mercoledì 29 maggio 2013

Capitalismo oleoso



Fonte: Promiseland



“L’espansione delle monocolture di palma é una tragedia per la nostra gente. Distrugge il nostro territorio ancestrale e le foreste, portandoci alla miseria”, spiega Artiso Mandawa della rete indigena ALDAW dall’isola di Palawan.
Attualmente le piantagioni di palma da olio giungono ai 50.000 ettari. Altri 40.000 ettari di terra stanno per essere implementati a Mindanao e Palawan con il pretesto di combattere la povertá, riducendo l’importazione di olio per l’alimentazione. Nell’ottica dei politici, la terra é “inutilizzata” e “improduttiva”.
Quello che il governo non dice é che queste terre appartengono a piccoli agricoltori e indigeni che coltivano riso e legumi, raccolgono allo stesso tempo frutta, piante medicinali e materiale da costruzione. I fiumi danno loro acqua pura.


“Se ci tolgono la terra, violano i nostri diritti e le nostre famiglie moriranno di fame. Non ci resta che opporci”, spiega Rubenson Batuto, un indigeno higanon dell’isola di Mindanao. “Come abitanti ancestrali abbiamo diritto alla terra, nonostante oggi ci venga negato”.
Gli indigeni sono riusciti a conservare la biodiversitá, unica, con il loro stile di vita semplice e vicino alla natura. Nelle foreste tropicali e nelle mangrovie vivono 49 specie animali e 56 specie vegetali, minacciate di estinzione. Come il coccodrillo delle Filippine (Crocodylus mindorensis), lo Speroniere di Palawan (Polyplectron napoleonis) e una specie di farfalla della famiglia dei papilionidi autoctona delle Filippine (Graphium megaera). L’UNESCO ha dichiarato Palawan riserva della biosfera nel 1990.
Per favore, firmate la petizione della ALDAW indirizzata alle autoritá filippine. Devono fermare l’espansione della palma da olio e rispettare i diritti degli abitanti ancestrali dell’isola.

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