Testo di Luciana Bianchi Cavalleri
Mi
hai insegnato ad attenderti, paziente,
quando andavamo insieme per le spese:
così
aspettavo, seduto fuor dall'uscio
poiché fuori era scritto che lì non potevo
entrare.
Abbiam
giocato anche, più volte, a nascondino:
ma ti trovavo sempre (ho naso fino);
ma
quando la pallina anche ieri m'hai tirato,
perché non l'hai ripresa e te ne
sei andato?
Che
strano il posto dove m'hai lasciato,
la strada è dritta, non c'è il
panettiere,
né c'è il lattaio, neppure il salumiere
e non capisco neanche
perché mai
ci siamo andati in auto, a far spese.
Ora,
comprendo, sarai indaffarato
o qualche impedimento t'ha bloccato;
ma io son
stanco qui di rimanere,
il sole è caldo, ho sete, vorrei bere, e sono legato
......
Sono
già stanco pure d'abbaiare.
Il sole picchia, mi par di morire
in lungo e in
largo, sulla strada ho cercato:
con ansia e affanno, tracce tue non ho
trovato.
Perché
non torni ad abbracciarmi?
Le coccole mi mancano, più ancora della pappa.
Beh,
sai cosa ti dico?
Io, come sempre,
me ne starò buono qui e ti aspetto...
AMICO.
sono convintissima che la bestia u-mana è un bruto imperdonabile inmigliorabile
RispondiEliminapurtroppo la nostra indifferenza e disunione farà giustizia di questi malvagi ed assassini e saremo ancora qui a lamentarci. E' l'unione dei "buoni" che fa la forza...Z'io perdona, Io Nooooo. Farò la guerra a oltranza a tutti i magnacadaveri bigotti che non sanno mettersi nei panni degli altri animali. Buona coi Buoni, cattiva coi cattivi.
Monia De Moniax