venerdì 17 gennaio 2014

Salotti insidiosi

 
Il veterinario bolognese Roberto Marchesini è un intellettuale animalista i cui libri però hanno il difetto di essere poco comprensibili per l’uomo della strada, inficiando così l’efficacia della divulgazione. Per contro, la frequentazione di salotti televisivi potrebbe avere qualche utilità, ma non possiamo nascondere il rischio che venga incanalata sugli innocui ninari della zoofilia benpensante e ipocrita. Charles Bukowsky diceva che per mantenere lo status quo non c’è niente di meglio che una recita teatrale o un’opera di Verdi. Tanto è vero che di articoli zoofili sono pieni i rotocalchi settimanali e le riviste per donne, che dimostrano però tutti i loro limiti. Se dare un taglio zoofilo, sui giornali o in tivù, alle faccende che riguardano gli animali, servisse a sottrarli all’oppressione umana, sarebbe cosa buona e giusta, ma non funziona. Non ha mai funzionato e lettori e telespettatori, anche dopo aver visto Licia Colò e i suoi ospiti animalisti, continuano con le stesse necrofile abitudini alimentari di sempre. Così si addomestica ogni spinta dirompente e rivoluzionaria.

4 commenti:

  1. Ho visto l'intervista poi me ne sono andata per la nausea..... la solita retorica...gli animali sono presentati in un modo che definirei "disneyano",
    superficiale, e "banalotto", che fa si che ogni persona che ha un gatto o un animale in casa sia a torto definito "amante degli animali" mentre invece il vero amante non li mangia, non porta vestiario in pelle e non va poi al circo con pargolo alla mano.
    Sarebbero da preferire servizi sulle pellicce, sulla vivisezione, ad esempio, o sugli allevamenti, ma
    così facendo si va ad urtare il mercato delle carno i delle multinazionali, le industrie.
    Dopo aver visionato come si allevano polli o maiali o bovini, all''intellighenzia" dei vertici Rai (o mediaset), risulterebbe arduo poi nel blocco degli spot fare réclame ai cordon bleu della Amadori, quindi la si butta in modo fanciullesco, con soavi filmati di animali giocherelloni, maiali che saltano come bimbi nel giardino d'infanzia.
    Basta vedere il modo schifoso in cui è stato trattato il tema della ricerca dopo l'uragano Caterina, con interviste quasi sempre di parte, un falso dibattito dove la prima e ultima parola spetta sempre all'imbonitore Garattini (se non lui un suo apostolo).

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    1. Condivido ciò che dici.

      La percezione che deriva da trasmissioni come queste, con la banalizzazione del nostro rapporto con gli animali, fa sì che ogni persona che ha un cane o un gatto si senta un amante degli animali.

      Ne sto avendo conferma in questo periodo, da quando frequento una mia vicina di casa, che pensa di essere zoofila solo perché, oltre a un cane, ha anche molti pappagalli, che adora.

      E' un sentimento molto diffuso e mette a posto la coscienza.


      Tuttavia, ciò non toglie che Roberto Marchesini (che ho conosciuto di persona molti anni fa) sia una brava persona.

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  2. Non dubito che lo sia, piace anche a me...come anche mi piaceva Celli, l'etologo.
    Bisognerebbe anzi domandargli sotto sotto se non si sentono un po' sottovalutati nel presentare gli animali in modo così fiabesco.

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    1. Ognuno si crea la propria realtà e Marchesini è convinto che andando ospite nei talk show renda un favore alla causa degli animali.

      Ora che ci penso, però, non l'ho mai visto alle manifestazioni e ai cortei.
      Vabbé!

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