Fonte: Leggo
Testo di
Anna Guaita
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YORK – E’ un fungo, non una roccia. E dunque testimonia dell’esistenza di una
forma di vita sul pianeta Marte. Con questa certezza, lo scienziato Rhawn
Joseph ha fatto causa alla Nasa, accusandola di non aver voluto studiare in
modo appropriato la misteriosa forma comparsa dal nulla nelle foto prese da uno
dei due rover attualmente al lavoro sul pianeta Rosso. La
forma è stata fotografata da Opportunity, la più “anziana” dei due piccoli
laboratori mobili che viaggiano sul pianeta. La Nasa l’ha illustrata e
presentata al pubblico proprio nella cerimonia in cui si festeggiavano i dieci
anni di Opportunity. E’ stato spiegato che quella roccia, di forma
tondeggiante, non era mai stata fotografata in quel luogo. Il responsabile
della missione, Steve Squyres, ha detto: “E’ stupefacente, prima non c’era lì”.
L’ha descritta come una “ciambella”, e ha spiegato che forse era il resto di
una meteorite caduta dopo il passaggio precedente di Opportunity, o forse
proprio una pietra smossa da Opportunity stessa.
L’astrobiologo
Rahwn Joseph non è affatto convinto di questa spiegazione: “Il rifiuto di fare
fotografie ravvicinate da vari punti di vista, il rifiuto di produrre immagini
microscopiche dell’oggetto, il rifiuto stesso di rendere pubbliche immagini
microscopiche di questo oggetto sono un comportamento bizzarro e negligente”,
ha scritto nel ricorso ai tribunali.
Joseph,
che ha studiato a lungo le immagini fornite dalla Nasa, sostiene che esse fanno
pensare a un apothecium, una specie di lichene. Scrivendo sul sito Journal of
Cosmology, l’astrobiologo non trattiene il sarcasmo: “Qualsiasi adulto
intelligente, o anche adolescente, o bambino, o scimpanzè, o pure un cane o
perfino un topo con un minimo di curiosità si avvicinerebbe e investigherebbe
da vicino una struttura a forma di disco che comparisse a pochi centimetri
davanti a loro, se dodici giorni prima non c’era”. La Nasa risponde asciutta: “Trovare
forme di vita in mondi oltre la terra è ovviamente un impegno importante per la
Nasa. Ma ci devono essere prove convincenti”.
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