venerdì 31 gennaio 2014

L’ingrato mestiere del giudice



Che nella magistratura ci siano molti massoni è indubbio. Che ve ne siano di appartenenti a logge diverse è probabile. Ma che le sentenze dei processi più pubblicizzati servano metalinguisticamente a insinuare nella mentalità della gente che vi sono i buoni rispettabili da una parte e i cattivi criminali dall’altra, è altresì un altro dato di fatto. Come ha intuito intelligentemente Franceschetti, a commettere crimini sono persone del popolo, operai contadini e balordi in genere, oppure studenti senza arte né parte come nel caso di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, ma mai persone altolocate nella scala sociale, come avvocati, medici, notai, grandi industriali e, naturalmente, giudici.

Il metalinguaggio, con sentenze che condannano al carcere la plebaglia e mai la nobiltà di sangue o acquisita, è un potente veicolo di stabilità gerarchica. Siamo in pieno Medioevo e non ce n’eravamo accorti. Vassalli, valvassori e valvassini. Caste intoccabili e miserabili abbietti, con le prime che vessano impunemente i secondi.
Ma il ribaltamento della sentenza a carico di Amanda e Raffaele si può vedere anche sotto un’altra luce: alcuni giudici fanno seriamente il loro lavoro e assolvono gli imputati in caso di mancanza di prove, com’è doveroso fare, oppure che i giudici appartenenti a una loggia massonica facciano guerra a quelli appartenenti a un’altra, condannando gli imputati laddove i loro colleghi li avevano assolti. Il risultato è una perdita di credibilità nelle istituzioni, quella del potere giudiziario che va a fare buona compagnia a quella del potere legislativo, già ampiamente screditato agli occhi dell’opinione pubblica.
Così, se da una parte la telenovela viene prolungata fino alla sua millesima puntata, per l’audience delle trasmissioni di Bruno Vespa, per il sollazzo degli astanti e degli stessi giudici che ne sono protagonisti, dall’altra ci sono poveri disgraziati innocenti che vengono messi alla gogna senza una ragione. E’ il caso dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, per esempio.
Ancora non si sa se le porte del carcere si apriranno immantinente per Raffaele, ma intanto gli è stato ritirato il passaporto, essendo stato trovato sulla strada per Tarvisio, ma di Amanda si sa che resterà negli Stati Uniti e l’estradizione che verrà eventualmente richiesta sarà respinta. Non si è mai visto che una colonia ottenga soddisfazione da parte della Madre Patria, dopo che anche Hillary Clinton aveva spezzato una lancia in favore di Amanda.
                                                                                                                                                  
Perché c’è anche un altro aspetto da considerare: la dignità delle nazioni. L’Italia in questo periodo storico, la dignità, ce l’ha sotto i tacchi, non solo con la Madre Patria, che è più matrigna che madre, ma anche con nazioni emergenti come l’India, che sta giocando con i due militari Latorre e Girone – e quindi con l’Italia stessa – come il gatto gioca col topo.
Lo spauracchio della pena di morte viene agitato e nascosto, come il torero agita il drappo rosso davanti al muso del toro. Solo che gli italiani, a differenza del toro, non si scompongono, non si infuriano.
Da antimilitarista di vecchia data non provo particolare simpatia per i militari, ma se i due nostri soldati hanno sparato nel buio e commesso l’errore madornale di uccidere due pescatori, secondo tutti i codici andrebbero applicate le attenuanti del caso, cioè di non averlo fatto apposta.
La cosa paradossale è che stavano compiendo un’operazione di protezione antipirateria e ora vengono equiparati a terroristi. Al che, delle due l’una: o i pirati sono ben accetti dal governo indiano e allora si cessino le operazioni di protezione antipirati e non li si chiami più pirati ma corsari, oppure il problema della pirateria marittima esiste e anche il governo indiano dovrebbe trattare i pirati come criminali, equiparandoli a terroristi armati. Se accusa i militari di essere terroristi significa che è in atto un ribaltamento delle cose.
Non credo che i giudici indiani abbiano conflitti dovuti a logge massoniche in lotta tra loro. Credo che in alcuni di loro ci siano sentimenti di rancore verso la razza bianca e di rivalsa per i secoli di colonialismo a cui il loro paese è stato soggetto. E il fatto che siano giudici non significa che siano bravi in geografia e che riescano a capire che l’Italia non è la Gran Bretagna e che la nostra storia coloniale non è paragonabile a quella anglosassone. Non dovrebbe essere l’Italia a dover difendere le proprie navi mercantili, ma dovrebbero essere gli indiani stessi a garantire la navigabilità delle loro acque. Se non lo fanno vuol dire che sono un paese del Terzo Mondo e che si merita di avere i pirati, che di sicuro non attaccano solo le navi straniere. Non riesco ad immaginare pirati patrioti.

A livello internazionale, prendiamo schiaffi da tutte le parti. Amanda, col cavolo che ce la renderanno, come hanno già fatto con il pilota assassino del Cermis e con quell’altro idiota che ha ammazzato Calipari. Ma quando i giudici indiani condanneranno alla pena di morte i due sfigati militari, più di proteste formali i nostri governanti non faranno. Gli USA ci lasceranno sbrigare la faccenda da soli, ché di sicuro non scatenano una guerra con l’India solo per due poveri soldatini, loro che non hanno esitato a sacrificarne 2500 a Pearl Harbor, per non parlare delle Torri Gemelle.
Fra pochi giorni sapremo se i due marò dovranno morire e lo verremo a sapere, per nostra fortuna, nei giorni in cui in tivù ci sarà il Festival di Sanremo.
Pace all’animaccia loro. 
Chi di voi vuole ancora arruolarsi nella Marina militare italiana?

11 commenti:

  1. Concordo con il titolo... che brutto mestiere il "giudice", soprattutto se deve decidere della vita delle persone, chissà cosa spinge le persone a fare quella scelta, quale sogno...
    Per esempio posso capire un carabiniere o poliziotto che da giovane sogna un po di giustizia o mantenere l'ordine per il bene della società (a meno che non sia per motivi di scarsità di altri lavori) e poi per meccanismi strani succedono cose strane (vedi il caso Aldrovandi) ma il giudice, non so concepirlo... come si possa desiderare e quindi scegliere il mestiere di giudicare le persone, proprio non riesco a capirlo.

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    1. Forse perché il famoso coltello è meglio tenerlo dalla parte del manico.

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  2. Caro Roberto, d'accordo con tutto ma continuare con sta menata dei nostri (di chi, miei sicuramente no) militari che, poverini, hanno ucciso solamente due pescatori indiani e noi come nazione dovremo riportare a casa ecc. ecc. avete un pò rotto. Hanno sparato a due poveracci e che paghino per quello che hanno fatto! Punto e basta. Altrimenti questa storia che sei antimilitarista ma chiudi un occhio per sto caso risulta irritante.
    Un abbraccio

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    1. Dico solo che sarebbe sproporzionata la pena di morte dato che non l'hanno fatto apposta. Pensavano di essere attaccati da gente armata e invece erano solo pescatori.
      Anche i nostri gioiellieri uccidono i banditi, ma non per questo li si condanna a morte. Al massimo vengono giudicati per eccesso di difesa, a seconda che sparino all'interno della gioielleria o sulla strada. La nave, per quel che ne so, era territorio italiano e quindi è come se fossero stati dentro il proprio negozio.

      Poi, magari la giurisprudenza indiana la pensa in un altro modo.

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  3. Mi sono già espresso in un commento precedente su questi due stupidi soldatini. Adesso gli trema il c..ollo, hanno paura di essere impiccati. Se succede, diventeranno due sfigati eroi che ben presto tutti si scorderanno, soprattutto i nostri inetti governanti, che riusciranno a muovere solo il dito mignolo per cercare di salvarli. Se non altro, qualcosa di positivo rimarrà(forse). Un duro monito, affinché altri idioti non spasimino più per indossare una divisa!

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    1. Guardati te una volta tanto, che hai contratto l'alzheimer.

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    2. Angelo, non è consentito offendere gli altri utenti.
      Stai esagerando e hai dimenticato che qui sei ospite.

      Non ti censuro perché se no dici che i "complottisti" non accettano il dialogo.

      Ma che non diventi un'abitudine.

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  4. @ROBERTO,

    secondo Te che lo conosci BENE il WASP, peraltro ormai da TEMPO Tuo gradito ospite, che cosa avrebbe scritto se uno dei due pescatori "uccisi" sarebbe STATO un suo FAMILIARE;

    ma NOI fin poco TEMPO fa, ce lo hai insegnato proprio Tu, NON eravano dei "complottologi" e NON dei "complottisti" o forse mi sbaglio !!!???

    HASTA SIEMPRE la VICTORIA

    SDEI

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    1. Io m'illudo che Angelo Nigrelli abbia scelto di commentare qui perché è l'unico posto dei siti di controinformazione che non lo censurano, ma non posso escludere che gli abbiano assegnato il mio blog. Non posso sapere fino a che punto è una sua libera scelta, di commentare qui.

      E ti dirò che tra un Giorgio Andretta che mi fa sentire ridicolo e ignorante e un Angelo Nigrelli che m'insulta, preferisco il secondo.
      L'unica clausola è che non offenda gli altri ospiti.


      Quanto alla questione di lana caprina se siamo complottisti o complottologi, mi sembra una faccenda superficiale e per nulla sostanziale.

      Una volta capito che ci sono registi manipolatori, possono metterci tutte le etichette che vogliono e noi possiamo tranquillamente lasciarli dire.
      Poco ci cale.

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  5. @ROBERTO,

    sinceramente NON capisco il paragone che fai tra 2 Tuoi OSPITI, il Giorgio A. e l' Angelo N. "decaduto", lontani caratterialmente & professionalmente tra loro ANNI LUCE;

    riguardo alle 2 PAROLE anch' esse SONO come significato all' opposto altro che "lana caprina", infatti il "complottista=chi fa i complotti" mentre il "complottologo=chi studia i complotti" una bella differenza NON Ti pare !?

    MANDI
    da

    SDEI

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