Forse
sono io lo stupido, o forse lo siamo in molti, che ancora riusciamo a vedere
questo mare infinito di sofferenza; farei meglio forse a pensare ad altro e non
vedere questo mare di ossa e merda misti a dolore di un popolo inesistente agli
occhi di un razza narcotizzata, la mia razza, continuamente in crisi economica
e sociale, prona a 90 gradi al prossimo acquisto di uno Smart Phone luccicante
a rate, e il resto del mondo? Lo tiriamo giù nella parte più nascosta di noi
per non vedere più, mai più e non capire, non dover dire a noi stessi di essere
la colpa di ciò che noi abbiamo provocato, ma forse non eravamo presenti perché
occupati a non pensare: “perché già la vita è triste”. Come se non conoscessimo
più il colore del sangue rosso, riusciamo ad essere emofobici col nostro sangue
così come euforici per un video dove qualcuno “crepa” scannato…ma poi cosa
rimane di un uomo? Tutto il bene che così amiamo è riservato sempre per il
giorno dopo, quando verrà? Come se vivessimo in una linea di confine tra il
bene e il male, oltrepassiamo quel labile confine solo quando non vogliamo
vedere il male perché aspiriamo a vivere nell’illusione di essere dalla parte
del giusto e mai del male, come se non ci riguardasse nulla che non arrivi dall’interno
della nostra abitazione, 4 mura e il resto è nulla; siamo come soffocati da un
eterno conflitto interiore, e quella parte di noi ancora cosciente dovrebbe
iniziare a pensare cosa rimane ancora di noi stessi oltre l’indifferenza della
nostra esistenza di esseri umani con sangue e ossa.
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