martedì 23 aprile 2013

Il rischioso mestiere del giornalista




L’inviato della trasmissione tv Le Iene, Luigi Pelazza, è stato picchiato selvaggiamente durante la registrazione di un servizio. I fan del programma di Italia1 penseranno: avrà fatto i soliti reportage su droga e prostituzione dal Brasile o dalla Cambogia. E invece no, l’aggressione è avvenuta a Padova, in corso Stati Uniti, al Centro Ingrosso Cina. Il giornalista e la sua troupe (due autori che fungevano da operatori) hanno riportato ferite ed escoriazioni, dopo essere stati presi d’assalto da un gruppo di una ventina di cinesi, che s’è impossessato di una telecamera, mandandola in frantumi.



L’antefatto. Circa un mese fa due attori de Le Iene avevano acquistato (ovviamente senza ricevere lo scontrino) al Centro Ingrosso Cina dieci giocattoli. Dopo averli fatti analizzare, in sette di questi sono state trovate tracce di italati, composti chimici che, secondo alcuni studi, risulterebbero nocivi alla fertilità dei bambini. Ecco perché Le Iene sono tornate in azione, nel padiglione al civico 45. «Sono entrato nel capannone dove avevamo preso i giocattoli», racconta Pelazza, «e ho chiesto perché non li ritiravano dal mercato. Dopo aver ricevuto alcune risposte garbate, ci siamo ritrovati circondati da una ventina di cinesi sbucati dal nulla».

L’aggressione. Una vera e propria spedizione punitiva con i cinesi che, per prima cosa,
hanno puntato alla telecamera, strappandola dalle mani dell’operatore e facendola cadere a terra. Mentre uno degli autori esce dal padiglione, alcuni orientali saltano sopra la telecamera per distruggerla completamente, prima che venga aggredito anche il giornalista. Un cinese strappa dal collo la collanina a Pelazza che inciampa, cade, e mentre è a terra viene circondato da sette ragazzi che iniziano a prenderlo a calci. Nella colluttazione cade anche l’operatore, prima che i due riescano ad uscire e chiamare i carabinieri. «Ce la siamo proprio vista brutta», ammette Pelazza. «Avevo paura che qualcuno sferrasse anche una coltellata. È stata impressionante la foga con cui venti persone si sono accanite contro noi tre. Ma soprattutto è incredibile come, appena cinque minuti dopo aver frantumato la telecamera, avevano già fatto sparire tutti i cocci. Attorno a noi c’era anche altra gente, cinesi e italiani, ma nessuno ha fatto nulla».

I soccorsi. Arrivano due pattuglie dei carabinieri, che identificano e denunciano quattro aggressori, tre uomini e una donna, per violenza privata e percosse. I militari ritrovano anche i resti della telecamera e la riportano alla troupe, che sta cercando di recuperare le immagini dalle schede di memoria. Pelazza è già tornato a Milano: «Dispiace per gli 8mila euro di danni. Il collo mi fa male forse oggi vado al pronto soccorso».

4 commenti:

  1. Spiace constatare come la sottile e apparente calma cinese sia a tutt'oggi sfuggita ai consumatori italiani. Già, è vero che si trovano nei loro negozi cose a "buon mercato" ma è anche stranoto che taluni oggetti siano adornati di sostanze altamente nocive alla salute umana, altresì è sempre da sottolineare che per la costruzione di siffatti materiali, viene impiegata la manodopera minorire in modo alquanto stupefacente, e questo avviene tutt'oggi alla luce del sole, basta rimembrare le ripetute azioni di sequestro materiali in sotto-fabbriche abusive allestite alla menopeggio in garages e appartamenti adibiti a tal fine. Tutto ciò avviene nella nostra beneamata o odiata penisola, isole comprese. Ricordo una dichiarazione di un leader del commercio mondiale cinese, mi sfugge adesso il nome data la remota dichiarazione, ma egli disse che non importava a loro il fatto di essere sottoposti ad eventuali sanzioni amministrative, ma la cosa fondamentale era il "piazzarsi" poi col tempo e la proverbiale calma di quel popolo, sarebbe stato certo che le cose sarebbero andate a loro favore. Non c'è più nulla da meravigliarsi in questo paese. Chissà che un giorno qualcuno si sveglierà e si renderà veramente conto che chi ha governato l'Italia, come personaggio storico degno di mensione, in quanto ha assunto su di se ogni responsabilità civile e morale fu il tanto odiato Benito Mussolini, dopo il quale tutto si può dire e si può fare, tranne che individuare qualcuno a cui attribuire le colpe di questa dannata situazione sociale.

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    1. Penso che i cinesi, al momento attuale, stiano mettendo in pratica i principi del consumismo capitalista, che prevede non solo l'uso di sostanze tossiche per i consumatori finali, ma anche "l'obsolescenza programmata", allo scopo di rendere inefficace il prodotto in breve tempo costringendo così il consumatore a comprarne un altro.

      Sono diventati abilissimi in questa "truffa" legalizzata, ma l'hanno imparata dagli occidentali. Quindi, i responsabili morali siamo noi bianchi.

      Anche questo è l'effetto dell'imperialismo economico e se leggi "Un paese pericoloso", di John Kleeves (Stefano Anelli) capisci che la responsabilità originaria spetta ai puritani che sono andati nel New England nel Settecento, partendo da Plimounth.

      Dunque, materialismo e Vecchio Testamento sono un mix esplosivo che porta alla sconfessione dei valori del cristianesimo e all'avidità edonistica di un miliardo di cinesi, più quasi tutto il resto della popolazione mondiale.

      Quei cinesi di Padova, usciti da un film di serie B, hanno solo difeso il loro posto di lavoro, dopo i molti interventi di Finanza e NAS nei loro magazzini.

      C'è un po' di schizofrenia: da una parte lasciamo che il consumismo capitalista sia legale e dall'altra ostacoliamo chi lo sta solo mettendo in pratica.

      Tra mettere sul mercato giocattoli tossici e inquinare un fiume, come fanno le nostre fabbriche, non c'è poi molta differenza.

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  2. Beh, il tuo riferimento all'inquinamento dei fiumi è la conferma ennesima che da 70 anni non c'è più governo da parte degli italiani, basti pensare al Ministero delle Acque Territoriali Interne che fu soppresso, era l'organo deputato al dragaggio e alla manutenzione dei fiumi. Se non ricordo male, prima non si era mai parlato di straripamento e allagamento, disastri che possiamo ricordare a partire dallo storico evento dell'Arnoa del 1966, e subito altre zone d'Italia vennero devastate dall'ondata di maltempo: molti fiumi del Veneto, come il Piave, il Brenta e il Livenza, strariparono, e ampie zone del Polesine furono allagate; in Friuli l'esondazione del Tagliamento coinvolse ampie zone e comuni del suo basso corso, come Latisana; in Trentino la città di Trento fu investita pesantemente dallo straripamento dell'Adige.

    Sono d'accordo ovviamente sulle politiche delle apparenze. Come in tutti i settori illeciti, dal traffico d'armi a quello degli stupefacenti, è risaputo che quello che viene reso noto nei notiziari, per quanto concerne la repressione di tali attività è solo fumo negli occhi, una piccolissima, infinitesima parte di tutto quello che invece avviene in estremo occultismo. Credo che siano tutti fenomeni ben regolati a giuste dosi.

    Il problema dell'inquinamento è molto grande, forse così grande che non riusciamo neanche a sapere quanto. Grazie dell'articolo Roby.

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    1. Grazie a te, Proveritas, per i tuoi commenti.

      Aggiungo che la contaminazione dell'ambiente ci ha seguito, come specie, fin dalle origini, ma solo con l'avvento dell'era della chimica è diventato un problema, per la semplice ragione che abbiamo cominciato a spargere nell'ambiente materiali non biodegradabili.

      Leggevo pochi giorni fa di uno studente universitario olandese che è stato premiato per il suo progetto/invenzione, volto a risolvere mediante le correnti oceaniche il problema invisibile delle chiazze di immondizie galleggianti nel Pacifico e nell'Atlantico, chiazze che hanno un'estensione amplissima.

      E' demoralizzante sapere che siamo a questo punto: il pianeta è contaminato dai nostri rifiuti e, invece di puntare sull'educazione a non diffonderli nell'ambiente, si premiano gli studenti per i loro forse irrealizzabili piani d'intervento.

      E' troppo poco, dal mio punto di vista.

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