La moltiplicazione dei partigiani e dei pescicani

 

Testo di Fabrizio Belloni

Ogni anno più stancamente si "festeggia" una data che in ogni paese civile sarebbe passata sotto un silenzio, un po' vergognoso.

A me il 25 aprile non dice nulla se non ricordarmi lo strano "miracolo" che produsse. In una notte i 44 milioni di Italiani che contava il censimento, per prodigio raddoppiarono: 44 milioni di Fascisti e 44 milioni di antifascisti. Roba che la moltiplicazione dei pani e dei pesci evangelica risulta un trucchetto da baraccone. Prodigi dell'italica indole di adeguarsi con tempismo e cinismo al vento che tira.

E che non fosse un caso sporadico lo dimostra il tesseramento dei "partigiani". Furono 30/32.000 al massimo, con un incidenza sull'andamento della guerra pressoché pari a zero (non è voce di parte: andatevi a leggere i commenti degli "alleati" e capirete in che considerazione venivano tenuti i membri del CLN), ma alla fine delle ostilità ne risultavano oltre 300.000 (trecento mila). Siamo nello Stivale, ove il motto nazionale era e resta "o Franza o Spagna, purché se magna".

Del resto il risultato delle "radiose giornate", del 25 aprile , è sotto gli occhi di tutti: se è vero che il frutto non cade mai lontano dall'albero, allora è evidente che lo schifo, il marciume, la cloaca (ci sono delle signore e devo moderarmi) che stiamo vivendo è il risultato, il frutto, il figlio di quel 25 aprile che segnò il trionfo del tradimento.il distillato del disonore, la quintessenza della astuzia viscida e maleodorante. Come del resto è l'Italia oggi.

Festeggiare? Chi festeggia è un traditore.