lunedì 31 marzo 2014

Gli gnu e il leone

 
Abbiamo dovuto aspettare che Andreotti diventasse un vecchio rimbecillito, nonché senatore a vita, per capire che Stato e Mafia sono culo e camicia, benché molti ancora non se ne siano resi conto. Ma, una volta resisi conto che i peggiori criminali sono al governo, che le torri gemelle di New York, gli americani, se le sono buttate giù da soli, si intuisce quali sono i meccanismi che regolano la vita sociale e si può anche capire che il questore di Pordenone abbia ricevuto la direttiva dall’alto di lasciare che i circensi accampati in città dessero una dura lezione agli animalisti. Non a caso l’esagitato circense che ha mandato all’ospedale cinque attivisti, tra cui tre donne, indossava una maglia rossa e i cinque poliziotti presenti sul posto sapevano che doveva essere lasciato agire indisturbato. Così, mentre facevano finta di bloccare i compari dell’energumeno, lui poteva tranquillamente tirar fuori dalla macchina, per i capelli, Federica Barocci e poi tirar fuori suo marito Nicola e pestarlo a sangue mentre era a terra.

Il Potere ha diversi modi per imporre la propria forza sulle persone ad esso sgradite: a Genova nel luglio del 2001 lo ha fatto direttamente, nelle piazze e nella scuola Diaz; a Pordenone si è servito di bassa manovalanza abituata alla piccola criminalità per diletto e a maltrattare gli animali per professione.
Del resto, se ciò accade è perché le leggi lo permettono, non nel senso che permettono a chicchessia di picchiare la gente, ma perché il commercio di fauna esotica è del tutto legale e i tre principali destinatari di animali tropicali sono i laboratori di ricerca, gli zoo e i circhi. In questi tre lager gli animali vanno incontro rispettivamente al destino di modelli da torturare, ergastolani da esibire e pagliacci da vilipendere. Lo dice la legge e gli animalisti farebbero bene a cercare di cambiare le leggi, prima di andare a manifestare il loro dissenso nei luoghi dove onesti cittadini che pagano le tasse e amano le loro bestie svolgono il sacrosanto lavoro di educatori e ammaestratori, come la legge permette. Se gli animalisti non l’hanno capito, che viviamo in una dittatura mascherata da democrazia, che si sveglino!
                                                                                                                                                 
Nel caso di Pordenone, oltre al sindaco che ha favorito il circo di Viviana Orfei dandogli uno spazio vicino alla fiera, ci si è messo di mezzo Don Andrea Rossi, schierandosi dalla parte del circo e dei suoi onesti e pacifici lavoratori, che chiedono solo di poter conservare il proprio posto di lavoro, né più né meno di un qualsiasi operaio in cassa integrazione. Così, se un operaio della Beretta difende il suo diritto di costruire mine antiuomo, la Chiesa, attraverso il parroco di turno, fa sapere di stare dalla parte degli operai, perché la Chiesa è la principale azionista di quella fabbrica di armi.
Se Don Andrea Rossi difende il circo con gli animali, forse è perché la Chiesa si spartisce gli utili degli incassi, altrimenti non si capisce perché debba difendere uno spettacolo con cui non ha niente a che fare, praticato da persone di origine gitana. Può darsi che si tratti di solidarietà fra colleghi. La Chiesa predica la povertà, pur essendo l’organizzazione criminale più ricca al mondo e i Sinti, o più precisamente i Rom loro cugini, mandano le donne a chiedere l’elemosina, pur avendo un parco macchine costituito da Mercedes, Ferrari e Lamborghini. Ci sono molte affinità culturali e imprenditoriali, per non dire commerciali, tra Chiesa e Zingari.
Tuttavia, Don Rossi, il questore e il sindaco di Pordenone sono solo gli esecutori e i terminali di un progetto più ampio, che ha la sua mente in quel microcefalo di Carlo Giovanardi. Anche se è altrettanto viscido, non è precisamente l’erede di Andreotti, ma la mentalità contadina "scarpe grosse e cervello fino" è la stessa. Pochi politici attualmente in carica hanno il coraggio di dire le baggianate che dice Giovanardi, ma i risultati si vedono. Sciami di famigliole vanno a intrupparsi all’interno del tendone, accompagnate dalla loro figliolanza.

A un certo punto, le proteste degli animalisti, che s’incentrano non solo sull’ingiustizia patita dagli animali, ma anche sulla diseducazione a cui vanno incontro migliaia di bambini, diventano inutili. Le agenzie educative di questa necrofila società sono costituite principalmente dalla televisione, RAI 3 in primis,  con messaggi forti volti a rendere debosciata la gioventù, mediante cibi fisici avvelenati e cibi mentali avvelenati ancora di più. Il motore della degenerazione sociale è quello: la televisione. Le sparate di un prete specista, le autorizzazioni di un sindaco fariseo e le manovre di un questore forte con i deboli e debole con i forti, sono solo alcuni tasselli di un mosaico più ampio. Altrimenti non ci si può spiegare perché la gente che usciva dal circo, passandoci davanti, rispondeva alle nostre proteste con affermazioni del tipo: “Il circo è bello”, oppure con il classico: “Andate a lavorare!”.
                                                                                                                                                 
Altrimenti, non si capisce perché il questore abbia vietato l’uso del megafono, strumento importante di tutte le manifestazioni e che normalmente viene autorizzato. La spiegazione è semplice: perché abbiamo un messaggio dirompente, il messaggio di amore e rispetto per ogni essere senziente è il più dirompente di tutti i messaggi. Di sicuro più di quelli sterili e retorici che escono dalla bocca dell’Anticristo argentino che siede sul trono di Pietro. Quando poi, appena arrivato, prendo un cartello e cerco di rendermi visibile agli automobilisti di passaggio, ecco che il digosauro di turno mi spinge indietro e mi intima di stare sul marciapiede. Lo fa perché un animalista friulano armato di cartello è un potenziale pericolo per la società e anche perché è più pacifico e malleabile di un circense arrabbiato di etnia Sinti. 

Quindi, se ne deduce che li abbiamo tutti contro: il pubblico pagante che al mattino insieme al caffé ingurgita la sua quotidiana pillola blu, e che ci manda a quel paese; autorità laiche che eseguono le direttive di Giovanardi e di chi sta ancora più su di lui; autorità religiose che eseguono le direttive dell’Anticristo biancovestito e di chi sta ancora più su di lui; e infine i diretti interessati, pakistani sottopagati a cui vien detto che gli animalisti vogliono far perdere il lavoro o Sinti che non si accontentano di prendere i finanziamenti dallo Stato mafioso, né di viaggiare in Lamborghini, ma godono nel tormentare gli animali e, se vedono uno spiraglio per farlo, anche nel picchiare gli amici degli animali.
                                                                                                                                                  
Dobbiamo farcene una ragione: viviamo proprio in un mondo di merda, circondati da gente di merda. Vigliacchi è il minimo che si possa dire di loro. Sono da buttare tutti nella stessa caldera infernale: vigliacchi i poliziotti che tengono a bada sul marciapiede gli animalisti come i circensi tengono a bada le tigri, e vigliacchi pure i circensi che picchiano le attiviste come durante l’addestramento picchiano giraffe ed elefanti.
Gente che se la prende con i più piccoli, animali o bambini che siano, fa venire il voltastomaco. Io stesso, in base al principio “Conosci te stesso”, ho scoperto domenica di non essere un tipo coraggioso, o di non esserlo più, giacché quando ho visto Nicola a terra, tempestato di pugni e calci, non sono intervenuto in sua difesa. Ero basito, anzi ipnotizzato. E come me probabilmente anche altri animalisti e perfino qualche poliziotto. Abituati come siamo a vedere scene di violenza in tivù, quando ci capita di vederne una dal vero si diventa come passivi spettatori. Per non dire che di scaramucce come quella di domenica 30 marzo ce ne sono state tante, in passato, tra noi e i cacciatori, tra noi e i pellicciai, tra noi e il macellai, e anche tra noi e i circensi, ma quando si vede un esagitato che riesce a divincolarsi dalla presa del poliziotto che lo trattiene, pensi: “Okay, sta facendo una sceneggiata. Adesso smette. Vuole solo far vedere le sua contrarietà. Adesso smette”. 
E invece, quello di domenica scorsa non ha smesso. Il suo obiettivo era punire Nicola e sua moglie Federica e non si è calmato finché non è riuscito nel suo intento. Loro, i torturatori di animali, sono avvantaggiati, perché lo fanno ogni giorno. Noi, attivisti per i diritti degli animali, quando mai abbiamo dato un pugno in faccia a qualcuno? Siamo borghesi, che diamine, mica zingari giostrai!

Mentre Nicola (che vediamo qui rilassarsi con una sigaretta dopo il pestaggio) era a terra indifeso, sotto i colpi della scimmia assassina, è scattato in me lo stesso meccanismo mentale degli gnu che assistono all’aggressione da parte di un leone nei confronti di un membro del branco. Restano affascinati e non tentano nemmeno la fuga. Io per la verità, quando ho visto l’ominide che attraversava la strada, per un attimo ho temuto che mi avesse individuato e che venisse da me. Invece, aveva riconosciuto Nicola e sua moglie fermi in macchina allo stop, mentre se ne stavano andando. Nonostante un paio di poliziotti cercassero di bloccarlo, è riuscito a sbranare le sue vittime, me paralizzato spettatore. Le due ambulanze arrivate dopo pochi minuti, hanno portato via cinque dei nostri, due ragazzi e tre ragazze, una delle quali, Daniela Bosari, era stata spinta e aveva sbattuto la testa sull’asfalto. Un nostro avvocato, successivamente, si è recato al pronto soccorso e spero che gli organizzatori stavolta facciano una doverosa denuncia per violenza privata, visto che i poliziotti presenti non solo non sono stati capaci di proteggerci, ma nemmeno di arrestare l’individuo in flagranza di reato. E le manette sono un optional? E lo spray al peperoncino va bene solo per i manifestanti?
E’ vero che sono stati chiamati rinforzi, ma io non li ho visti. Intanto abbiamo un Messaggero Veneto che parla di una trentina di poliziotti: ma dove?! Se erano in cinque compresa una donna poliziotto?!
                                                                                                                                                  
Un questore che manda solo cinque agenti o è un incapace o lo ha fatto di proposito. E siccome i questori sono persone intelligenti e laureate, benché votate al Male, propendo per l’ipotesi cospirazionista, cioè che abbia ricevuto una telefonata da Giovanardi o da qualche altro cerebroleso svergognato. Il poliziotto della Digos che ha chiamato i rinforzi mi diceva che la prossima volta non ci verrà data l’autorizzazione a manifestare. E certo! Invece di vietare l’attendamento del circo per violazione della legge sui maltrattamenti animali, si vieta il dissenso di quei cittadini che non ci stanno. Ad agire così sono capaci solo le dittature. E infatti questa lo è.
Come diceva Eduardo Galeano, questo è un mondo a testa in giù, dove i cattivi appaiono come buoni e i buoni come cattivi. I criminali stanno al governo e la gente vessata che li subisce li vota pure! I malvagi stanno in Vaticano e la gente va fuori di testa e si mette a sbavare quando il loro rappresentante si affaccia al balcone. Le maestre dicono ai loro alunni di pensare con la propria testa, ma se qualcuno osa farlo lo sanzionano. I vivisettori torturano le cavie e i malati pensano che sia necessario per trovare nuove medicine. I circensi danno lo zuccherino agli animali al termine dell’esercizio e la gente pensa: “Che brave persone!” E si potrebbe continuare all’infinito, a descrivere questa ipocrita sceneggiata chiamata società. Vedremo come andrà a finire con quel gitano, ovvero se la cosiddetta giustizia gli farà provare quella prigionia che lui fa provare agli animali del suo infame circo. Oppure se la passerà liscia, così da poter ripetere le sue bravate in altre città.

3 commenti:

  1. Bellissimo articolo, ispirato e tagliente.
    Stiamo a vedere cosa accadra' a Udine.
    Noi, comunque, ci saremo.

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    1. Io pensavo di andarci sabato prossimo, ma prima chiamo gli organizzatori.

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  2. Come ho scritto nell'altro articolo: semplicemente, se la smettessero di usare gli animali nei circhi, tutte queste "belle" cose non succederebbero.
    Per cui la colpa non è degli animalisti, è di chi si ostina a voler sfruttare dei poveri animali a scopo di lucro.

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