lunedì 24 febbraio 2014

Animalisti accecati dall'ideologia

 

Quando l’ideologia suona, la musica della verità tace. L’ideologia animalista ha colpito Papa Francesco ed il Santo di Assisi. Gira da qualche giorno su facebook una notizia: “FINALMENTE UN PAPA L’HA DETTO! A PASQUA NON MANGIATE AGNELLO E CAPRETTI”. Ed anche su altri siti il messaggio che suona è quello: “Il Papa: a Pasqua non mangiate agnelli a capretti”, per citarne uno dei tanti. Peccato solo che il Papa non abbia mai detto quello che gli si attribuisce. Tutto parte forse da un post dal titolo un po’ equivoco della lega anti-vivisezione, “Grazie al Papa e no alla strage degli agnelli per Pasqua”. E da lì si sa come girano le informazioni. Quindi il Papa non ha invitato nessuno a non mangiare l’agnello. È vero invece che gli animalisti, appena eletto il Papa, si erano messi subito in moto, chiedendo di fermare “la strage delle migliaia di agnelli che ogni anno vengono sacrificati”, come avanzato da Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu. “Jorge Mario Bergoglio”, ha detto invece Massimo Pradella, presidente internazionale Oipa, l’organizzazione internazionale protezione animali, “eletto ieri come nuovo Papa della Chiesa cattolica ha scelto per la prima volta nella storia il nome Francesco. Ci auguriamo che questa scelta sia motivata anche dalla sensibilità e dal rispetto per gli animali che contraddistingue il frate Francesco, poi diventato santo, e che si rifletta sulle scelte che opererà”. 


Al Papa allora l’invito a “rompere con alcune anacronistiche e crudeli tradizioni”. “Appena ho sentito il nome `Francesco´ ho sperato subito che la scelta fosse stata ispirata al santo di Assisi’’, dice il presidente della Lega anti vivisezione (Lav) Gianluca Felicetti. “Questo Papa ha un’arma formidabile da utilizzare subito – continua il presidente della Lav – elevando una sua parola in occasione della prossima Pasqua, per evitare la strage delle migliaia di agnelli che ogni anno vengono sacrificati’’. Sarebbe “un segnale di discontinuità con i suoi predecessori” che dimostrerebbe “compassione per tutti i viventi, animali compresi, facendo così della festa una Pasqua di resurrezione e quindi di vita. Ci auguriamo che sia un uomo di pace, che applichi il rispetto per tutti gli esseri viventi a 360 gradi proprio nello spirito di San Francesco”. 

La vulgata è dunque che San Francesco sarebbe stato una sorta di animalista dell’era antica, un uomo che, come loro, equipara in qualche modo la vita umana a quella animale, tanto, magari, da fare di lui un vegetariano. E questo lo può pensare solo chi, accecato dall’ideologia animalista, non conosce la figura di San Francesco. Basta leggere le Fonti Francescane: “Un giorno i frati discutevano assieme se rimaneva l’obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell’anno cadeva in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: «Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all’esterno”. (Vita seconda di Tommaso da Celano). Insomma, non solo il Papa non ha detto di non mangiare l’agnello pasquale. Ma l’idea stessa che il suo nome e la tradizione francescana facciano di lui un animalista può essere figlia solo di un cieco approccio ideologico. Buona Pasqua. E buon appetito a tutti.

4 commenti:

  1. Sarà come la storia del canone RAI, un paio di settimane fa era circolata la notizia della sua abolizione da parte della commissione europea... e mi ha fatto ridere la cosa perché stavo leggendo un articolo al riguardo sul web e si è aperta una finestrina nel video dove c'era scritto: "Agenzia delle entrate: il canone va pagato."

    Certo non c'è paragone con l'uccisione di un animaletto innocente come un agnello....

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    1. Infatti, tra una tassa non pagata e il tradimento del messaggio evangelico c'è un baratro, a livello etico.

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  2. Vedremo se da qui ad aprile, si ripeterà l'invito... (vero o falso) a non mangiare agnello o capretto... qualcosa si trova già in rete e anche se fosse un copia e incolla dell'equivoco di cui all'articolo sopra, l'importante sarebbe che producesse l'effetto sperato.

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