domenica 30 settembre 2012

Anche le formiche mostrano i muscoli


Ebbe un discreto successo editoriale il libro di Gino & Michele uscito nel 1991 e intitolato “Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano”. E’ un libricino che non poté mancare nella biblioteca di quelle persone che all’epoca leggevano Lotta Continua e la rivista satirica “Cuore” e che oggi seguono Travaglio e la Gabanelli. Gente di Sinistra, per intenderci, qualunque cosa ciò possa significare.
Eppure, le formiche, arrabbiate o meno, restano formiche. Estremamente vulnerabili.
La formica – INA scuola e l’esopiana cicala insegnano – è simbolo di laboriosità e risparmio, ma se una formica, da sola, si mettesse ritta su un binario, alzasse le zampette davanti e pretendesse di fermare il treno in arrivo, diventerebbe simbolo di qualcosa d’altro. Per esempio, della pretesa assurda da parte delle minoranze d’impedire l’attuazione dei progetti della maggioranza. Il sale della terra e il lievito nel pane sono figure retoriche inventate da utopisti frustrati, anche di una certa fama, per non dover ammettere la natura utopica della loro stessa filosofia. Un po’ come quando all’alba dell’umanità a qualcuno venne la brillante idea d’inventare l’anima che sopravvive alla morte del corpo, per non dover ammettere il disfacimento totale dell’individuo.
Endorfine ideologiche.




Quella è stata la mia impressione sabato sera a Udine, durante le due fasi della manifestazione contro la multinazionale americana Harlan, specializzata nell’allevamento di cavie da laboratorio. Prima il corteo per le strade del centro e poi quella che avrebbe dovuto essere la conferenza dall’ospite d’onore, Massimo Tettamanti, nel salotto buono della città. Prima la camminata e poi il riposo, ma le sedie sotto la Loggia del Lionello, di tanti ch’eravamo, non sono bastate e molti si accalcavano in piedi, ai lati, per partecipare al rito. Per prendersi la benedizione della messa di mezzanotte.

Credo che gli udinesi non abbiano mai visto una cosa del genere e m’immagino quanti tajuts di vino siano rimasti a mezz’aria tra gli avventori stupiti dei bar all’aperto, nonostante qualche rara goccia di pioggia, quando vedevano passare così tante formichine animaliste, tutte insieme e tutte più o meno incazzate. M’immagino anche che molti cacciatori, macellai e altri sfruttatori di animali avrebbero voluto avere a disposizione, in quel frangente, qualche provetta di virus ebola, da gettare sotto i piedi dei manifestanti, come si faceva con le fialette puzzolenti a Carnevale, così da far strage, in blocco, di quei fanatici rompiscatole.
Per nostra fortuna, le industrie farmaceutiche sono impegnate a torturare animali e il virus ebola – o i gas nervini – non sono a disposizione del pubblico, ma solo dei terroristi governativi o di quelli fai-da-te.

Mi sarebbe piaciuto ascoltare i commenti degli astanti, di coloro che uscivano dai negozi per veder sfilare quel fiume di persone, molte con il cagnetto al seguito, ma essendomi trovato all’interno di quel fiume, per la nota legge d’indeterminazione di Heisenberg, il mio punto visuale e uditivo non me l’ha permesso. Tuttavia, vedevo l’espressione sui loro volti, un misto di soggezione, serietà incredula e paura indefinita. La stessa espressione che devono avere i turisti che ammirano le cascate del Niagara.

E se adesso cominciano a spaccare le vetrine, deve essersi chiesto più di un commerciante. In Italia siamo stati abituati ad associare le manifestazioni con i saccheggi, ma la presenza delle forze dell’ordine non in assetto  antisommossa, benché dentro il borsone portato a tracolla s’immaginasse la presenza del casco, testimoniava l’innocuità dei manifestanti. E se la questura ha mandato i suoi sgherri senza corazza protettiva, possiamo star tranquilli.
Gli slogan urlati – Animali liberi! Animali liberi! – non erano una novità, ma l’energia che scaturiva dal corteo sì, lo è stata, almeno per me. Non è stato un corteo silenzioso, come sono in genere i cortei degli animalisti, gente per bene ed educata a non sporcare, nemmeno dal punto di vista acustico. Quello di Brescia contro la caccia, di pochi giorni fa, è stato comatoso in confronto a quello di Udine, ma non si pensi che io voglia stilare una campanilistica graduatoria di cortei dal punto di vista energetico: è solo che a Brescia c’erano meno di 500 persone e a Udine eravamo in mille. Le tematiche, caccia e vivisezione, sono parimenti serie ed emotivamente coinvolgenti. Ma con i cani usati nei laboratori abbiamo un feeling speciale, rispetto ai fagiani e ai fringuelli. C’è poco da fare.

Mille garibaldini a Udine, sabato 29 settembre, ma se la massoneria non ci dà una mano, come con gli altri mille più famosi, non si ottengono risultati per gli animali oppressi.

La differenza, nel bene o nel male, è che le truppe garibaldate dicevano: “Qui si fa l’Italia o si muore!”, mentre noi inconsciamente dicevamo: “Qui si fa giustizia per le cavie o si va a casa aspettando la prossima manifestazione”.
E’ da una vita che vado alle manifestazioni, inframmezzate da azioni dirette clandestine, molto più succulente, e se devo dire che qualcosa è cambiato non è nel numero degli animali torturati, ma in quello degli attivisti. E’ indubbio che gli animalisti siano aumentati di numero in questi ultimi trent’anni, ma il potere delle industrie farmaceutiche mi sembra identico se non ancora più solido di prima.
Le parole di autocelebrazione degli oratori che hanno concluso la serata mi sono sembrate più un querulo peana della vittoria, la vittoria per una battaglia che non avrà mai fine, la foto di famiglia in un interno di una minoranza incompresa e odiata da tutti gli altri.
Fanatici ed estremisti, ci definiscono, anche quando chiediamo cose che dal nostro punto di vista sono moderate, ragionevoli e minimali. Figurarsi se andassimo a spaccare veramente le vetrine delle macellerie, che putiferio ne verrebbe fuori. O se assaltassimo gli allevamenti di cavie portandone fuori qualcuna.

Eppure, questo è esattamente ciò che è successo a Montichiari in aprile, quando l’ennesimo corteo contro l’allevamento Green Hill, da sonnacchioso che avrebbe dovuto essere, si è trasformato inaspettatamente in qualcosa d’altro, in un evento epocale, con la foto del cucciolo di beagle passato da mani umane al disopra del filo spinato, che ha fatto il giro del mondo.

E forse a Udine si è vista l’onda lunga di quell’emozione, di quell’eggregora straordinaria e imprevista. Il pubblico ha reagito bene alla violazione della proprietà privata di un allevamento che dà lavoro a onesti cittadini. I cuccioli tirano dal punto di vista spettacolare e anche quel baciapile di Gianluca Felicetti, presidente della Lega Anti Vivisezione ha dovuto starsene zitto. Se la liberazione artigianale dei beagles fosse fallita, se invece di essere stata fatta in Italia fosse avvenuta in Cina, lui avrebbe tirato fuori il disco rotto della condanna e della presa di distanza: “ Così non va bene! Così si fa fare un passo indietro al movimento! Così ci diamo la zappa sui piedi!” Ecc. Ecc.
Squallide strategie ipocrite degne più di un bottegaio piccolo borghese, che non di un guerriero dell’arcobaleno utopista. Infatti, gli anarco-animalisti non lo possono soffrire, né lui né l’associazione di cui è presidente. Ma questo è un peccato perché il “divide et impera” è sempre in agguato e la L.A.V. è un’ottima e giustamente stimata associazione, a prescindere dai suoi presidenti.
Oddio, il sospetto che le grosse e consolidate associazioni animaliste vivano grazie all’esistenza degli sfruttatori di animali, c’è, ma questo si potrebbe sospettare anche della Chiesa, che vive grazie alla presenza del Diavolo, inteso come personificazione del Male, e si potrebbe sospettare anche delle forze di polizia, che vivono grazie alla presenza della criminalità. Un cosmico Yin Yang inestricabile e indissolubile.
Tuttavia, al di là di tale quesito metafisico, il potere degli Illuminati, che una volta si facevano chiamare capitalisti o finanzieri, esiste e si manifesta ingannevole nella vita delle persone. Noi pubblico pagante. Noi gregge belante e votante, votati al Male senza saperlo. Condotti per mano da pastori infidi e menzogneri. Ammaliati da ideologie ipnotizzanti e melliflue. Noi consumatori di farmaci spazzatura e cibo surgelato.

Ci fanno credere che le torri gemelle le hanno buttate giù 19 beduini e ci fanno credere che le industrie farmaceutiche lavorano per la nostra salute. L’inganno è globale, come dice Massimo Mazzucco, e dura da secoli, se non da millenni. Unico rimedio è venirlo a sapere. Se qualcuno ti dice che la Chiesa mente, che i mass-media fanno altrettanto, che le istituzioni esistono per sfruttare il cittadino e che i governi fanno dei popoli loro sottoposti ciò che più gli aggrada, non c’è bisogno che ti spari un colpo in testa. Basta che ne prendi coscienza. Ciò che non ti ammazza, t’irrobustisce.

In questo senso, anche un corteo rumoroso per le strade di una piccola città- stavolta è toccato a Udine – può essere vista come un’opportunità per acquisire consapevolezza della realtà. Ma è necessario che il messaggio sia chiaro. Il nemico non è l’industriale del farmaco, o non è solo lui. Il nemico sta nell’ombra e si camuffa da persona cravattata e rispettabile.
Non è facile riconoscere gli alieni tra noi. Il nemico è il prete che predica dal pulpito, ma non sono tutti i preti. Il nemico è il politico ladro, ma non sono tutti i politici. Il nemico è il medico che appare in tivù, ma non sono tutti i medici di famiglia.
Bisogna usare discernimento. Partendo però da un punto fermo: nulla di buono può venire dalla sofferenza inflitta ad innocenti. Nessun farmaco salvavita sperimentato sugli animali salverà la tua anima, quell’anima che non esiste come prolungamento della vita ma come coscienza divina del bene e del male.

Tu sarai veramente un uomo, un essere angelico, quando mostrerai amore per il fratello più debole, il fratellino peloso che ti scodinzola quando t’incontra. Sarai veramente un angelo quando rispetterai la vita e il diritto alla non sofferenza di chi è alla nostra mercé, indifeso e inerme, sia esso prigioniero di guerra, visone in gabbia o fagiano in libertà vigilata.

I beagles di Green Hill, liberati da improvvisati fanatici estremisti, sono stati un cuneo nelle tenere carni della nostra opulenta società, sempre meno opulenta, esattamente come i cani in genere sono gli ambasciatori del mondo animale presso la santa sede dello specismo umano. Esattamente come la cultura induista, di cui l’animalismo è fotocopia sbiadita, nonché estrema propaggine, è un cuneo nella coscienza antropocentrica dell’umanità. Siamo tutti esseri dotati d’anima (sempre lei!) o, più laicamente, di soffio vitale.
E infatti, a sorpresa, la regione Friuli V. G. ha emesso una legge che permette l’accesso ai cani e ai loro tutori negli uffici pubblici e nei negozi. Mo’ voglio vedere chi sarà il primo ad entrare con il cagnetto al guinzaglio in un supermercato. Io sarei tentato di farlo a Codroipo, con la mia Pupetta, e se il direttore della COOP mi chiedesse di uscire io gli sbatterei in faccia la Gazzetta Ufficiale, con tanto di legge nero su bianco. E se mi chiedesse perché non le metto la museruola come previsto dalla legge, gli risponderei che non esistono museruole per carlini. Sarebbe un bello spettacolo per frettolose massaie. Didattico ed educativo.
Intanto a una cosa la manifestazione di Udine è servita: ha dato gioia a chi vi ha partecipato. Non a me, che non faccio testo, ma a tutte quelle persone che interrompevano gli oratori ogni momento con applausi scroscianti. Un rito collettivo da telepredicatori afroamericani e un rafforzamento dello spirito di corpo.
Harlan non chiuderà l’allevamento di Azzida in comune di San Pietro al Natisone, ma un interessante fenomeno sociologico ha avuto luogo sabato sera. Un movimento che molti giudicavano una moda passeggera e su cui negli anni Settanta non avresti scommesso un soldo bucato, sta mostrando i muscoli e, se è vero ciò che hanno detto sia Massimo Tettamanti che Carla Rocchi, i vivisettori stanno cominciando ad avere paura degli animalisti.

Non si presentano ai dibattiti pubblici in cui gli antivivisezionisti sono presenti e preferiscono i canali collaudati degli altoparlanti di regime come Panorama [1] che ancora insistono con il vecchio ronzino di battaglia della contrapposizione tra il benessere di noi umani e quello dei non umani. Uno slogan retorico che ha avuto un enorme successo nei decenni scorsi, ma che sta cominciando ad incrinarsi.

Tanto che risulta verosimile l’affermazione secondo cui guru della vivisezione come Maglioncino Garattini e Vegetariano Veronesi siano preoccupati per il calo delle vendite di farmaci. L’osceno titolo della copertina di Panorama, dopo la liberazione dei beagles, è: “O la cavia o la vita”, astuta tecnica per distogliere l’attenzione del gregge su quella che è la realtà dei fatti. O la borsa o la vita è la minaccia che da sempre vivisettori & affini rivolgono alla gente che, per non perdere la vita, preferisce dare a BigPharma la borsa. Anche se la vita, prima o poi, la perderà lo stesso.
Alla fine, se è vero che una formica sul binario non può fermare un treno, è anche vero che un topolino può terrorizzare un elefante e BigPharma potrebbe benissimo impersonare l’archetipo del gigante dai piedi d’argilla. Il movimento animalista cresce, a dispetto delle previsioni dei bookmakers. Non sarà anche questo un risveglio delle coscienze? Stiamo per caso andando verso l’aumento della famosa massa critica?
Piccole formichine crescono.



Note:
[1] Panorama del 16.05.12, pag. 42





15 commenti:

  1. Mi ritrovo molto in quanto c'è scritto.

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    1. Grazie.
      Anche per essere stato il primo (e forse unico) commentatore.
      Ciao

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    2. Ciao Roberto ci sono anch'io.
      E sono d'accordo su tutto.
      Intanto il mondo se ne va dall'altra parte.
      Un treno che s'allontana sempre di più.
      E noi alla ricerca di ...
      Ciao

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    3. Citazione:
      "Un treno che s'allontana sempre di più.
      E noi alla ricerca di ...".

      Un'immagine poetica e i puntini di sospensione mi ricordano qualcuno.

      Zret, per l'esattezza.

      Ciao

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  2. Ciao Rob, ho già postato il commento al tuo articolo su SL, ma lo faccio ancora più volentieri qui, in casa tua.
    Bellissimo articolo, ribadisco, ma hai notato da te con chi hai a che fare... devo dire che i lettori di SL, seppure tra i più colti, non brillano certo per animalismo nè per sensibilità, come il 99 % degli umani, pensa te come siamo messi, non c'è speranza.
    Mi chiedo spesso che cos'è che stabilisce questa distanza enorme tra noi e loro, perchè noi percepiamo la sofferenza di qualunque creatura e a loro invece non gliene frega meno di niente.
    Roba da farti disamorare persino della ricerca spirituale, se la devi condividere con gente così limitata e bigotta, e purtroppo così è il mondo.
    Difatti mi è passata la voglia di postare commenti, meglio ascoltare il vento tra gli ulivi, tempo speso meglio e dà più gioia.
    E non mi voglio arrendere...continuo ad aspettare senza neppure troppa speranza nuovi cieli e nuova terra, assolutamente indifferente a qualsiasi trattativa e compromesso... o così o niente, nessuna paura.
    Un saluto
    Sandra

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    1. Secondo te dipende dall'impostazione data da Lino Bottaro?

      L'ho conosciuto ed è una brava persona. Cattolico, forse, ma a modo suo. Poi c'è SDEI, mio conterraneo, anche lui con tendenze misticheggianti. Un certo Parusia, arrivato da poco e poco lo conosco, ma è della famiglia degli spiritualisti.
      Gli altri mi sembrano laici, ma evidentemente non basta perché Stampa Libera finisce per attirare gente con la testa fra le nuvolette popolate da angioletti.
      Gente innocua, sia chiaro, ma poco realistica.

      Cambiando discorso, dopo il successo di Udine ci abbiamo preso gusto e il 20 andiamo a Correzzana, vicino Monza. Andrò in pulmann.

      Nella tua regione c'è qualcuno che organizza e lo puoi trovare qui:

      Livorno/Pisa/Viareggio/La Spezia https://www.facebook.com/events/419685801421218/


      Sarebbe bello conoscerti, così potrei chiederti scusa (anche se vedo che mi hai già perdonato).
      Ciao

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  3. No, secondo me non dipende da Lino Bottaro, che anzi, ha messo uno spazio libero a disposizione di tutti ed è tanto.
    E' che comunque la gente in linea di massima ha lo spessore che ha, si contenta e si entusiasma per poco, sennò il mondo non sarebbe quello che è. La sofferenza, il dolore dei deboli, degli indifesi sono per questa gente delle vere rotture di palle, argomenti imbarazzanti e fastidiosi.
    Molto più divertente cimentarsi con le modalità dell'ascensione o del risveglio della griglia terrestre, magari pregando padre pio, sangennaro e l'angelo custode, che più ne metti e meglio è... sono un pò stanca e demotivata da questo circo pseudospirituale che sta imperversando ovunque..ormai ci sono in giro più addotti che ragionieri, il tutto comincia ad assumere l'aspetto di una commedia grottesca. Devo stare un pò per conto mio a pensare...poi ti dico...
    ciao
    sandra





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    1. "Più addotti che ragionieri" potrebbe essere il titolo di un mio eventuale prossimo articolo. Grazie per lo spunto.
      Grossomodo ho individuato due categorie di "fusi-di-testa": i soft e gli hard, ovvero quelli appena appena e quelli fuori come un balcone. A tutti mi sembra giusto dare spazio per esprimersi, anche a costo di rendere Stampa Libera un'accozzaglia di paranoici. Basta la presenza di pochi saggi a nobilitarla.
      Tra quelli "appena appena" ci sono anche alcuni miei colleghi autori, ma non voglio fare i loro nomi. Se Lino li apprezza, li apprezzo anch'io, anche se le loro tesi richiedono un atto di fede. Tra quelli "fuori come un balcone" ho individuato alcuni utenti affezionati, ma non dico loro ciò che penso della malattia mentale che li affligge perché non è giusto e su questo sito - come anche su questa Terra - c'è posto per tutti.
      Ora mi sento tollerante e benevolo, ma può darsi che un giorno perda anch'io la pazienza o mi demoralizzi com'è capitato a te, ma anche se dovessi cantargliele chiare, non so quanto sarebbe utile.
      Non è certo con le mie sfuriate eventuali che guarirebbero dall'insanità mentale in cui versano.
      Per ora le cose vanno così.
      E' interessante, sul piano sociologico, seguire gli sviluppi.
      Freeanimals, dopo Martin e te, sta diventando un "rifugium peccatorum". Un blog di transfughi.
      Noi animalisti, comunque, siamo transfughi di vecchia data.
      Ciao e grazie.

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  4. voglio dire che comunque SL è un bel sito d'informazione, democratico e laborioso, continuo a leggerlo volentieri, e come dici tu, è interessante sul piano sociologico, è un punto di osservazione privilegiato di come gli individui reagiscono agli eventi, dal tipo più pessimista, a quello che il suo angelo lo salverà di sicuro, a quello che si fa l'orto e la scorta di candele..insomma, un bel film da seguire con interesse. Un peccato che gli utenti siano spesso disinteressati a temi cruciali.. messo ancora peggio dell'animalismo è l'attenzione per la Terra, per esempio i bellissimi articoli di M.Rita D'Orsogna sul fracking sono stati ignorati dai lettori... il gossip-alieno tira di più, decisamente.
    buona giornata dal "rifugio peccatorum"...
    Sandra

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    1. Infatti, a nulla è servita la particolare attenzione che Lino ci mette sulla questione del fracking. Anch'io confesso di non aver letto tutti gli articoli di Rita d'Orsogna, benché con quel cognome, io che sono orso, avrebbe dovuto attirarmi.
      Dal Rifugium peccatorum senza candele né scatolame, ti saluto.
      Ciao

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  5. Probabilmente la conoscerai,Marina Tonini. anch'io avevo letto le sue vicende tempo fa, ma devo dire che l'avevo sottovalutata... è veramente un piacere ascoltarla, un raro caso di contatto ufo piacevole e positivo, poichè "come dicono i siriani, ognuno ha l'alieno che si merita".
    svagati un pò, che ne abbiamo bisogno:
    http://www.youtube.com/watch?v=zWZ2t_EYnow

    interessante anche questo, sul dna quantico:
    http://www.youtube.com/watch?v=nxVi5jNWLZg

    un saluto
    Sandra

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    1. Grazie!
      Marina Tonini non l'ho mai sentita.
      Vedrò con piacere i due video, perché l'ultima volta che ne ho visto uno da te segnalato mi sono prorio divertito.
      Era quello dei nazi-ecologisti. Ricordi?
      Davvero spassoso!

      Ciao

      P.S.
      Allora, hai deciso di non venire a Correzzana il 20?

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  6. già, te l'ho mandato quella volta che ci davano dei neo-nazisti perchè non mangiavamo carne, roba da matti...
    Correzzana è più lontana della luna per me...
    ciao ^_^

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  7. Sempre dolceamaro ma incisivo.
    Porta il mio cuore insieme a voi a Correzzana.

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    1. Fra una decina di giorni potrai leggere il mio resoconto sulla manifestazione di Correzzana.
      Peccato che tu non venga. A causa del piccolo, immagino.
      Grazie per la visita.
      Ciao

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