Fonte: Leggo
ROMA
- La tecnica è spietata: prendono uno dei tanti cani randagi che vivono nei
loro insediamenti e lo scaraventano diritto tra le ruote della prima auto che
arriva, magari a velocità più sostenuta. Poi si fingono stravolti per
l'accaduto. E non appena gli automobilisti ignari si fermano, dopo aver sentito
il botto, li incolpano d'aver investito il proprio cane. E chiedono un
immediato risarcimento in denaro.
Protagonisti dell'ultima crudele truffa sono i nomadi che vivono nel campo sorto ad Acilia, nel
Lazio, sotto il cavalcavia nei pressi del deposito dell'Ama. La denuncia arriva
da un comitato di abitanti della zona che si è già rivolto alle forze
dell'ordine. Il gruppo lancia l'Sos agli animalisti per mettere al sicuro
almeno gli altri cani del campo rom.
Ancora
violenza nei confronti degli animali. Stavolta colpisce la ferocia della
premeditazione: poveri randagi finiti nella rete di gente senza scrupoli e
destinati ad una morte orrenda. Con l'unico agghiacciante obiettivo di
estorcere denaro alle malcapitate vittime. Uno scalino che porta sempre più in
basso esseri cosiddetti umani capaci di arrivare a tanto.
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