giovedì 28 febbraio 2013

Buoni o cattivi?



Testo di Federico Bellini




I rapimenti da parte di alieni sono stati registrati soprattutto nei paesi occidentali o comunque in quei paesi dove sono predominanti la cultura e i valori occidentali. Questo aspetto è probabilmente dovuto ad una maggiore diffusione delle notizie, insieme alla condivisione da parte di persone che vivono tali esperienze, rispetto a paesi sottosviluppati dove sono ancora vissute sotto un'ottica mistico-religiosa. In alcuni paesi dove la popolazione coltiva ogni genere di credenza soprannaturale, le esperienze di rapimento vengono confuse o semplicemente accostate ad altri fenomeni paranormali, ma anche l’occidente non si trova a percorrere una strada priva di pericoli, dacché la scienza è incorsa, fino in epoca recentissima, in errori macroscopici. La difficoltà consiste nella scelta dei paradigmi, ma per evitare che l’elenco si allunghi troppo, mi limiterò a rievocare solo alcune tappe significative: Niccolò Copernico (1473 - 1543) aveva postulato la centralità del Sole rispetto alle orbite planetarie; Giovanni Keplero (1571 - 1630) dimostrò la giustezza dell’idea del sistema eliocentrico; Giordano Bruno (1548 - 1600) ebbe la temerarietà di sostenere che esistono parecchi universi; Galileo Galilei (1564 - 1642) respinse definitivamente la Terra dalla sua precedente posizione centrale nel Cosmo. Se pensiamo che persino Euclide Alessandrino, intorno al 300 a.C. esclamò “Quod erat demonstrandum” (nessuno ha ancora provato niente di simile!), è facile pensare quanto la strada per la conoscenza, per l’Essere Umano, sia ancora molto lunga da percorrere.

mercoledì 27 febbraio 2013

Risultati elettorali



Testo di Fabrizio Belloni 



Quello che mi piace è poter guardare i risultati con il distacco di chi non si sente intimamente legato a nessuno degli schieramenti, o dei partiti presenti nel circo elettorale. Occhio disincantato. Dunque. Uno ha vinto, unico. Uno ha pareggiato in trasferta. Tutti gli altri hanno perso.
Sarà interessante innanzi tutto contare quanti, tra astenuti, voti cosiddetti “di protesta” (che poi di protesta non sono: sono antisistema), schede bianche, schede nulle ci siano in totale. A questi bisognerà aggiungere anche quelli che si sono rifiutati di votare e lo hanno fatto mettere a verbale. Una cosa è certa, facendo i conti della serva: 75% alla grande di votanti; meno i cosiddetti antisistema che sono il 25%; meno le schede bianche , le nulle ecc. ecc. si arriva a meno del 50%. Un italiano su due, in un periodo di crisi, ha voltato le spalle al Patto Sociale. Repubblica di Weimar. Con quello che ne seguì.
Un’altra considerazione: nel festival dell’astensionismo e del rifiuto, i votanti per le “regionali” sono un po’ di più di quelli che hanno votato per il governo centrale. Indicativo. Non è ancora il rifiuto totale del sistema (anche se ci stiamo avvicinando a rapidi passi), ma è la nausea del potere romano. Inizio della fine, C.V.D.
E veniamo prima di tutto agli sconfitti.

martedì 26 febbraio 2013

Gli animali ci rendono umani




Testo di Paola Cerana





Gli aborigeni australiani hanno un detto: “I cani ci rendono umani”.
Oggi sappiamo che questo è letteralmente vero. Dalla preistoria alla storia, l’animale uomo è infatti diventato quel che è perché si è evoluto insieme ai lupi, poi cani, in virtù di un reciproco bisogno di sopravvivenza. Il rapporto tra noi e loro è tuttora indissolubile, anche se le necessità che ci legano sono cambiate: i cani hanno bisogno di noi innanzitutto per nutrirsi e sentirsi protetti; e noi abbiamo bisogno di loro per riversare e ricevere un affetto che difficilmente tra esseri umani si può provare.
Ebbene, io credo che tutti gli animali, non solo i cani che hanno la sorte di viverci accanto, tutti ma proprio tutti gli animali ci rendono più umani. A un patto, però: che li ascoltiamo, li rispettiamo e li amiamo. Altrimenti gli animali diventiamo noi!
Non so se saremo mai in grado di parlare agli animali come il dottor Doolittle nel suo film, né se loro saranno mai in grado di risponderci. So però che noi esseri umani possiamo e dobbiamo imparare ad ascoltarli, facendo un enorme passo indietro rispetto alla presunzione d’essere superiori. Non è attraverso la grammatica del linguaggio che dobbiamo entrare in contatto con loro, ma attraverso la grammatica dei sentimenti e dell’empatia. Così, cercando di accogliere in noi quella dimensione ancestrale che inevitabilmente ci rende pazzescamente simili agli animali, potremmo dialogare con loro e rendere una vita più felice sia a loro che a noi stessi.
Io sono sicura che chi sa parlare con gli animali è più felice di chi non ne è capace ed è anche molto, molto meno solo.
E allora, ricordiamocelo sempre di fronte alle ingiustizie subite dagli animali, dalle nefandezze di chi ne fa cavie alle crudeltà di chi li abbandona: riflettere e combattere perché queste brutalità non accadano è un atto di umiltà che ci può davvero rendere fieri d’essere quel che siamo. 
In fondo, un tempo anche noi eravamo animali e nell’evolvere in esseri umani abbiamo rinunciato a qualcosa che via via è diventato inutile alla nostra sopravvivenza. Ora, avvicinarsi agli animali, ascoltarli, capirli e rispettarli significa recuperare parte di quel qualcosa perduto, ma non perduto per sempre.


Paola Cerana

lunedì 25 febbraio 2013

Nudi alla meta

L’altra sera a Udine, aspettando il treno delle 22.07 per tornare a casa, ho osservato un ubriaco che a mala pena si reggeva in piedi. Teneva gli occhi chiusi, segno che il suo organismo gli suggeriva di dormire per smaltire l’intossicazione da alcol, ma lui resisteva e si ostinava a rimanere in piedi, appoggiato al muro della sala d’aspetto e a sedersi vicino agli altri passeggeri, per poi rialzarsi e tornare a ridosso del muro.
Una donna, seduta e con un libro in mano, era particolarmente infastidita e diede un urlo quando l’ubriaco, che le si era avvicinato, stava per caderle addosso, recuperando l’equilibrio all’ultimo istante. Il suo urlo fece ridere catarticamente tutti i presenti. La donna, confusa, cambiò posto mentre l’ubriaco continuava a tenere gli occhi chiusi, barcollando. Un signore impietosito, a cui l’intossicato aveva chiesto da mangiare, gli diede un panino e, sempre con gli occhi chiusi per il sonno, l’ubriaco si mise a mangiarlo.
Anche a me aveva chiesto, un attimo prima, qualcosa da mangiare, ma non gli avevo dato nulla, perché nulla di commestibile avevo con me. Meno che mai gli avrei dato soldi, che probabilmente sarebbero stati spesi in alcolici. 

domenica 24 febbraio 2013

Dall’est vengono i barbari

In un articolo che ho pubblicato su Stampa Libera il 16 luglio dell’anno scorso sono stato accusato d’essere razzista perché avevo raccontato di tre furti compiuti nello stesso negozio da ladri di origine balcanica.
All’inizio ha commentato un albanese (Parit.llulla) con queste parole: 

mama mia che schifo di articolo. e una vergogna. credo ,anzi sono sicuro che non legero mai piu un articolo su questo sito,anzi ne parlero in giro,un articolo razzista che ala fine l’autore con filozofia cerchera di sviare la vera natura di questo articolo”.

Poi si sono uniti anche un paio di utenti italiani (Don Hitler e Arati) che mi hanno principalmente accusato di:

1)    aver generalizzato;
2)    aver voluto applicare il “divide et impera”;
3)    aver sviato l’attenzione dai veri problemi, cioè mi è stato replicato con la tecnica retorica del “benaltrismo”;
4)    aver associato il manifestarsi della criminalità con l’arrivo degli immigrati.

L’albanese ha espresso quest’ultimo punto con le seguenti parole:

come diavolo si fa a pensare che la delinquenza sia arrivata con gli imigrati???e una cosa demenziale. gli imigrati e vero che portano anche delinquenza ma portano sopratutto soldi,tanti soldi e non sto qui a spiegare a 4 ignoranti perche portano tanti soldi”.

sabato 23 febbraio 2013

La vergogna d’essere svizzeri



Testo di Silva Martinelli




C’era una volta un paese piccolo, piccolo, come del resto piccola, gretta e meschina era la mentalità dei suoi governanti. In quel paese tutto doveva essere ordinato e al suo posto: la neve sulle montagne, l’acqua nei fiumi, i cani al guinzaglio e gli orsi nella fossa di Berna. L’essere umano era l’unico e indiscusso signore e padrone. Solo lui aveva il diritto di invadere le case e i giardini degli altri animali, ma se un cervo osava mangiare una foglia di vite,  un cinghiale addentrarsi in un parco pubblico, un capriolo brucare innocentemente i fiori del cimitero venivano condannati a morte senza processo né avvocato. Figuriamoci poi un lupo, una lince, un orso…..che per sopravvivere a volte scambiavano gli animali-schiavi, proprietà dei signori umani, per comuni prede! Questa è la storia di un orsetto che ha avuto la sfrontatezza di oltrepassare i nostri confini. Sua mamma gli diceva sin da piccolo: “quello non è un paese per orsi. Tuo cugino maggiore ha osato entrarci ed è stato brutalmente messo a morte”. Ma si sa, i ragazzi vogliono fare e sbagliare di testa loro, e cosí l’orsetto ha messo piede dove non avrebbe mai dovuto. Come tutti gli adolescenti di questo mondo era intrepido e ficcanaso e questa sua innata curiosità gli è costata molto cara. I governanti del paese piccolo, piccolo hanno iniziato ad etichettarlo come problematico, non aggressivo ma potenzialmente pericoloso. Non ha fatto nulla di male: le sue uniche colpe erano quella di avere un corpo da adulto (che incuteva paura) ma il cervello da adolescente spericolato e avido di esperienze, nonché quella di comportarsi …. da orso. 
E mentre i giornali davano notizia che il plantigrado  non sarebbe stato ucciso ma spostato in zone meno abitate, il poveretto era già stato vigliaccamente assassinato, lontano dagli sguardi e dall’ indignazione dell’opinione pubblica che si è trovata di fronte al fatto compiuto. Si è tentato di giustificare l’infame uccisione invocando una presunta potenziale pericolosità dell’animale. In molti stati europei (Italia, Francia, Spagna, paesi dell’Est, ecc) l’orso è presente da sempre e non si sono mai sentiti casi di ferimenti o uccisione di persone. Per contro, il traffico stradale fa centinaia di vittime l’anno  e nessuno ha mai ventilato l’ipotesi di abolire le automobili e fucilare gli automobilisti. Ah, dimenticavo…. gli automobilisti fanno parte della specie dominante e le macchine sono pur sempre nostre invenzioni, quindi sono intoccabili.
Riposa in pace M13 e che tu possa veramente essere l’ultimo orso assassinato entro i nostri confini, perché il giorno della tua morte siamo stati in tanti, anzi moltissimi a vergognarci di essere svizzeri.


Silva Martinelli

venerdì 22 febbraio 2013

La nostra natura animale

Individuare un momento preciso nella storia dell’uomo in cui abbiamo cominciato a pensare di essere diversi dagli altri animali è impresa ardua. In un’ottica evoluzionistica non c’è, semplicemente, un momento in cui si possa dire che finisce l’ominazione e comincia la storia dell’Homo sapiens.
In un’ottica cristiana, o religiosa in genere, si fa partire da un atto di volontà divina la vicenda della creatura preferita dal Dio, fin dall’inizio diversa dagli altri organismi viventi che fungono da contorno e da strumento.
Nell’ottica della paleoastronautica, pur senza risolvere la questione del perché la vita esista, si dà risposta al mutamento avvenuto in una scimmia che un bel giorno scopre di essere uomo. Di questo ne abbiamo già parlato e non intendo ritornarci su, ma ciò che rimane ancora da chiarire è il perché esiste il Male sulla Terra, perché è così soggettivo e per quale ragione alcuni esseri umani sembrano essere privi del senso morale e si abbandonano a comportamenti animaleschi che altri trovano ripugnanti e che non si sognerebbero mai di praticare.

giovedì 21 febbraio 2013

Non si può star essenza




Testo di Aurora Mirabella








Ricerche dimostrano che la meditazione ha numerosi vantaggi fisici compresa una bassa frequenza cardiaca e bassi livelli di stress. Ma a volte, le distrazioni della vita possono rendere una sessione di meditazione impegnativa. Gli oli essenziali possono essere utili in questi momenti.
I profumi sono stati da sempre una parte importante dei rituali e delle meditazioni in tutte le culture del mondo. Si credeva  che grazie ai profumi si potesse elevare la mente di chi meditava su diversi stati di coscienza. E nel nostro frenetico, mondo fatto di mille distrazioni, a volte si può usare l’azione benefica delle essenze.
Per utilizzare oli essenziali in meditazione, sono disponibili diverse opzioni:
ci si può ungere (provate il terzo occhio); potete creare una sorta di nebbia (oli miscelati con acqua in una bottiglia spray piccola) e spruzzare il profumo nell’aria, oppure è possibile utilizzare un diffusore. Personalmente preferisco mettere l’olio sul mio corpo, in particolare il punto del terzo occhio. Provate questi otto oli essenziali nella vostra pratica di meditazione. E ditemi se non fanno la differenza?!

martedì 19 febbraio 2013

Antico pianto

Perdere un figlio è un’esperienza straziante, stando alle numerose testimonianze che ci giungono in continuazione. E’ un fenomeno molto antico, che le madri, prima ancora che i padri, provano in occasione di guerre e altri conflitti armati.
In tempi di pace, se mi si passa questa ambigua espressione, può capitare che succeda con un incidente stradale, con i figli neopatentati, ma anche attraversare la strada nel momento in cui sopraggiunge l’ubriaco di turno, può portare allo stesso risultato: famiglie distrutte e genitori affranti.
Ci sono le morti dei bambini e quando visito i cimiteri non manco mai di dare un’occhiata al reparto “angioletti”. Oggi, la morte di neonati o d’infanti è diventata cosa rara, ma non lo era fino a pochi decenni fa.
Ci sono le morti assurde: il bambino di Lendinara annegato nei liquami della stalla; quell’altro a cui cade in testa la traversa della porta durante la partita a calcetto; il figlio quattordicenne di Romy Schneider che, volendo scavalcare un cancello appuntito, perde la presa e rimane infilzato; quello piccolino di Lory Del Santo che cade dal cinquantatreesimo piano di un grattacielo di New York.
E, fra le morti assurde che mi hanno colpito di recente, vi è quella della suorina ventinovenne in libera uscita dal convento di clausura, che sale sul campanile della sua cittadina per fare foto panoramiche, si lascia spaventare dall’improvviso suono delle campane e cade da sessanta metri. I suoi genitori, devoti cattolici, forse hanno trovato conforto nella loro religione.

lunedì 18 febbraio 2013

Una decisione intempestiva




Testo di Paolo D'Arpini



Da diversi giorni paparatzy ha annunciato le sue dimissioni da pontefice massimo, salvo ripensamenti. Egli  resterà in secondo piano, nascosto nel vaticano, per lavorare tranquillamente dietro le quinte. Il nuovo papa sarà uno dei suoi cardinali,  tra quelli eletti lo scorso anno e che fanno la maggioranza dei conclavisti.
Da secoli un papa non si dimetteva ed alcuni analisti vaticanisti  fanno un paragone fra paparatzy e Celestino V  che fu il primo Papa che volle esercitare il proprio ministero al di fuori dei confini dello Stato Pontificio e il sesto ad abdicare (il 13 dicembre 1294) con queste motivazioni:   «Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della plebe [di questa plebe], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all'onere e all'onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale.» 

domenica 17 febbraio 2013

Déjà vu

Non  vorrei che qualcuno pensasse che io, scrivendo articoli come quello presente, o quello intitolato “Fiacche fiaccolate”, avessi ormai una visione pessimistica del movimento animalista, forse dovuta al progressivo decadimento neuronale dell’età, e decidesse, una volta lette le prime righe, di rifuggire dal continuarne la lettura, comportandosi un po’ come l’ufologo Chiumiento che se qualcuno gli si presenta confutando l’intera vicenda di Mortegliano, tronca subito e non lo sta neanche a sentire.
Vabbé che ciascuno di noi cerca di difendere ciò che ha di più caro, comprese la propria ideologia e le proprie utopie, ma chiudere la mente, anche se per breve tempo, al punto di vista “altro”, è molto più pericoloso che non stare ad ascoltare versioni sgradevoli di un evento come quello in questione, perché si rischia di abituare la mente a chiudersi di fronte alla realtà, che non è mai come noi vorremmo che fosse.

L’evento di cui voglio parlare è la fiaccolata tenutasi a Montichiari sabato sera, 16 febbraio.
Non è la prima volta che gli abitanti di quel piccolo paese bresciano si vedono invasi da “alieni” provenienti da tutta Italia. Anzi, ciò che accadde il 28 aprile scorso – la liberazione spontanea di alcuni cani dall’allevamento Green Hill – fu un fatto inaspettato per gli stessi animalisti, oltre che per le forze dell’ordine presenti, e le foto di quel cucciolo di Beagle fatto passare attraverso il filo spinato fecero il giro del mondo, dando notorietà a un paese che non è conosciuto da nessuno nemmeno in Italia.
La mia versione pessimistica può nascere da un fisiologico declino delle percezioni mentali, dovuto al logorio che inevitabilmente mi ha accompagnato in questi ultimi trent’anni di militanza, ma potrebbe anche essere frutto di riflessioni e deduzioni del tutto razionali e disincantate, che ai giovani che si avvicinano a queste battaglie “perse” potrebbero solo fare del bene.
Poi, se il mio negativismo si rivelerà perdente e sterile, sarò il primo a rettificare il mio pensiero e a rallegrarmi per i successi conseguiti, qualora ve ne siano. Quindi chiedo a tutte le belle anime che dovessero cimentarsi nella lettura di questo articolo di esercitare con me la stessa pazienza che io ho esercitato andando alla fiaccolata di sabato e prendendomi la mia dose di freddo e frustrazione. Ci vuole fisico e le persone anziane come me non reagiscono nello stesso modo di quelle giovani.

sabato 16 febbraio 2013

Lo sciopero degli angeli custodi





Nel 1908, una installazione automatica antica di migliaia di anni, aprì il fuoco contro una cometa che avrebbe probabilmente condotto ad una nuova estinzione di massa. I segni dell'enorme esplosione, avvenuta nell'alta atmosfera, si tradussero nella catastrofe di Tunguska. Non si tratta di un libro di fantascienza né di una favola per bambini, ma della versione ufficialmente divulgata dall'accademia nazionale di sicurezza russa, a 103 anni di distanza dall'episodio di Tunguska, per oltre un secolo avvolto nel completo mistero.

Nella regione della Yakuzia nord occidentale, nell'alto corso del fiume Viliuy, si trova una delle regioni boscose più inaccessibili al mondo, nota come Uliuiu Cherkechekh, "La valle della Morte". Oltre un secolo fa, in questa remota regione della Siberia, accadde qualcosa che cambiò probabilmente il corso della storia, impedendo quella che avrebbe potuto essere la più grande estinzione di massa dall'epoca dei dinosauri. In un'area di 10.000 Km quadrati, nell'alto bacino del Viliuy, giacciono tuttora sparsi, a profondità variabili da pochi centimetri a diversi metri al di sotto del permafrost, frammenti e resti metallici di origine sconosciuta. Dai primi decenni del XIX secolo, quando i primi esploratori, spostandosi lungo le rotte commerciali che attraversavano la regione, condussero le prime rilevazioni, gli avvistamenti di strane strutture nel folto della boscaglia, spesso semisepolte, altrove rese irriconoscibili dallo scorrere del tempo, si sono moltiplicati fino ad oggi, riflessi nella stessa toponomastica dei luoghi. Alcune delle strutture, non sembrano essere che la sommità di edifici sepolti da tempi remotissimi. Utilizzati per secoli dai pastori locali come ripari di fortuna, le strutture sono realizzate in una lega metallica che, stando alle rilevazioni del 1936, sarebbe apparsa simile, ma nello stesso tempo diversa dal rame, pressoché inscalfibile. Le rilevazioni condotte nel 1937, e le descrizioni fornite, sembrano presupporre una qualche forma di elevata radioattività nell'area. Non solo la vegetazione è descritta come strana e anomala, specialmente in prossimità delle strutture, ma anche fenomeni come la perdita di capelli o la nausea che derivavano da soggiorni prolungati presso le strutture sono sintomi chiaramente imputabili all'esposizione ad elevati livelli di radioattività. Tra gli abitanti del luogo sembra non fossero infrequenti le notizie di curiosi oggetti ed artefatti provenienti da quelle rovine nel folto della foresta. Le leggende locali parlano poi di sfere di fuoco, che si sarebbero ad intervalli levate dalla foresta, scomparendo rapidamente verso l'atmosfera. Sembra che cronache di enormi esplosioni e sfere di fuoco datino già al 1380, sfere di fuoco di una potenza enormemente superiore a qualsiasi arma conosciuta.

venerdì 15 febbraio 2013

La deriva degl’incontinenti




Testo di Paola Cerana









Accade che in certi momenti della vita ci si senta alla deriva, sbattuti a ridosso di un bivio oltre il quale la strada si biforca su un baratro inquietante. Il senso della propria identità presente e la prospettiva di un futuro trasparente si confondono e l’Io rischia d’esser traghettato verso il buio, anziché verso la luce.
In questa liminalità psichica è tutt’altro che facile decidere consapevolmente quale ramo della biforcazione intraprendere. Sono più spesso forze sotterranee che spingono all’agire cosciente. Ma il rischio di avventurarsi nell’ignoto è il prezzo necessario per affrontare il cammino della propria individuazione. Un cammino contorto e minaccioso che, ad ogni passo in superficie, produce in profondità un contraccolpo. A volte, infatti, si ha la sensazione che ad ogni piccolo, minuscolo passo in avanti se ne producano altri due indietro, enormi, giganti passi indietro. Una retrocessione che origina dal dubbio radicale di sbagliare e che crea uno straniante senso di colpa davvero difficile da elaborare, perché in quel senso di colpa così vivo, così graffiante si mescolano cose vere e cose false. Cose che lasciano stordite anche le persone attorno a noi, sconvolte dai repentini e ingrati cambi di marcia, incomprensibili alla ragione.
Reggere i vissuti di colpa che sorgono a ogni presa di distanza dai modi comuni di pensare e di agire è un’impresa a dir poco eroica, anche per l’offesa che si reca involontariamente a chi ci ama. Perché spinge al limite del sostenibile, verso una solitudine necessaria eppure dolorosa che può amplificare ancor di più il disorientamento, anziché far luce.
E non è neppure scontato che si possa riprendere la via del ritorno, perché niente resta uguale a prima dopo essersi avventurati tanto lontano e pochi sono disposti a star là, sull’altro ramo della biforcazione, ad aspettare il nostro ritorno. Come dice Jung, in questo cammino si rischia di diventare solo “ombre per il mondo di sopra.”
Nel disorientamento radicale e nella frantumazione del tempo che paralizza l’io svuotandolo d’ogni desiderio, l’anima può essere attratta dal Non-essere. Le sue ali possono sentirsi irrimediabilmente lacerate, disfatte, sbrindellate e non possono più tenere la rotta, né il vento, né la speranza.
Eppure …
Eppure una rotta c’è sempre, il vento soffia sempre e la speranza, dopo tutto, è sempre l’ultima a morire.

Paola Cerana





Bel testo, soprattutto nella parte dove si evidenzia la possibilità di allontanarsi da chi ci sta vicino fino al punto di diventare irriconoscibili. Mi ricorda il film “La mosca”. 
Io mi sono allontanato così tanto che sono il primo a non riconoscermi. Si tratta, in fondo, solo della vecchiaia che avanza, una deriva senza ritorno. Una metanoia che metà basta.

giovedì 14 febbraio 2013

Pierino l’inculamoscerino



Testo di Joe Fallisi






A proposito del C.I.C.A.P. et similia. 'Ste larve "progressiste" - buonsensiste piccoloborghesi esprimono la quintessenza dell'ideologia "laica" odierna. Il tirannoantropo imprigiona, tortura e tende a sfigurare e distruggere la natura e ogni essere senziente, facendo di madre terra una cloaca-lager (da "superare" e sostituire "virtualmente") e della società un inferno. Tutto questo schifo - la sua più grande "rivoluzione" - è riuscito a produrlo, in un arco di tempo brevissimo (500 anni circa), PROPRIO in virtù della meravigliosa scienza e tecnica e capitale arpagonico in stretta, imprescindibile unione. Togli una di queste entità e le altre due si spappolano come ectoplasmi. L'esito, ognuno lo vede, non potrebbe essere più misero e IRRAZIONALE.

Ma ecco qui, appunto, le larve scientiste, sorridendo cadavericamente, a declamar le lodi della (fu) ratio contro... l'"oscurantismo"!... loro, servi volontari e cecati del Big Brother, a libro paga del padrone dall’a alla zeta, tutti devoti, va sans dire (salvo qualche eccezione ultrarara), dell'americanismo, del sionismo, di ogni conformismo relativo ai (veri) poteri forti!... Se la prendono con qualche magonzolo di provincia... Col cavolo mettono in luce le migliaia di balle superstiziose e ferali della Torah e del Talmud, dei FONDAMENTI della tirannia... e, bisogna dire, sono molto timidi anche con quelle della Chiesa cattolica, che qualche voce (sepolcrale) in capitolo qui da noi ancora ce l'ha... così moderati in questi casi, così "aperti", "civili", "democratici", "rispettosi"... non si sa mai, non ci fosse da compromettersi... lontani, pure in questo, anni luce da Voltaire (riposa in pace, amico)... Supersofisti inculamoscerino ogniqualvolta i conti non tornino loro... e in malafede patentata, conformisti a prescindere, da veri addetti del Ministero della "Sanità" (Verità)... Basta leggere le loro inchieste farlocche sull'omeopatia e l'astrologia... o i ruscelletti di veleno conforme relativi a Di Bella (riposa in pace anche tu, uomo buono) e a chiunque sia fuori del sistema ma, a maggior ragione, SANISSIMO di mente. Com’è ovvio, l'astrologia seria, e così l'agopuntura, l'omeopatia, i fiori di Bach... e mille forme di spiritualità attiva, proseguono intatte a esprimersi e a vivere e ad operare. Loro, i lemuri del progresso del cimitero, ridacchiano e si lisciano a turno le ossa della nuca

 
Joe Fallisi



Il Papa si è dimesso. Il CICAP viene lasciato morire. E anch'io non mi sento tanto bene.
Qui mi sa che sta per succedere qualcosa!

mercoledì 13 febbraio 2013

Animali animosi

Ebe Dalle Fabbriche ha una villa del Settecento a San Piero a Sieve, vicino all’autodromo del Mugello, dove in diversi recinti tiene maiali, cavalli e capre. Trovandomi nei pressi del recinto delle capre con la mia figlia piccola in braccio, diciassette anni fa, era vicino a me Norina, pace all’anima sua, che mi disse: “Non lasciare che Orsetta allunghi la mano verso il muso della capra, se non vuoi che le venga amputata qualche falange”.
Rimasi colpito dalle sue sagge parole. Infatti, aveva ragione. Le capre in particolare sono famose per mangiare banconote, carte geografiche e perfino borse in pelle. A maggior ragione parrebbe loro appetitoso qualche tenero ditino di neonato. Forse devo ringraziare Norina se mia figlia oggi ha tutte e dieci le dita.
Ora arriva da Londra la notizia che una volpe si è introdotta in una casa privata, è salita in camera e ha cercato di portarsi via il bambino di quattro settimane che vi dormiva. Arrivata in tempo, la madre ha mollato un calcio al canide facendolo scappare, ma al piccolo mancava già una falange, che è stata poi ricostruita in ospedale. Il sindaco di Londra ha detto che le 10.000 volpi presenti nel territorio urbano stanno cominciando a diventare un problema, giacché non è la prima volta che si registrano casi di attacchi a bambini.

martedì 12 febbraio 2013

La più grande sceneggiata della Storia


Testo di Fabrizio Belloni




La intelligenza diplomatica e politica degli yankee è diventata proverbiale. In senso negativo, naturalmente. Ora poi che da qualche decennio viaggiano sotto braccio agli israeliani, raggiungono abissi da Fossa delle Marianne. Nessuno ha creduto neppure un minuto allo spontaneismo della cosiddetta "Primavera Araba". Impensabile che nello spazio di quarantacinque giorni una striscia di Paesi arabi si rivoltassero ai governanti. Iran, Iraq, Syria, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco hanno visto, con alterne soluzioni e fortune, moti di piazza, gente in rivolta per le strade. La longa manus del Mossad ebreo e della Cia yankee, traspariva lontano un chilometro. Di recente il Mali ha dato di matto. Americani e servi europei sono "intervenuti", ovviamente per ...."missioni di pacificazione"
Risultato della imbecillità dei gringos: in tutto il Magreb, et ultra, si stanno affermando i partiti islamisti, che vogliono imporre la legge islamica quale fondamento dello stato. In Libia è stata reintrodotta la poligamia. In Tunisia i barbudos delle squadracce religiose ammazzano il capo dell'opposizione laica. In Egitto siamo al caos generalizzato........
Bel risultato, complimenti!
A meno che... A meno che quello che il vostro Belloni va affermando da almeno quindici anni non si stia incarnando in una strategia diabolica, malvagia, terrificante. Cioè il desiderio, il tentativo degli USA di far scontrare l'islam con l'odiata Europa, e mantenere così una supremazia, la funzione di poliziotto mondiale che bramano e perseguono. Non tollerano di diventare solo uno dei quattro poli di potenza che si vanno delineando nello scenario mondiale: Nord America, Sud America, Oriente Asiatico e la vecchia cara Europa.
Vedremo. 
Comunque il nostro "nemico" è chiaro chi sia.


Fabrizio Belloni

lunedì 11 febbraio 2013

La aliena commedia



“Tutto ciò che alla specie umana appare incredibile viene ridicolizzato. Ovviamente, governi e università non si occupano né si preoccupano delle cose ridicole”

Michael Heseman – “Il mistero dei cerchi nel grano”, 1992




Poiché non c’è molta differenza tra angeli, demoni e alieni, il titolo di questo articolo non ha nulla di pretenzioso, né di incoerente o irriverente. Si tratta sempre di entità che normalmente vivono su piani vibratori diversi dal nostro, ma che ogni tanto si appalesano ai nostri sensi. Non è neanche un caso che questo articolo esca l’undici febbraio, giacché oggi ricorre il primo anniversario dell’IR3 di Mortegliano, che ha visto contrapporsi due schieramenti tra i credenti e gli scettici. Come i celibi e gli ammogliati delle partite di calcetto.
Una prima, facile, conclusione la si può trarre: agli esseri umani piace fare a botte, contendere con qualcuno, spesso a prescindere dai contenuti della contesa. Lo dicono anche i poliziotti che elargiscono manganellate alle manifestazioni animaliste, quelle rare volte che succede, a proposito degli anarchici dei centri sociali che non fanno differenza tra un corteo antivivisezionista e gli spalti di uno stadio di calcio.
Siccome ho la pretesa di conservare una visuale imparziale degli eventi, cercherò di mettere in evidenza pregi e difetti degli opposti schieramenti, dopo un anno esatto dall’inizio di questa storiaccia, sperando che gli eventuali protagonisti non si lascino sopraffare dal carattere permaloso che dovessero avere, dato che, come si suol dire,  non c’è nulla di personale.

domenica 10 febbraio 2013

Non solo CEI











Dato che viviamo in un Sistema marcio sino al midollo, ovvero del tutto alieno alla Norma-Dharma, credo che il voto imminente possa essere dato solo ai fini della mera sopravvivenza. Quando una persona è gravemente malata è lecito ricorrere ad una terapia allopatica, pur conoscendone i limiti e le controindicazioni, fermo restando come nel frattempo sia un imperativo portare avanti una cura tesa a risolvere la malattia alle radici. Tale cura non può che essere di natura sapienziale; solo essa è in grado di risolvere completamente il male-ignoranza-nescienza.

Ciò premesso, direi che il farmaco capace di salvarci nell’immediato da una caduta disastrosa sarebbe Berlusconi: è pragmatico quanto basta, tendenzialmente anti-europeista e ci permetterebbe di prendere almeno una boccata d’aria. D’altro canto è purtroppo un cementificatore pro-tav ed andrebbe dunque abbandonato il prima possibile nella speranza che possano emergere politici capaci di ispirarsi ad una visione più profonda.

Anche il Movimento 5 Stelle esprime istanze di rinnovamento reale, ma credo che la sua incisività non sarebbe sufficiente a frenare l’avanzata dei moralizzatori fiscali: veri lupi travestiti da agnelli. Questi ultimi sono i liquidatori di quel poco che resta della nostra sovranità nazionale, i vessatori del popolo, i pervertitori di un’assiologia connessa alla natura intrinseca dell’Essere; col pretesto di curare l’uomo, gli tagliano la testa.

A fronte del globalismo dilagante, occorre rammentare come sul piano ontologico noi si sia tutti la medesima Coscienza Universale, mentre invece sul piano orizzontale, formale, viga la legge della diversità e il principium individuationis. La confusione tra le due prospettive si traduce in una parodia dell’Unità spirituale: l’omologazione. Il mondialismo, l’europeismo, l’esportazione urbi et orbi della democrazia occidentale sono espressioni attuali di tale fraintendimento. Purtroppo quel che ne deriva è una drammatica riduzione della bellezza del mondo e dello stato coscienziale dell’uomo, unita ad un ipertrofico dilagare dell’aggressività.

Subramanyam




Evidentemente, il vizietto di ficcare il naso in politica sta dilagando anche al di fuori della Conferenza Episcopale Italiana. Cosa ci sarà mai in gioco in queste prossime elezioni?

venerdì 8 febbraio 2013

L’immagine e la somiglianza

Per molti anni ho creduto che l’uomo avesse creato Dio a sua immagine e somiglianza. Poi ho letto due libri di Biglino ed è stata una folgorazione. Tutte le tessere del puzzle sono andate al loro posto. Con beneficio d’inventario, s’intende.
Riassumo: siamo scimmie operate – come i trans. A manipolarci sono stati gli Anunnaki/Elohim, circa 350.000 anni fa. Noi non glielo avevamo chiesto, ma loro avevano bisogno di servitori. A creare i nostri creatori è stata la centrale di energia cosmica impersonale, conosciuta come Dio, da cui fuoriescono vampate simili ai brillamenti solari e che prendono diverse forme a seconda del capriccio o di qualche oscura ragione. Vedasi “Il caso e la necessità”, di Jacques Monod, se siete abbastanza masochisti.
Se date un’occhiata al libro di Moreno Tambellini, inerente gli incontri ravvicinati del terzo tipo degli ultimi cinquant’anni in Italia, la maggior parte degli alieni è di forma umanoide. Se li si confronta con gli “ingegneri” del film Prometheus si deve dedurre che la corporatura umanoide con simmetria bilaterale la fa da padrone nel vasto universo. Due occhi, due narici, due orecchie, ma una sola bocca. Anche la pulce segue questo schema. 

mercoledì 6 febbraio 2013

Prepariamoci al 2030

Non ci crederete ma nonostante tutti gl’impegni, riesco perfino a finire la lettura dei libri. Ci metto più tempo del solito, da quando lavoro, ma alla fine li concludo. Dell’ultimo ne voglio parlare perché nel finale mi ha rivelato qualcosa che non sapevo e la voglio condividere con voi. Si tratta di “Impronte degli Dei”, di Graham Hancock, e se nelle prime cinquecento pagine non mi ha detto niente di nuovo - niente che non avessero già detto Peter Kolosimo ed Erich Von Daniken - le conclusioni sono state semplicemente stupefacenti.
Anzitutto, Atlantide viene cercata nel posto sbagliato; poi…..adesso toccherà a noi!
Gli atlantidi avevano raggiunto un livello di civiltà tecnologica superiore al nostro. Avevano strumenti atti a neutralizzare la forza di gravità con i quali riuscirono a sollevare massi di decine di tonnellate di peso. E’ così che sono state costruite le piramidi sparse in tutto il mondo, nonché gli altri monumenti megalitici. Non sappiamo se anche ad Atlantide ci fossero piramidi, ma quelle costruite in America centrale e nella piana di Giza in Egitto furono realizzate fuori dai loro territori di pertinenza, in zone abitate da popolazioni primitive. Come effetto collaterale nacquero le religioni. Infatti, gli egizi raccontano che c’era stato un tempo in cui vivevano insieme agli Dei, i Neteru, che altro non erano se non alcuni superstiti del cataclisma atlantideo, che si erano trasferiti in Egitto.
Dall’altra parte dell’Atlantico, altri superstiti presero il posto che si addice ad esseri superiori e lasciarono che gli indios li adorassero.

lunedì 4 febbraio 2013

Fauna da mercatini

Cividale, insieme ad Aquileia, è uno dei gioielli dell’archeologia friulana. E’ lì che partecipai al mio primo mercatino in assoluto, nel lontano 1997. Due anni prima era nata mia figlia, che, al compimento del suo primo anno di vita, era stata portata a Trieste da sua madre, che doveva riprendere il lavoro. Soffrendo per questa duplice separazione (avevo perso moglie e figlia in un colpo solo), preso dalla disperazione mi rivolsi ad un avvocato divorzista, illudendomi che il giudice del tribunale dei minori avrebbe rimediato a quella che percepivo come un’immensa ingiustizia nei miei confronti, senza sapere che di norma, a meno che la madre non sia pazza, drogata o detenuta, i figli piccoli vengono sempre affidati alla genitrice.
Inutile accennare a quale fu il mio sconcerto nel vedere che non solo la magistratura non mi restituiva mia figlia, ma mi obbligava a passarle gli alimenti, corrispondenti a 300 euro al mese.
Poiché ero dipendente statale, i giudici disposero che dal mio stipendio, a monte, venisse tolta tale cifra e trasferita sul conto della persona che in quel momento odiavo con tutte le mie forze: la mia prima moglie triestina.

sabato 2 febbraio 2013

Italiani prava gente

Per non correre il rischio di rimanere incagliato in un’eventuale discussione post-proiezione, in stile cineforum fantozziano, sono stato il primo ad uscire dal cinema, quando ancora scorrevano i titoli di coda. Così non si sono visti gli occhi non propriamente asciutti. Uscendo però ho notato che gli altri spettatori erano come impietriti nelle loro poltroncine e nessuno aveva il coraggio di alzarsi e uscire. Sono stato io a rompere il ghiaccio, ma probabilmente erano proprio scioccati per ciò che avevano appena visto.
Io già ero al corrente dei campi di concentramento italiani, ma di quello di Gonars, i cui resti vedo spesso quando passo sulla Napoleonica (quella famosa dell’alieno di Mortegliano), non sapevo nulla fino a venerdì primo febbraio.
Il Comune di Codroipo quest’anno ha voluto celebrare alla grande la giornata della memoria dell’Olocausto e in tale data ha proposto al pubblico un documentario di Dorino Minigutti della durata di un’ora e un quarto. L’assessore alla cultura Antonella Ottogalli aveva avvisato, prima della proiezione, che il film era multilingue ma i sottotitoli erano scritti in grande e non scomparivano prima di permettere alla gente di finirne la lettura. Anche perché gli intervistati, tutti sopra i settant’anni, parlavano lentamente. Ha detto anche di essersi stupita nel vedere che la mattina, durante la proiezione fatta per le scuole medie inferiori e superiori, in sala c’era un “religioso silenzio”.
Chissà perché queste cose veniamo a saperle solo adesso? La Destra per anni ci ha rotto l’anima con le foibe, ma chi ha tenuto nascoste per decenni le efferatezze compiute dagli italiani in Slovenia e Croazia?

venerdì 1 febbraio 2013

Ho avuto troppa fretta

La mia vita è piena di casini. Non bastano gli attacchi d’ira che mi prendono sempre più spesso, in cui mi metto a spaccare le cose. Non bastano le censure che le amiche animaliste mi elargiscono per aver parlato di loro senza autorizzazione. Non bastano le diffide della cooperativa per cui lavoro ad utilizzare foto ritraenti attrezzature della Provincia. Non basta la minaccia di Equitalia di pignorarmi i mobili per multe non pagate. Ora devo sentirle anche dall’avvocatessa Francesca Maurig, per averla ricusata. Non dico che mi venga voglia di farla finita, ma mi piacerebbe trovare un modo per ridurre al minimo o eliminare del tutto i contatti con la gente, fonte dei miei dispiaceri. Potrei diventare eremita, ma non sono del tutto sicuro che questo mi salverebbe dai casini. Forse verrebbero le guardie forestali, nella grotta in mezzo al bosco eletta a domicilio, a rompere le palle. O qualche escursionista impiccione.
Se poi aggiungiamo i miei due matrimoni falliti, una figlia quasi diciottenne che non ho visto crescere, il lavoro da statale che avevo, da cui mi sono licenziato, e la mia vita sentimentale paragonabile a un deserto della Tebaide (dove dovrei andare io), abbiamo un quadro generale in cui si deve ammettere: “Sì, la vita di quest’uomo è veramente incasinata!”.
Eppure non sono cattivo. Non credo, almeno.