sabato 1 febbraio 2014

Variazione sul tema di una vecchia truffa

 
Fonte: Leggo

ROMA - La tecnica è spietata: prendono uno dei tanti cani randagi che vivono nei loro insediamenti e lo scaraventano diritto tra le ruote della prima auto che arriva, magari a velocità più sostenuta. Poi si fingono stravolti per l'accaduto. E non appena gli automobilisti ignari si fermano, dopo aver sentito il botto, li incolpano d'aver investito il proprio cane. E chiedono un immediato risarcimento in denaro. 
Protagonisti dell'ultima crudele truffa sono i nomadi che vivono nel campo sorto ad Acilia, nel Lazio, sotto il cavalcavia nei pressi del deposito dell'Ama. La denuncia arriva da un comitato di abitanti della zona che si è già rivolto alle forze dell'ordine. Il gruppo lancia l'Sos agli animalisti per mettere al sicuro almeno gli altri cani del campo rom.
Ancora violenza nei confronti degli animali. Stavolta colpisce la ferocia della premeditazione: poveri randagi finiti nella rete di gente senza scrupoli e destinati ad una morte orrenda. Con l'unico agghiacciante obiettivo di estorcere denaro alle malcapitate vittime. Uno scalino che porta sempre più in basso esseri cosiddetti umani capaci di arrivare a tanto.

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