Fonte:
Informazione libera
Armi
chimiche siriane in arrivo a Gioia Tauro, non sono note le misure di protezione
civile.
E’ in arrivo un bastimento stracarico di veleni. Durante il fine settimana,
nel porto di Gioia Tauro avverrà il trasbordo delle armi chimiche siriane (foto)
dalla nave da carico Ark Futura alla nave laboratorio statunitense Cape Ray.
Quest’ultima a sua volta le porterà al largo di Creta e le tratterà per
renderle successivamente smaltibili. Esattamente come quando ho scritto la
prima volta del trasbordo, tuttora non risulta che i vigili del fuoco siano
attrezzati per gestire un eventuale incidente. Inoltre adesso non è noto come
concretamente verrà gestita la protezione civile nel caso che qualcosa vada
storto.
La
distruzione dell’arsenale chimico siriano, in base ad accordi internazionali, è
stata affidata all’Opcw (Organization for the prohibition of chemical weapons),
il cui direttore ha annunciato ieri che finalmente la Siria è riuscita a
consegnare alla nave da carico Ark Futura tutte le sue 1300 tonnellate di
sostanze tossiche utili per fabbricare fra l’altro i gas nervini. Il Governo
italiano ha offerto il porto di Gioia Tauro per trasferire le sostanze dalla
Ark Futura alla nave della Marina militare statunitense Cape Ray, che al largo
di Creta effettuerà l’“idrolisi” delle sostanze (perché non si è scelto un
laboratorio a terra, meno esposto ad imprevisti tipo mareggiata forza 9?) e poi
le consegnerà a stabilimenti attrezzati per completare la neutralizzazione. Il
ministro della Difesa Mogherini ha detto che il trasbordo a Gioia Tauro avverrà
nel fine settimana.
Le
1300 tonnellate di sostanze tossiche utili a fabbricare gas nervini non sono
esattamente acqua fresca… Ma mentre scrivo, nè il porto nè la Capitaneria di
porto di Gioia Tauro hanno diramato avvisi relativi al modo in cui il trasbordo
sarà gestito o ai provvedimenti per proteggere la popolazione della zona.
Risulta
solo una riunione “per fare il punto sulla Pianificazione di Difesa Civile
concernente le misure di sicurezza” svoltasi ieri nella prefettura di Reggio
Calabria. Un piano dunque c’è, ed anzi il suo “supporto informatico” è stato
distribuito a tutti gli enti coinvolti (Comuni, Asl, forze dell’ordine…) ma non
ne viene reso noto il contenuto.
La
Prefettura ribadisce che è già stato predisposto un dépliant per la
popolazione. Ma il dépliant fornisce solo informazioni generali relative alla
distruzione dell’arsenale chimico siriano. A quanto mi risulta, nessuno finora
ha detto alla gente come comportarsi in caso di incidente (chiudersi
ermeticamente in casa?), se è predisposto oppure no un piano di evacuazione nè
chi, come e con quali strumenti, gestirà un’eventuale emergenza. I vigili del
fuoco hanno avvisato mesi fa che non possiedono le attrezzature indispensabili
per farlo. Non risulta che le abbiano ricevute.
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