sabato 1 giugno 2013

Comunque la giri, il risultato non cambia

 

Testo di Fabrizio Belloni


Mi permetto di sottolineare alcune scenette (mal)recitate sul palcoscenico della sgangherata comica finale del nostro squinternato, bistrattato, dannato ed amato Stivale (ma non solo).
Grillo si sta accorgendo di una eterna verità: la ruota gira se vi è un perno solo; se sono due o più la ruota grippa e si blocca. Un Movimento (partito, associazione, bocciofila, club filatelico, parrocchia ecc. ecc.) al suo interno deve avere uno, uno solo che comanda. Quell’uno deve assumersi responsabilità, incarnare l’idea, indicare la strada, scegliere la strategia, attuare e far attuare la tattica. Si può fingere, in ossequio al volere degli occupanti da sessantacinque anni il Bel Paese, un apparato democratico, ma solo in apparenza. Altrimenti si finisce nel caos, nell’anarchia sterile, autoreferenziante, invitabile sbocco nella palude viscida e malata della partitocrazia. Badate che la Costituzione non dice nulla sull’apparato interno dei partiti: afferma solo che il loro comportamento pubblico (elezioni) deve adeguarsi all’ipocrita rito delle elezioni democratiche. (anche sulle elezioni ci sarebbe da ridire: sono, tecnicamente, una mistificazione giuridica, tese ad evitare lo scontro fra fazioni, più che a salvaguardare la dignità di ciascuno. Così mi insegnò quel gigante che fu il prof. Miglio).

La Sinistra non riesce a guarire da un bacillo che porta dalla nascita: la necessità di dividersi, di litigare, di contrapporsi all’interno con più ferocia che contro gli avversari. Ci riuscì una sola volta Lenin, a prezzo di una montagna di morti alta più dell’Everest. Solo la pazienza slava (ed il terrore) permise di rimandare l’ammissione del fallimento per tre generazioni. La caduta del Muro nell’ottanta nove sancì il fallimento della Sinistra. Qui da noi i cosiddetti progressisti fanno discorsi più reazionari e capitalisti di quelli che facevano i Liberali negli anni ‘50/’60 (rileggetevi Einaudi e Malagodi: sembrano rossi che più rossi non si può, al paragone).
La Destra non esiste. Semplicemente. Cosa è di destra in Italia oggi? Non gli eredi del fu MSI, partito che cominciò bene (anti Atlantico, dichiaratamente Fascista), ma che fu immediatamente cooptato dai servizi USA, dai soldi dei poteri forti, e che non ebbe gli attributi per continuare un’Idea. Finito con Fini, appropriato personaggio per la celebrazione del rito funebre, si è dissolto in mille rivoli, che strepitano l’uno contro l’altro, berciando che il mio Fascismo è più Fascismo del tuo. Che tristezza! Che tristezza vedere l’Idea stuprata. Che tristezza vedere l’utilizzo per fini personali dell’entusiasmo di tanti giovani in buona, buonissima fede.
La Destra non esiste. Non è Destra Berlusconi, che pensa più a se stesso che alla politica. Del resto deve le sue fortune, oltre ad una indiscutibile abilità, al suo mentore, Bettino Craxi, che gli “regalò” le televisioni, per mettere una bomba politica ad orologeria sotto la poltrona di Agnelli, legatosi al PCI. Oggi il Silvio avverte la fibrillazione dei suoi ex –berluscones, pronti a fronde, salti della quaglia, tradimenti, voltafaccia, pugnalate in puro stile italico-bizantino. Chi di Scilipoti ferisce……

In compenso i nostri padroni ed occupanti, gli USA, se la passano male. Disoccupazione
oltre il 12%. Che ti fa l’ebreo Bernake, il patron della Federal Riserve? Annuncia che stampa dollari, che immetterà liquidità fino alla riduzione al sei e mezzo per cento dell’indice dei disoccupati. Badate che sarebbe una mossa mica vigliacca, se gli yankee non avessero il viziaccio di far pagare ad altri i loro debiti. E poi, di che dollari parla Bernake? Di quelli ad uso interno? Di quelli usati per pagare le truppe all’estero, assai diversi, non nell’aspetto, ma con dei dubbi sulla numerazione? Sui cosiddetti petrol-dollari (idem c.s.)? Chiedere lumi allo IOR, che forse ne sa qualcosa. E, già che ci siamo, sarebbe possibile, per maligna curiosità, controllare se l’oro di Fort Knox è tale, o tungsteno rivestito?
La Russia ha mandato centinaia di S 300 in Siria. Gli S 300 sono missili potenti e di medio raggio. Potrebbero portare anche testate nucleari. I cosiddetti “ribelli”, propriamente mercenari armati da Israele, dalla Cia, dalle armi dei depositi libici (andate anche in Mali), dalla Francia e dall’Inghilterra, se la passano male. E la Russia, che ha una base della marina militare in Siria, ha mandato un messaggio chiaro. E ha fatto bene. Il grande deposito di gas che dall’Egitto arriva fino in Grecia, toccando anche l’Italia (ma l’Eni è in svendita!), deve essere suddiviso con accordi, non con mattanze. Alla faccia dei petrolieri, delle Sette Sorelle, dei poteri forti.

Sono solo pochissimi degli argomenti oggi alla ribalta. Ma tutti hanno come natura intrinseca una constatazione. La cosiddetta democrazia è un fallimento operativo. E’ un livido specchietto per stupide allodole. Un’inefficacie simulazione di quello che in natura non esiste né può esistere. E’ un Prozac per illudere il numero delle masse. Si dibattono, i parassiti servi che gestiscono, su mandato altrui, il potere, nella contraddizione del pendolo: oscillano fra incapacità inefficace e vigliaccheria. Dovrebbero, da uomini, avere il coraggio di fare una spietata analisi, una disamina senza filtri ideologici degli ultimi settanta anni di storia italiana ed europea.
Meglio che si spiccino: la Storia, quella vera, ha cominciato a farlo.
Grazie a dio, grazie ad Odino.


Fabrizio Belloni

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