venerdì 22 febbraio 2013

La nostra natura animale

Individuare un momento preciso nella storia dell’uomo in cui abbiamo cominciato a pensare di essere diversi dagli altri animali è impresa ardua. In un’ottica evoluzionistica non c’è, semplicemente, un momento in cui si possa dire che finisce l’ominazione e comincia la storia dell’Homo sapiens.
In un’ottica cristiana, o religiosa in genere, si fa partire da un atto di volontà divina la vicenda della creatura preferita dal Dio, fin dall’inizio diversa dagli altri organismi viventi che fungono da contorno e da strumento.
Nell’ottica della paleoastronautica, pur senza risolvere la questione del perché la vita esista, si dà risposta al mutamento avvenuto in una scimmia che un bel giorno scopre di essere uomo. Di questo ne abbiamo già parlato e non intendo ritornarci su, ma ciò che rimane ancora da chiarire è il perché esiste il Male sulla Terra, perché è così soggettivo e per quale ragione alcuni esseri umani sembrano essere privi del senso morale e si abbandonano a comportamenti animaleschi che altri trovano ripugnanti e che non si sognerebbero mai di praticare.
 
E’ il caso delle esercitazioni compiute in Thailandia dai Marines americani, fatte ufficialmente come corso di sopravvivenza nella giungla, ma in realtà per abituare il soldato a compiere atti disumani, ovvero crudeltà senza tentennamenti sugli eventuali nemici. Ancora una volta a farne le spese sono gli animali e se gli istruttori colombiani immobilizzavano cani costringendo le reclute a pugnalarli a morte, nel caso dei maestri della guerra a stelle e strisce si è trattato di bere sangue di serpente e di uccidere a morsi delle galline.
Ancora negli anni Settanta comprai un libro dal titolo “Manuale di sopravvivenza”. Era di un autore anglosassone. Ricordo anche un film con Pozzetto e Montesano in cui i due amici si cimentavano in uno stage nelle campagne toscane per sottoporsi a diverse prove di sopravvivenza. Era il 1987 e il tema si prestava per un film comico. Gli anglosassoni invece considerano seriamente l’argomento, tanto è vero che da un paio d’anni la trasmissione “Wild”, condotta da Fiammetta Cicogna, ci propina le smorfie dell’ex militare chiamato “Bear” nel momento in cui, obtorto collo, mastica e deglutisce il malcapitato bacherozzo. Di tutt’altro tenore fu la performance televisiva di David Attenborough, decano dei naturalisti divulgatori inglesi, che, presa in mano una formica del miele australiana, la incise con i denti e la assaporò, elogiandone la dolcezza.

Tornando a casa nostra, ho da qualche parte un articolo di Panorama dal titolo “Abbuffata bestiale”, in cui si parla della moda esotica presso certi ristoranti per ricchi che servono api cosparse di cioccolata e cavallette alle spezie. Alcuni di voi forse ricorderanno quelle demenziali trasmissioni in cui VIP nostrani, ospiti di un villaggio turistico in Kenya, si cimentavano nel mangiare il bruco abbrustolito di una certa farfalla che, se per i locali è cibo tradizionale, per gli europei costituisce solo un modo volgare per far salire gli ascolti. Anche lì le smorfie si sprecavano.

Dunque, abbiamo un primo dato: o per scopi di mero spettacolo o come forma d’addestramento in funzione guerresca, alcuni individui accettano di venire meno alla propria dignità e di sottoporsi a comportamenti alimentari indegni. Anzi, non hanno neanche la percezione di violare in qualche modo la propria dignità, ma lo prendono come uno scherzo goliardico, come gli amici riuniti in convivio che offrono coniglio al malcapitato per dirgli solo in seguito che si trattava di gatto. O come quei muratori che offrono una birra già aperta al compagno appena assunto, solo per vedere la faccia quando gli viene rivelato che si trattava di orina umana tenuta in frigo.
In quest’ultimo caso si tratta di uno scherzo da prete, ma negli altri esempi la persona potrebbe rifiutarsi di mangiare insetti o bere sangue di serpente, se non ci fosse il rischio d’essere espulso dall’esercito o di vedere il proprio contratto Mediaset annullato. E’ una specie di ricatto occupazionale e quindi anch’esso una forma di violenza, esattamente come far bere pipì al manovale troppo fiducioso.

Il Marine che stacca a morsi la testa di una gallina non è molto diverso dal ricercatore che usa una piccola ghigliottina da laboratorio per decapitare topi o ratti. In entrambi i casi sono pagati per farlo e il vivisettore ha anzi molte gratificazioni in più rispetto a un soldato abituato alle situazioni più estreme.  A nessuno di loro viene in mente che esiste l’obiezione di coscienza, per il semplice fatto che la coscienza, se mai l’hanno avuta, l’hanno persa per strada da un pezzo.
Il ricercatore forse sa che esiste per gli studenti di medicina la possibilità di astenersi dall’assistere alle lezioni di vivisezione. Il soldato forse sa che esiste la possibilità per i pacifisti di astenersi dall’andare in guerra, passando lo stesso periodo della leva in strutture non militari (almeno, ai tempi di Birdy era così).
Sia il ricercatore che il soldato provano disprezzo per gli obiettori di coscienza perché ritengono che gli animali siano al nostro servizio, che servano a trovare nuove medicine per i malati umani e che comunque non abbiano alcun diritto di vivere, ma siano solo strumenti nelle mani degli uomini.
Sia il ricercatore che il soldato pensano che gli obiettori di coscienza - se maschi - siano un po’ effeminati, troppo emotivi e sensibili, per non dire finocchi, mentre delle femmine obiettrici di coscienza pensano che siano tutte troie. Sono inoltre orgogliosi di far parte di un Sistema che li gratifica finanziariamente e pubblicamente, onorandoli come eroi, e sono convinti d’essere dalla parte della ragione. Non capiscono le ragioni dei dissenzienti. 

La domanda che a questo punto sorge spontanea è: ricercatore e soldato ragionano così perché sono “troppo” umani, o perché non lo sono abbastanza? Ovvero, se il nostro 98 % di DNA è scimmiesco e solo il 2 % è alieno, l’antropocentrismo del ricercatore e del soldato affonda le radici nella natura animale o in quella “divina”? Ovvero, ancora, siamo sfruttatori e assassini di animali e di umani per via di quel 2 % di DNA estraneo o per via di quel 98 % che ne rimane?
E’ stato un bene o un male che 350.000 anni fa, suppergiù, gli Elohim ci abbiano manipolato geneticamente?

A volte nascono esseri umani con caratteristiche scimmiesche più marcate del solito. Perché succede? Spesso si verificano casi di bambini che nascono con qualche vertebra sacrale in più, cioè con una codina più o meno lunga. Se succede in un paese avanzato tecnologicamente, il chirurgo provvede ad amputarla alla nascita, ma se succede in un paese del Terzo Mondo e l’ospedale più vicino è a molti Km di distanza, il bambino si terrà la sua coda fino all’età adulta e potrà dirsi fortunato se non subirà l’ostracismo degli abitanti del villaggio. Non sarebbe la prima volta che le anomalie vengono sanzionate con l’allontanamento o addirittura con la morte. In certi posti il Medioevo non è mai finito.
Se invece l’anomalia si verifica in un paese civilizzato, ma non è risolvibile con un colpo di bisturi, il malcapitato dovrà affrontare una vita da diverso, rassegnandosi ad essere oggetto di sguardi incuriositi e commenti sussurrati. Nell’Ottocento era ancora peggio. Il destino di quelle sfortunate creature era il circo, nel reparto “scherzi della natura”. E a poco serve poetizzare la cosa con bellissimi corti come “Il circo della farfalla”.

Un caso però merita menzione. La donna scimmia. Nata in Messico, non era solo affetta da ipertricosi, ma da una malformazione della mascella che fece di lei “la donna più brutta del mondo”. Tuttavia, il suo impresario la sposò, la mise incinta e il bambino nacque con le stesse malformazioni della madre. Il piccolo morì dopo breve tempo. La donna scimmia, al secolo Giulia Pastrana, girò il mondo con il circo del suo impresario marito e morì in terra straniera. Solo di recente le sue ossa sono state traslate nel paese d’origine e la notizia, chissà perché, è arrivata anche in Italia. Evidentemente, i “mostri” fanno parlare di sé anche dopo morti. E comunque, non sono questi i mostri di cui aver paura, ma quelli senza coscienza come i vivisettori e i Marines privi di alcuno scrupolo.
Mi restano ancora due cose da dire. Per i credenti nel creazionismo, la nascita di bambini con la coda o di persone con il corpo interamente ricoperto di peli dovrebbe essere la prova che non c’è stato nessun Dio a creare l’uomo, ma che siamo, chi più chi meno, imparentati con le altre scimmie.
Per coloro che credono nella reincarnazione o comunque nel passaggio delle anime da un corpo a un altro e che arrivano ad affermare che noi tutti, da un luogo imprecisato dell’universo, veniamo su questa Terra per fare esperienza, quella fatta da Giulia Pastrana, e da migliaia d’altri sfortunati esseri umani menomati nel fisico e nella mente, non mi sembra granché come esperienza. Per tacere dei nati morti o dei neonati che cessano di vivere dopo qualche ora o qualche giorno. L’unica spiegazione che posso accampare è che le anime seguano una logica tutta loro, del tutto avulsa dalle mie capacità raziocinanti. In tal caso mi arrendo e lascio la faccenda nelle mani dei credenti.
In definitiva, la natura umana rimane un mistero, poiché è composta da una miscellanea d’istinti, pulsioni ataviche e razionalità. Qualunque definizione si volesse dare risulterebbe inidonea e ci sarebbe sempre qualcuno che rimarrebbe scontento.
In questa fase storica trovo però necessario evidenziare la nostra natura di scimmie evolute. Poi, partendo da questo assioma, all’Homo sapiens si potranno trovare tutti i pregi possibili e immaginabili e valorizzare le differenze tra noi e gli altri primati.

In quanto ai Marines, li compiango e li disprezzo per essere capaci di annientare con un solo inutile gesto migliaia d’anni di civilizzazione. Non so se riescono a uccidere una gallina a morsi grazie all’elemento scimmiesco, naturale, o a quello divino, alieno, ma in ogni caso io non li riconosco come miei simili e per quanto mi riguarda possono tornarsene da dove sono venuti.

Parafrasando Bud Spencer, io sto con la donna scimmia!

4 commenti:

  1. Le do ragione. Mi fanno schifo i militari, e questa società è marcia nelle fondamenta. Sarebbe tutto da rifare.
    Violet

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I militari riescono a toccare il gradino più basso dell'evoluzione. E ne vanno fieri!

      Elimina
  2. Lavaggio mentale, se lo fanno bollire e chiedono anche il bis , decerebrati!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo disgustoso lavoro preparatorio (propedeutico) spiega i casi di efferatezze compiute sul campo di battaglia (vedi Viet Nam). Poi, ipocritamente, i responsabili finiscono davanti alla Corte Marziale.
      Sono loro creature, ma le giudicano e le condannano, più che altro per acquietare l'opinione pubblica.

      Elimina