mercoledì 22 gennaio 2014

Stampa che si crede libera



Mi sono letto dalla prima all’ultima parola l’articolo con cui Lino Bottaro spiegava le motivazioni del suo divorzio collaborativo da Nicoletta Forcheri, nonché tutti i commenti che ne hanno fatto seguito e sono giunto a un’amara conclusione. C’erano di mezzo i soldi, lo sterco del diavolo, e quindi si capisce perché siano giunti a una rottura sembrerebbe definitiva. L’interessata non ha avuto la possibilità di replicare e questo già rende l’articolo fazioso, mentre la totalità degli utenti ha solidarizzato con Lino, dando addosso alla Forcheri, in una specie di linciaggio virtuale. E questo rende l’intero post uno spettacolo poco edificante, nonché un esempio di cattivo uso di internet. Io vengo tirato in ballo fin dal primo commento da un certo Sharman, una di quelle t.d.c. (teste di cazzo) che non mancano mai sui siti di controinformazione e non si capisce se siano stupidi per natura o pagati per fare gli stupidi. Di t.d.c. è pieno il web: su Luogo Comune impazzano, Tanker Enemy ha scelto di obbligare gli utenti a registrarsi, come fanno i giornali mainstream, mentre Scienza Marcia ha fatto una scelta ancora più radicale, eliminando del tutto l’area commenti. Pure il mio blog ne ha, anche se ultimamente si fanno sentire poco.


Mi ero già occupato giorni addietro della separazione tra Lino Bottaro e Nicoletta Forcheri e in quell’occasione avevo rinnovato la mia stima per l’interessato, cosa che non mi è difficile ripetere qui e ora, ma dopo il linciaggio morale attuato dagli utenti, mi sento di spezzare una lancia nei confronti di una blogger che non ho mai conosciuto di persona e che potrebbe avere solo qualche problema caratteriale di socialità, motivo non sufficiente per crocifiggerla. Ella ha sicuramente dato anima e corpo al sito di Stampa Libera e di questo bisogna prendere atto. Che poi ne sia risultata una gestione monopolistica può essere dipeso non da lei, ma da altri fattori, come per esempio la mancanza di altri autori parimenti impegnati a dare il proprio contributo. Non è necessario pensare subito a una sua censura nei loro confronti.
Io, per esempio, me ne sono andato a causa di un certo Marco Turi Daniele, il cui nick name era Parusia, e dalla Forcheri non ho mai ricevuto censure. Il fatto poi che sia stato chiamato in causa il suo compagno, Marco Saba, con alcuni commentatori che si sono lasciati addirittura andare a conati antisemiti, dimostra ancora una volta che il sito di Stampa Libera è infestato di t.d.c. come tutti gli altri. E lo possiamo anche considerare fisiologico, mettendoci il cuore in pace.

Penso che in questo, come in tutti gli altri casi, si dovrebbe applicare il principio espresso in una frase che sta circolando in questi giorni su Facebook: "Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre “.
La prossima volta che Sergio Boschian, conosciuto su Stampa Libera come SDEI, mi telefonerà rinfocolando le mie speranze, che sono anche le sue, di tornare ad essere un autore di Stampa Libera, gli risponderò che Lino non ci sente da quell’orecchio, e ora penso di sapere perché. Ora mi è tutto più chiaro. Fermo restando che il signor Bottaro è una degnissima persona, rimane il fatto che probabilmente mal digeriva i miei passati articoli e forse si era pentito di aver chiesto la mia collaborazione. Egli è un uomo devoto, non dico un uomo di chiesa, ma quasi, tanto che qualcuno lo chiama scherzosamente Don Lino. A me, mia moglie malgascia, mi chiama Belzebub! E ci sarà pure una ragione!

Se ora dovessi pubblicare su Stampa Libera, scriverei articoli di fuoco contro Chiesa e religione, facendo schizzare in alto l’audience, ma suscitando anche molte dispute verbali, malesseri e discordie, oltre a crearmi nuovi nemici. Di quest’ultimo effetto non mi curo, ma del malumore che provocherei a Lino non posso non tenerne conto, essendo egli il titolare del sito. D’altra parte, in linea teorica, io avrei diritto di esprimere le mie iconoclastiche opinioni in piena libertà, come del resto si prefigge un sito che si chiama stampa libera, lasciando poi ai lettori di giudicare e valutare. Ma sappiamo tutti che non è così. Non è così che funziona. Lino è un essere umano come tutti, con tutte le debolezze e limitazioni del caso e se pubblica articoli che parlano male di Papa Francesco o che parlano della non esistenza di Dio e di Gesù, potrebbe lasciar intendere che lui è d’accordo, anche se non lo è. E dovrebbe impegnarsi in imbarazzanti spiegazioni con i suoi più religiosi lettori.
Indi per cui, sarebbe meglio non pubblicare articoli imbarazzanti come quelli che scrivo io, ma in tal caso egli dovrebbe umilmente riconoscere che il suo sito non è per niente libero e dovrebbe, se vuole essere coerente, cambiarne l’intestazione.

Queste comunque sono quisquilie.
La trave macroscopica nell’occhio di Stampa Libera è che molti utenti chiedono il ritorno di SDEI, visto come portatore sano di gioia e fraternità, e vorrebbero che si tornasse a parlare di spiritualità, a differenza dell’impostazione data dalla Forcheri che invece privilegiava il tema del signoraggio bancario.
Ognuno si crea la propria realtà ed evidentemente il signoraggio è, per la Forcheri, il peccato capitale da sconfiggere o almeno da combattere. Se ci fosse una varietà di autori questo tema sarebbe giocoforza diluito e nessuno potrebbe accampare accuse di gestione monopolistica nei suoi confronti.

La cosa che piuttosto mi manda fuori dai gangheri è che alcuni utenti vorrebbero leggere articoli di spiritualità mentre si riempiono la bocca di carne e sangue, ovvero vengono meno, nella vita pratica di tutti i giorni, al primo comandamento, dato forse anche dal mai esistito Gesù, ma sicuramente da tutti i saggi dell’antichità: “Astieniti dal mangiare cadaveri”. Mi fanno ridere questi amanti della spiritualità.
Lo stesso Sergio Boschian, per sua stessa ammissione, mangia carne ogni tanto e, come lui, tante altre brave persone, che però non riescono proprio a rinunciare ai piaceri della carne. Figuriamoci del formaggio!
So di rendermi antipatico dicendo questo. Ma so anche che l’essere umano è la contraddizione fatta persona. Un coacervo di insensatezze. C’è chi ama leggere storie di spirito e amore fraterno e quando si siede a tavola la porzione di carne non se la fa mancare. D’altra parte, c’è anche chi s’impone una ferrea alimentazione cruelty free, ma alimenta sentimenti di odio e rancore, come potrei essere io.

Parlo di me, che forse non ho ancora risolto la faccenda del mio allontanamento da Stampa Libera. E non la risolverò mai finché il signor Bottaro non si degnerà di dire come la pensa. Se tace, fa parlare il metalinguaggio e il metalinguaggio mi dice che non gliene importa niente se un suo collaboratore viene insultato da un altro collaboratore. Se tace e non fa alcuno sforzo per far da paciere, significa che prende posizione con il carnefice, ai danni della vittima. Significa che è d’accordo con il primo, a discapito della seconda.

Ormai tanta acqua è passata sotto i ponti e sarà una condanna comune a tutti noi masticare amaro, Lino per il “tradimento” della Forcheri; io e la Forcheri per il “tradimento” di Lino e forse chissà, anche Marco Turi Daniele per qualche altro “tradimento”.
Il destino nostro è di dedicare tempo, sforzi ed energie a un progetto comune e vederlo poi naufragare.

Quando collaboravo con Stampa Libera, il mio blog languiva. Quando ho smesso di collaborare, il mio blog è schizzato alle stelle. Se dovessi sforzarmi di vedere il bicchiere mezzo pieno, dovrei essere riconoscente a Lino per l’entusiasmo e l’illusione di aver fatto parte di una squadra, anzi, una famiglia, anche se poi mi sono ritrovato con un pugno di mosche e con un tale di nome Gliese, altro t.d.c., che mi accusa di aver censurato centinaia di commenti. Dovrei essere felice di quella esperienza, della sensazione di far parte di un progetto.
Però non ci riesco. Non mi viene né facile, né spontaneo. Anzi, mi si accusa di avere un ego ipertrofico. Non lo so. Non so neanche cosa vuol dire. A me basterebbe che mi si manifestasse un minimo di gratitudine.

1 commento:

  1. @ROBERTO,

    la GRATITUDINE Te la manifesto IO per l' impegno che SEMPRE metti nello SCRIVERE;

    come hai fatto del resto anche in STAMPA LIBERA e che Ti è STATO riconosciuto da molti LETTORI,

    il Tuo grande ERRORE "professionale & caratteriale" è STATO in SL, quello di introdurre il "CAVALLO di TROIA" dei negazionisti delle SCIE CHIMICHE in un SITO anti-SCIE per eccellenza,

    e come se nel Tuo che è ANIMALISTA si volessero pubblicare delle succose ricette di CARNE "sanguinolenta", NON credo proprio cheTi andrebbe BENE anzi Ti scateneresti contro eccome,

    a rileggerti QUI sicuramente e chissà forse anche in qualche altra parte, PERCHE' ho imparato a dire & scrivere "MAI dire MAI" !!!

    HASTA SIEMPRE

    SDEI



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