la sezione aurea, la stessa che si usava per costruire le chiese nel medioevo. Dice Dario che c’è una profonda saggezza da riscoprire nel nostro passato. Per esempio, lo stesso San Benedetto costruiva i monasteri con un quadrato al centro di un cerchio, di modo che le forze di morte del quadrato venissero neutralizzare dalle forze di vita del cerchio, armonizzandole. Dario dice che questo serve a facilitare il dialogo tra cielo e terra. San Benedetto si sarebbe limitato a dire: Ad majorem gloriam dei. L’importante è che chi abiterà quelle strutture provi un senso di benessere, grazie alle forze di vita ivi presenti.
Anche l’officina dev’essere trattata in modo particolare, poiché laddove vi siano ingranaggi e rotelle che si respingono le une con le altre, sono presenti forze di morte che devono essere rese innocue.
Le pareti di legno sono state ideate e costruite in maniera molto ingegnosa. Per ottenere il massimo isolamento possibile è stato usato legno di larice all’esterno e d’abete all’interno. In mezzo, disposti su scansie, cascami di lana delle industrie tessili. Il tutto diligentemente aerato affinché non ristagni l’umidità, non si formino muffe e la parete resti sana per lungo tempo. Si calcola che un edificio in legno di tal genere può avere una longevità tra i 100 e i 130 anni.

La lana, che in Trentino viene lasciata marcire nei campi, viene venduta dalle industrie tessili come scarto di lavorazione dai 3 ai 5 euro al Kg. A loro servivano 55.000 kg ma per fortuna sono riusciti a trovarla a 60 centesimi al chilo.

Dopo esserci portati all’interno, Dario ha spiegato che sotto i pavimenti sono stati messi fili di rame in forma romboidale, a scopo antisismico. In caso di terremoto la rete di rame funziona come un diapason e si è calcolato che il dispositivo dovrebbe sopportare terremoti fino al quinto grado della scala Richter. Secondo Steiner l’interno della Terra è composto di nove strati, tanti quanti sono i pianeti del sistema solare e siccome i terremoti sono generati dal sesto strato, quello connesso a Giove, se ne deduce che quest’ultimo abbia la sua parte di responsabilità nei terremoti che si verificano sulla Terra.
Ma questa non è la cosa più difficile da accettare detta da Dario. C’è di peggio e io non ho potuto fare a meno di contestare quanto detto dal nostro cicerone. E’ a causa delle brame e delle passioni basse e animalesche (oltre che sfruttati anche diffamati!) che avvengono i terremoti.
Alla mia domanda su cosa avessero fatto di male i modenesi per meritarsi il terremoto della fine di maggio, Dario mi ha risposto che non si tratta precisamente dei modenesi, ma di tutta l’umanità. E quindi i terremoti dovrebbero capitare ”n’do cojo, cojo”, per dirla alla romanesca.
Poi si è messo a parlare della seconda venuta di Cristo e allora ho capito che ci trovavamo in pieno misticismo, benché anch’io sia favorevole ad un cambiamento di consapevolezza che il ritorno di Cristo dovrebbe portare. Stupisce però come Dario sia riuscito a passare da un discorso scientifico accettabile senza difficoltà, con la risonanza dei rombi di rame in caso di terremoto, a un messaggio di fede a cui io personalmente – non so gli altri visitatori – non sono più abituato.
Comunque, la venuta di Cristo dovrebbe alterare la nostra struttura molecolare, fino a farci diventare humus, insieme all’intera materia che dovrà diventare un sole.
Non so, in tutta sincerità, se mi piacerebbe diventare humus!
Questi cristiani ce l’hanno fissa! Polvere sei e polvere diventerai. Almeno l’Islam promette una cinquantina di belle Urì a testa.

A metà mattinata c’è stato il cambio di cicerone e sono andato a sentire Claudia Paggiaro, ex casalinga veneta, che ora si occupa

 delle coltivazioni. Qui la faccenda è diventata davvero interessante. Tanto per cominciare le serre vengono chiamate “nursery”. L’aspetto religioso è presente ovunque (con una croce), anche in cima al “bugno”, quella specie di cappelletta montana al cui interno i semi vengono tenuti ventiquattr’ore affinché possano caricarsi delle energie per germinare. Li si mette accanto alla carota madre, per esempio, in modo che le forze cosmiche passino dall’archetipo materno ai semi figli, in una ruota energetica che dura da milioni d’anni e che il bravo contadino omeodinamico deve facilitare. Anche Claudia ha fatto cenno all’Io di Gruppo delle piante, come Dario aveva fatto cenno all’Io di Gruppo degli animali, e quando ci ha accompagnato alle serre non ha avuto alcuna esitazione a dire che le piante parlano tra loro. Anzi, per aiutare questo silenzioso dialogo vengono messe certe piante vicino a certe altre: l’echinacea con l’ortica; il biancospino con il pino marittimo.

Ognuna ha il suo compito e tutte producono l’armonia necessaria per far crescere gli ortaggi.  In effetti, i pomodori che ho visto avevano un bell’aspetto e le foglie erano di un verde sano e attraente. Nessun concime chimico viene usato e i diserbanti sintetici sono off limits, ovviamente. Per tenere lontane le piante infestanti si usa la pacciamatura del terreno con paglia, ricca di silicio.

Il concime utilizzato, mescolato alla torba che devono far arrivare dalla Germania, deriva sia dal cumulo vegetale (fibre), che da quello animale (letame) e la sua genuinità si vede dalla gran quantità di lombrichi che ci vivono. L’altra operazione importante è il rincalzo, ovvero coprire di terra la base delle piante, più e più volte, ma senza scavare troppo a fondo, giacché la parte fertile che serve alla pianta è in superficie. Errore gravissimo è quindi quello dei contadini tradizionali che, a bordo di potenti trattori, rivoltano la terra con vomeri che arrivano a 50/60 centimetri di profondità.

Nuova Terra produce ortaggi, ciliegie, mele, cereali e foraggio per i quattro asini, attaccati, quando serve, a un piccolo aratro. Lo spaccio è aperto tutti i sabati mattina e si trova in Via Ferrovia, 70, a Beano di Codroipo.

Dulcis in fundo, Claudia ci ha fatto visitare la Casa per Michele, una specie di tempio dedicato all’arcangelo che sovrintende ai 

lavori dell’azienda e, in genere, alle loro vite.

C’è un bellissimo affresco sul soffitto della Sala dei Misteri del Tempo, non privo d’influssi paganeggianti, ma prima di accedervi si attraversa l’atrio dotato di due colonne, quella della forza e quella del coraggio, che ricordano un po’ le due colonne massoniche.
Sul soffitto dell’atrio c’è un grande foro simile a quello del Panteon a Roma, che dovrebbe offrire un battesimo di luce a tutti coloro che entrano.
Per dare un ulteriore tocco di sacralità, caso mai ce ne fosse bisogno, per accedere al piano di sopra è necessario togliersi le scarpe, come nelle moschee, oppure mettersi delle soprascarpe in plastica, come nelle sale operatorie. Di sopra si tengono i semi per la germinazione e le piantine prima di essere messe a dimora, per una sorta di benedizione angelica, presumo.
Claudia ha concluso la sua apprezzata lezione dicendo che siamo venuti sulla Terra per un motivo preciso. Io non so bene quale sia il motivo per cui sono venuto sulla Terra, ma so che sono venuto a visitare la Nuova Terra per scrivere un articolo.
Ed è, bene o male, ciò che ho fatto.



14 commenti:

  1. Articolo carinissimo, devo dire che la tua destrezza con la penna e arguzia si sono fatte notare ancora piu del solito.
    Forse perchè eri piu rilassato per il fatto che gli asini sono sopravvissuti (al meno per il momento)......
    Vittorio

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    1. Per la verità, lo specismo antropocentrico che spunta ovunque come gramigna mi amareggia assai. Del resto, vi ero preparato perché risalgono a una ventina d'anni fa le mie discussioni con Graziano Ganzit, che ho intervistato un paio di mesi fa e presso cui c'erano altri asini della stessa famiglia di quei quattro che ho visto ieri. Graziano non vive lì, ma a qualche Km di distanza. E' inutile dire che gli animali sono tenuti bene (il che è vero), perché quando viene la loro ora potrebbero fare la stessa fine che fanno tutti gli altri: potrebbe essere chiamato il macellaio. Questo è ciò che abitualmente si fa secondo le regole contadine, anche quando c'è una forte spiritualità di mezzo e si dà poco spazio al materialismo. Purtroppo, far uscire gli animali dal ruolo di schiavi è un'impresa titanica.
      Ciao

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  2. "Claudia ha concluso la sua apprezzata lezione dicendo che siamo venuti sulla Terra per un motivo preciso. Io non so bene quale sia il motivo per cui sono venuto sulla Terra, ma so che sono venuto a visitare la Nuova Terra per scrivere un articolo.
    Ed è, bene o male, ciò che ho fatto".

    E l'hai fatto molto bene.

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    1. Ti ringrazio Zret! Modestia a parte, avevo anch'io la sensazione di aver prodotto qualcosa di godibile. Ora si tratta di vedere se i lettori (penso a quelli di Stampa Libera) lo apprezzeranno o se sono tutti in ferie.
      Ciao

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  3. bell'articolo,c'e ne per fortuna qualcuno che ci crede a qualcosa e lo realizza,poi la unica soluzione per l'umanità e tornare a queste piccole comunità,dove ci si può per logica vivere in armonia.
    Sugli asini metila in questa maniera,loro lavorano le sue ore,come gli uomini,di quel posto,tutti devono contribuire col suo sforzo,e ricevono cura e cibo,di solito chi segue la filosofia staneiriana non maltrata gli animali.
    ciao

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    1. Anche Paolo Benvegnù, che alleva capre e ha visto un puma di recente, tratta molto bene le sue bestie, ma alla fine decide della loro vita e della loro morte, quando non sono più produttive.
      E' la logica dello schiavista, che anche gli steineriani seguono come tutti gli altri specisti. Se devo scegliere tra come sono tenuti gli asini in quella fattoria e come vengono tenuti altrove, in stalle industriali, non c'è dubbio che preferisco l'azienda "Nuova Terra", ma non siamo ancora alla perfezione del totale rispetto dell'altro. In questo caso l'altro è l'animale.

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  4. Si sono le piccole comunità l'antitesi alla globalizzazine assassina!
    Certo che l'essere umano sembra proprio una pecora belante in cerca di una pastore da seguire!!!
    Comunque, al di là di ogni personale considerazione sulla generica organizzazione di gruppi di persone, è sempre meglio vivere in piccole comunità che, con la scusa di seguire la "parola" del proprio Dio, si danno delle regole pratiche ed etiche che sono propedeutiche alla sopravvivenza ed all'evoluzione.
    Steiner che fu un essere "quasi illuminato" (quasi per via della religiome, a mio avviso) di enormi e straordinarie virtù non credo abbia mai pensato a qualche forma di "sfruttamento" o asservimento degli animali che invece considerava, alla pari degli uomini, dotati di anima.
    Bell'articolo al solito. Ciao Roberto.

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    1. Già la distinzione che Steiner faceva dei 4 regni: minerale, vegetale, animale e umano, denota il suo specismo. Escludendo l'uomo dal regno animale fa quella operazione che hanno fatto migliaia di altri filosofi, pensatori e guide religiose, crea un abisso tra l'uomo e le bestie, con gravi conseguenze per queste ultime.

      La tentazione di entrare a far parte di comunità siffatte è molto forte, in me, ma provo tale attrazione da molti anni, da prima ancora di conoscere Steiner. Per natura sono un orso, socievole misantropo e un po' schizofrenico.
      Purtroppo, con le mie idee agnostiche mai mi darebbero i loro bambini per fare loro da insegnante (l'unico mestiere che ho imparato nella vita).
      Comunque, più avanti magari chiederò un'intervista al fondatore della comunità, il triestino Enzo Nastati, che ieri non si è fatto vedere.

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  5. é vero,non siamo alla perfezione,ma non penso che l'especismo c'entri,si guardi quanti millioni di uomini,donne e bambini vengono usati come bestie di lavoro,in paesi poveri in forma piu evidente in quelli ricchi in forma piu nascosta,di solito chi ha una certa sensibilità benchè "usi"l'animale,son certo che non gli farà del male,e che non gli sparerà un colpo quando questo non sia piu produttivo...
    Su chi decide della vita di uni o gli altri,basta pensare a come siamo messi noi,se un cretino che governa decide di entrare in guerra,il suo popolo è una vittima,se un'altro cretino che governa,ci tartassa con tasse di ogni genere,fino al punto che ti possono lasciare per strada,allora non siamo messi meglio degli animali,c'è sempre un "superiore"che decide purtroppo per le nostre vite,diretta o indirettamente,pensa come siamo piu simili agli animali di quanto pensiamo,che persino quel "superiore"che ci tiene dalle palle alla sua volta,nemmeno lui si sente libero,e ci crede ad un dio "superiore"a lui a cui prega !!!
    Penso alla mia cagnolina,ovviamente non la farei lavorare,ma comunque conviviamo,io gli do del cibo,acqua,la curo se ha bisogno,lei mi fa compagnia,mi rallegra la giornata,"scambia"la sua fratellanza con la mia ospitalità,certo che non faccio un contratto con lei,è semplicemente tutto naturale.

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  6. Se al posto di "specismo" metti "razzismo", capisci che hanno quasi lo stesso significato, ma che cambia il soggetto vittima dei soprusi.
    Lo specismo è peggiore del razzismo, anche se la gente non se ne accorge perché è ella stessa specista. Infatti, lo specismo porta all'uccisine dell'animale, oltre che al suo sfruttamento, mentre il razzismo porta generalmente all'odio più o meno represso, all'allontanamento e alla ghettizzazione.
    In tempi passati portava anche allo sfruttamento nei campi di cotone senza paga sindacale, ovvero in stato di schiavitù e solo in qualche caso il padrone latifondista bianco arrivava al punto di uccidere i propri schiavi negri.
    Oggi ci sono forme più soft di schiavismo, per esempio a Rosarno nei campi di pomodori dove lavorano africani con paghe da fame, me nessuno di loro viene macellato, scuoiato, usato come bersaglio nella caccia e fatto esibire nei circhi, come avviene con gli animali.
    In questo senso gli animali se la passano peggio, benché specismo e razzismo abbiano la stessa radice culturale e siano entrambe una forma di patologia comportamentale.

    La gente è talmente abituata a pensare in modo specista che non se ne accorge e trova normale lo sfruttamento degli animali.

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  7. rivadisco il mio concetto che è l'uomo ad essere violento e sfruttatore per natura,sia questo un animale o un altro essere umano.Ci sono paesi in quali dei bambini vengono usati fino allo sfinimento,cominciano ai 5/6 anni e non arrivano agli 15 !!! in India ho voluto documentare il lavoro atroce di bamabini in un capanone,alla periferia di old Delhi,son dovuto correre a gambe levate perseguitato dai custodi del posto,come c'è la vivisezione animale c'è anche quella umana,con i traffici di organi,prelevati alle migliaia di bambini spariti nel nulla,un tempo era generale,l'uso di bambini per le loro ridotte dimensioni nel lavoro delle miniere,morivano come mosche,era "normale"oggi non è cosi accettato in gran parte del mondo,sarà che in qualche maniera ci si sensibiliza col tempo,c'è da sperare che cosi succeda anche per il resto del mondo al piu presto e considerando anche gli animali.come dice Kundera...

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    1. Se io non parlo spesso dei bambini-talpa usati nelle miniere o delle piccole tessitrici indiane incatenate al telaio, non per questo considero meno grave ciò che viene loro fatto e più grave quello che viene fatto agli animali.
      E' sbagliato fare contrapposizioni. Scrivendo dei diritti degli animali cerco solo di riequilibrare le cose, dal momento che la maggior parte degli umanitari e dei riformatori ha in mente solo i diritti umani e c'è come un abisso tra l'Homo sapiens e le altre specie.
      E' in questa dimenticanza, in questa trascuratezza che nasce ogni forma di violenza ai danni degli animali. Tuttavia, penso che le nostre rispettive visioni delle cose si sovrappongano.
      Grazie.
      Ciao

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  8. Mi sembrano persone ben disposte , ma che si stanno richiudendo in una prigione di superstizione e ignoranza peggiore della nostra.
    Il bello è che mescolano concetti interessanti a fesserie palesi ed evidenti , fino ad ottenere un qualcosa che , magari , funziona.
    Chiaramente per loro gli animali sono forza lavoro e cibo, nient'altro.

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    1. Purtroppo, lo specismo che li porta a credere che gli asini siano contenti di girare attorno a un perno è l'aspetto più deteriore del loro apparato filosofico.
      Per il resto possono credere che le piante parlino tra loro o che la carota madre trasmetta quel quid di energia cosmica ai semi delle carote in fieri: non è un problema per me.
      Di sicuro non stanno peggiorando la situazione della fertilità della Terra, non usando sostanze di sintesi.
      Poi possono credere anche che l'arcangelo Michele sovrintenda al loro operato: male non fa.
      Io sono d'accordo con Biglino e Sitchin. Gli angeli altro non sono che alieni, come pure quello che per secoli abbiamo chiamto Dio.
      Sono credenze "border line", ma in tutti i casi non facciamo del male a nessuno.
      Ciao.

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