mercoledì 22 maggio 2013

La legge non ammette ignoranza

 


Nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 maggio 2013, un automobilista ventottenne di Conegliano ha investito ed ucciso un cinghiale a Ponte della Priula, frazione di Susegana (TV). Il giovane si è “giustificato” dicendo che era convinto di aver travolto un cane randagio. L’europarlamentare Andrea Zanoni ha affermato: «L’automobilista doveva fermarsi e prestare soccorso. Ci sono precise norme che impongono l’obbligo di soccorrere gli animali in caso d’incidente stradale. Bisogna far rispettare il Codice della Strada»

Lo scontro con la Toyota Yaris ha lasciato l’animale a terra, mentre il giovane ha continuato la sua corsa fino a casa, convinto, come avrebbe dichiarato il giorno seguente, di aver investito un cane randagio.


L’urto ha divelto la targa dell’auto e, il mattino dopo, il giovane ha presentato denuncia alla Polizia Stradale per ottenere il risarcimento dei danni dalla Regione, visto che si tratta di un animale selvatico. L’investitore è tornato sul luogo dell’incidente con gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, che hanno rinvenuto in una cunetta, privo di vita, il cinghiale investito qualche ora prima.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «L’aspetto grave della vicenda è la dichiarazione resa, quasi come giustificazione, dall’investitore. Se era convinto si trattasse di un cane randagio, è vergognoso che il giovane non si sia fermato per soccorrere l’animale. Non è questione di sensibilità: ci sono precise norme del Codice della Strada che stabiliscono l’obbligo di fermarsi in caso di incidente che coinvolga animali d’affezione, reddito o protetti. Se era convinto che fosse un cane, non avrebbe dovuto proseguire fino a casa».

Zanoni fa un chiaro richiamo all’articolo 31 delle Disposizioni in materia di sicurezza stradale, che ha modificato gli articoli 177 e 189 del Decreto Legislativo 285 del 1992. In particolare, all’articolo 189 del Decreto è stato aggiunto il comma 9 bis che recita: “L’utente della strada, in caso d’incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 389 a euro 1.559. Le persone coinvolte in un incidente con danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottempera all’obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 78 a euro 311”.

«Con la modifica del Codice della Strada, entrata in vigore a dicembre 2012, è stato finalmente introdotto l’obbligo per chiunque di fermarsi e soccorrere un animale ferito - ha concluso l’eurodeputato – Se, pertanto, si assiste o si è coinvolti in un incidente stradale che  provoca danni ad animali, che siano di proprietà o meno, o si assiste ad un’omissione di soccorso di animali feriti, dopo aver contattato il Servizio Veterinario della ASL di competenza territoriale, al fine di assicurarne un tempestivo intervento di soccorso, è opportuno coinvolgere le Forze di Polizia e raccogliere il numero più elevato possibile di prove. Il giovane investitore, convinto di aver investito un animale, non avrebbe potuto per legge far finta di nulla. Mi auguro che la norma venga rispettata ed applicata dalle Forze dell’Ordine».

6 commenti:

  1. Il ragazzo è manifestatamente un ipocrita, pur dichiarando di essere convinto di aver investito un cane, e quindi reo confesso, si è recato dall'autorità competente per essere rimborsato del danno non spettantegli.

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    1. Forse il guidatore è stato contattato dai vigili perché sul luogo dell'incidente era stata rinvenuta la sua targa. Solo a quel punto, informato che si trattava di un cinghiale, qualcuno deve avergli suggerito di chiedere i danni.

      Il cinghiale, in quanto appartenente alla fauna selvatica, è patrimonio dello Stato, mentre i cani randagi no.
      Questo, dal punto di vista giuridico.

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  2. Ha dell'incredibile la spocchia e la sicumera con cui quel subdolo individuo si è presentato alle forze dell'ordine. Avrebbe meritato, dopo sopralluogo in loco, che al posto del cinghiale ci fosse stato un essere umano, cosicchè la sua boria imbecille dileguasse nel più straziante senso di colpa... anche se, intuito il soggetto, non ho neanche la certezza che pur cosi' una parvenza di resipiscenza si sarebbe affacciata alla sua vuota cavità cranica ...

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    1. In quattro mesi e mezzo di esperienza come cantoniere, mi sono capitati tre caprioli e quattro volpi investite dalle macchine, e solo su un limitato tratto di provinciale.

      http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/05/morire-di-virus.html

      Temo che l'idea di doversi fermare obbligatoriamente, quando s'investe un animale, entrerà a fatica nella coscienza della gente.

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    2. è sufficiente utilizzar Google, e nel motore di ricerca scrivere "investe e fugge" per confermare di quanto diffusa sia l'abitudine di darsi alla macchia dopo aver investito un uomo o donna o bambino...non c'è di che meravigliarsi se cio' accade con gli animali ... Moliere diceva "Odio gli uomini tutti: gli uni perché malvagi e di cattive azioni; gli altri perché ai malvagi mostrano compiacenza, E non hanno per essi quell'odio vigoroso che il male deve sempre destare negli onesti."

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    3. E' chiaro che se la gente avesse l'abitudine di fermarsi quando investe un animale, non potrebbe fuggire se investe un umano.

      Grazie per la citazione. Mi capita a fagiolo perché sto scrivendo un articolo in cui la utilizzerò.
      Uscirà domani, penso.

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