martedì 30 settembre 2014

Tre demoni



Dicono i buddisti che l’unica cosa realmente permanente è l’impermanenza. Io dico che l’unica cosa realmente duratura è la discordia. Internet sembra sia stato inventato per evidenziare il fenomeno della mancanza di concordia tra gli esseri umani. Se finora la discordia si è manifestata sporadicamente al bar in litigi tra ubriachi, oppure per strada tra automobilisti nervosi, oggi sembra che nessuno si salvi dalle litigate virtuali, nemmeno gli astemi. Contraddire il prossimo è legge. Infastidire gli astanti è regola. Turbare gli animi dei più sensibili è alla moda. Probabilmente, nemmeno io sono esente da tale maledizione tecno-psichiatrica. I buddisti forse ci possono venire in aiuto suggerendoci di mollare i conflitti, arrendersi al fato, imparare il distacco dalle emozioni. Io che buddista non sono, ma semplice simpatizzante, persevero diabolicamente nell’errore di sguazzare nella melma della discordia patologica di cui le nostre anime, nessuna esclusa, sono infette. E lo farò – diabolicamente – parlando di tre demoni in carne e ossa che mi hanno infastidito, turbato e minacciato proprio mentre ero in stato di debolezza fisica, ma non mentale, accompagnandomi nel mio rientro in Italia dal Madagascar. Si tratta di un uomo e due donne, di cui la terza insospettabile. Non ho acredine nei loro confronti, anche se non mi hanno lesinato i loro insulti (l’uomo), minacce (la prima donna) e compatimento (la seconda donna). Dirò, di loro, nomi e cognomi, com’è mia abitudine e userò toni il più possibile pacati e rispettosi delle loro persone, limitandomi a rendere pubbliche le loro esternazioni. Come il mio solito, non mi preoccuperò delle conseguenze anche legali, che però, a naso, mi paiono alquanto improbabili a realizzarsi.


L’uomo si chiama Giorgio Maggioni, milanese. Ne ho già parlato QUI. Mi chiese l’amicizia su Facebook e io gliel’accordai, come faccio con tutti coloro che me la chiedono, per non mortificarli. Se lo avessi conosciuto di persona, forse avremmo anche potuto diventare amici, per quel tanto che i nostri divergenti ideali di vita ce lo avrebbero permesso, ma siccome ci siamo confrontati su internet, la discordia ha avuto il sopravvento e la sua ideologia di carnivoro convinto, adattato benissimo a vivere in Madagascar, ha cozzato con la mia ideologia di antispecista altrettanto convinto, con seri problemi di adattamento in un paese dominato dallo sfruttamento palese dei nostri fratelli animali. Gli avrei perdonato lo sfogo rabbioso con cui mi ha investito dopo la pubblicazione di “Il migliore dei mondi possibili”, se si fosse tolto i panni del carnivoro orgoglioso di esserlo e avesse smesso di insultarmi rozzamente, ma ciò non è avvenuto e in data 29 settembre mi sono visto costretto a cancellarlo dalle amicizie Facebook. Il mondo è grande e c’è posto per tutti. Lui ritornerà a sguazzare nel grande delta melmoso dell’oppressione ai danni degli animali, io ritornerò a combattere la visione specista delle cose propugnata da lui e da milioni di altri cadaveriani. E’ il mio scopo nella vita e non ci posso fare niente. E questo è il mio primo demone dispettoso, di sesso maschile.

Della prima donna-demone riporto la lettera di lamentele ridicole e di minacce senza senso che ho ricevuto qualche giorno prima del rientro in Italia. Come nota biografica aggiungo che è triestina e si chiama Anna Vinci. L’articolo che l’ha fatta arrabbiare è stato da me scritto ben due anni fa e mi sono subito chiesto se tutta l’acqua che nel frattempo è passata sotto i ponti possa significare qualcosa per questa strana ragazza che un tempo regalava abbracci per le vie di Trieste. Ecco come la Discordia ha preso la sua mano e l’ha guidata sulla tastiera del computer:

“Sono Anna Vinci e non ho mai detto queste bagianate. Il tipo si è inventato tutto. La invito a levare via tutto di me, altrimenti dovrò procedere con denuncia per diffamazione. E inoltre, se qualcosa mi fosse sfuggito in un messaggio privato, VIOLARE LA PRIVACY E' REATO, 5 ANNI DI GALERA”.

Siccome reperita juvant, così rincara la dose:

"Non tanto gentile signor Duria Roberto, sono Anna Vinci e pare che lei mi abbia diffamato a mezzo stampa, violando la mia privacy e scrivendo un sacco di stupidaggini in questo articolo. La invito pertanto a rimuovere ogni riferimento alla mia persona, altrimenti mi vedrò costretta a esporre denuncia. Non vorrà farsi un altro paio di anni di galera, vero?
Non tanto cordiali saluti. Anna Vinci”.

Premetto che la gente dalla personalità borderline mi è simpatica, probabilmente perché anch’io mi considero come facente parte della categoria. Tuttavia, tra gli psicolabili, tra i quali anch’io sospetto di annoverarmi, ve ne sono di quelli cattivi e di quelli buoni, ovvero di quelli che lasciano prevalere in sé le logiche della discordia e quelli che invece sanno quanto la concordia faccia bene alla salute, propria e altrui. Io, gli strambi e gli stravaganti, li chiamo semplicemente “picchiatelli” e sul mio blog hanno sempre avuto la possibilità di esprimersi e io stesso ne ho intervistati parecchi, dando ad essi tutta la mia umana comprensione e simpatia. Come recita un detto popolare, tutti abbiamo in noi un rametto di pazzia, anche se molti hanno un vero e proprio baobab. Non sta a me giudicare le motivazioni che hanno spinto Anna Vinci a minacciare una querela per la quale i carabinieri le rideranno in faccia, o alle spalle, ma la prima cosa che mi sono chiesto quando ho ricevuto la richiesta di cancellazione del suo pensiero liberamente espresso, apparso, lo ripeto, nell’ottobre del 2012, è stata se questa gentile signora non ha niente di meglio da fare nella vita. Non ha amici con cui uscire la sera in pizzeria? Ha smesso di regalare abbracci per strada? Crede ancora di essere un angelo caduto sulla Terra? Non mi pare di aver mai avuto l’intenzione di prenderla in giro, né mi sembra, ora, di mancarle di rispetto, ma se ritiene di infastidire i carabinieri, dopo aver infastidito me, che proceda pure. Per me, pregiudicato, una denuncia in più o una in meno non cambia nulla.

E veniamo al terzo demone-femmina, il più incredibile di tutti. Si tratta di Daniela Andretta, moglie del più famoso Giorgio, oserei dire il più famigerato “rompicoglioni” dei siti alternativi, e lo dico con il dovuto rispetto e con il sorriso sulle labbra. Anche della signora Daniela riporto la lettera che mi ha scritto, inviatami perché le facevo pena, riservandomi poi di commentarla.
 
“Signor Duria,
                          Sono Daniela, moglie di Giorgio Andretta,  il quale si esime dallo scriverle,  avendo ormai perso la stima nei suoi confronti.
Le confesso che pure io, dopo che occasionalmente leggo i suoi scritti,  fatico a serbarle considerazioone, ma tant'è, ciò che mi spinge a contattarla  è puranco un sentimento di compassione. La superficialità con qui ha aderito alla privazione dell'esperienza terrena di una creatura mi lascia basita! Comunque siamo umani e spesso miseramente sbagliamo, la legge del karma farà la sua parte. Per quanto concerne la sua malattia, io quale dietista  ospedaliera da più di quarant'anni,  avrei molto da disquisire sui consigli dei suoi amici (anche se fossero medici!) Ma secondo me ed anche secondo Gabriella Mereu, Claudia Rainville, R.G. Hamer e molti altri, le cause della sua epatite,  se la diagnosi fosse corretta, sono da ricercare in motivazioni ben precise di ordine esistenziale piuttosto che traumatico o conflittuale. Se le interessa posso spiegarle il significato psico-spirituale del suo trauma.
Pertanto coraggio,  auguri e, per carità, non certo figli maschi!
Evviva il lupo!”   


Per prima cosa salta agli occhi la stessa spocchia di suo marito Giorgio. Dio li fa e poi li accoppia. Si tratta di persone che si sono sedute su uno scranno più in alto rispetto ai comuni mortali e io voglio sperare che non tutti gli steineriani siano così. Ne conosco uno, da molti anni, Graziano Ganzit, e non ho mai trovato in lui la benché minima traccia di supponenza e alterigia. Sia Graziano che Giorgio, entrambi seguaci di Steiner, fanno i contadini, ma mentre il primo privilegia saggiamente la concordia, il secondo sembra prediligere la discordia. Non a tutti il lavoro della terra fa lo stesso effetto. Dall’alto della sua cattedra la signora Daniela si offre, come le Dame di San Vincenzo che si aggiravano nei bassifondi in cerca di buone azioni da compiere, di spiegarmi le origini della mia epatite, che io so già trovarsi nello stress che il Madagascar mi provoca regolarmente dopo un certo tempo di permanenza. Io non mi avvarrò della sapienza della gentile missionaria, ma la cosa che mi ha incuriosito è che a suo dire la mia malattia non sarebbe insorta a causa di “traumi conflittuali realizzatisi in Madagascar”, ma per una situazione preesistente di tipo “esistenziale”. Il che, a meno che non si stia parlando di esistenzialismo francese, vuol dire tutto e niente. Cosa siano i conflitti esistenziali lo sa solo lei e io forse dovrei erudirmi di più nella scienza dello spirito per capirci qualcosa, fatta salva la validità della Nuova Medicina Germanica del dott. Hamer. Ma in questo momento non ho alcun interesse per un tema che mi sembra un ossimoro: scienza e spirito, la prima percorribile attraverso prove pratiche e osservazioni, il secondo basato tutto su una grande nuvola rosa. Ora, con la lettera di commiserazione nei miei confronti di ottuso ignorante, di approfondire il pensiero steineriano non ho voglia né punto né poco. Preferisco rimanere un somaro a vita, lasciare che la vis sanatrix naturae segua il suo corso con il mio fegato malandato e tenermi a debita distanza da steineriani e altri discordiani.

Una sola cosa vorrei domandare a Giorgio Maggioni, primo demone; Anna Vinci, secondo demone e Daniela Andretta, terzo e ultimo (si spera) demone: perché ora? Perché tutti e tre insieme? Chi vi manda? Mi lasciate tornare a casa in pace, o chiedo troppo?

15 commenti:

  1. 138 I sacramenti falsi e gli spergiuri
    mi sdrucciolan giù proprio per la bocca
    come i fichi sampier, que’ ben maturi,
    o le lasagne, o qualche cosa sciocca;
    né vo’ che tu credessi ch’io mi curi
    contro a questo o colui: zara a chi tocca!
    ed ho commesso già scompiglio e scandolo,
    che mai non s’è poi ravvïato il bandolo.

    139 Sempre le brighe compero a contanti.
    Bestemmiator, non vi fo ignun divario
    di bestemmiar più uomini che santi,
    e tutti appunto gli ho in sul calendario.
    Delle bugie nessun non se ne vanti,
    ché ciò ch’io dico fia sempre il contrario.
    Vorrei veder più fuoco ch’acqua o terra,
    e ’l mondo e ’l cielo in peste e ’n fame e ’n guerra.

    140 E carità, limosina o digiuno,
    orazïon non creder ch’io ne faccia.
    Per non parer provàno, chieggo a ognuno,
    e sempre dico cosa che dispiaccia;
    superbo, invidïoso ed importuno:
    questo si scrisse nella prima faccia;
    ché i peccati mortal meco eran tutti
    e gli altri vizi scelerati e brutti.

    141 Tanto è ch’io posso andar per tutto ’l mondo
    col cappello in su gli occhi, com’io voglio;
    com’una schianceria son netto e mondo;
    dovunque i’ vo, lasciarvi il segno soglio
    come fa la lumaca, e nol nascondo;
    e muto fede e legge, amici e scoglio
    di terra in terra, com’io veggo o truovo,
    però ch’io fu’ cattivo insin nell’uovo.

    Ringraziare per i buoni consigli i seguaci del Vaccaro che infestano la rete dev'essere un'esperienza tremendamente sublime.

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    1. Per la rete ci sono per caso anche i seguaci dei dementi?

      Lei signor Umberto Aquila sembrerebbe avere una certa esperienza... Scrivo questo per restare in tema con quanto scritto all'inizio dell'articolo:

      citazione:

      Internet sembra sia stato inventato per evidenziare il fenomeno della mancanza di concordia tra gli esseri umani. Se finora la discordia si è manifestata sporadicamente al bar in litigi tra ubriachi, oppure per strada tra automobilisti nervosi, oggi sembra che nessuno si salvi dalle litigate virtuali, nemmeno gli astemi. Contraddire il prossimo è legge. Infastidire gli astanti è regola.


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    2. Bellissima, Umberto!

      Ha sapore d'anarchia e mi fa venire in mente Cecco Angiolieri.

      Dev'essere stata scritta nell'Ottocento, in endecasillabi, se non sbaglio.

      Si conosce l'autore?

      Ad Anonimo: molto dipende dallo stato d'animo del ricevente. Se s'impara il Distacco buddista, i discordiani possono scrivere quello che vogliono. Parlo anche per me.

      :-)

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  2. Duria stia attento che qui arrivano in massa:

    http://www.tankerenemy.com/2014/09/il-profilo-psicologico-dello-stalker.html

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    1. Grazie Anonimo!

      L'ho scaricato e lo leggo dopo.

      Con Daniela Andretta ho capito che esistono anche gli stalkers inconsapevoli, che io definirei, se mi è permesso inventare un neologismo, "criptostalkers".

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    1. Grazie Andrea.

      Ora sono a casa e mi sento anche bene fisicamente.

      Bisogna irrobustirsi per sopravvivere agli attacchi di demoni e altri burloni.

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  4. Signor Duria, si tratta del canto Decimottavo del Morgante di messer Pulci.
    No, non è in endecasillabi. No, non è dell'Ottocento.
    Continui pure a ringraziare per i buoni consigli gli animalisti della domenica e ad elargire patenti di rompicoglioni a chi tenta imprese, secondo me, impossibili, anche se meritevoli.
    Aprire in rete un blog significa esporsi anche a....
    E gli utenti di questo in particolare mi sembrano condividere con particolare energia le sue osservazioni circa la generale mancanza di tolleranza.

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    1. L'ultima frase, sulla tolleranza, può essere nata solo nella mente di un vero intollerante.

      Non so se sei Giorgio Andretta in carne e amarezze, o un suo difensore d'ufficio, ma sta di fatto che Giorgio Andretta detiene il non invidiabile record di essere inviso a molti blogger, primo fra tutti il buon Franceschetti. Qui è stato da me tollerato fin troppo, con le sue caustiche frecciatine.

      Fare sfoggio di erudizione per far sentire gli altri delle merde, non è indice di buona educazione, né predispone gli animi alla concordia e alla serenità.

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    2. Ciao Freeanimals.... posso precisare che Andretta non mi è "inviso"; lo ritengo un compicoglioni, quello si, tanto simpaticissimo di persona quanto rompipalle sul blog, ma non mi è inviso, e se non scrive più sul mio blog è solo per scelta sua. :-)

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    3. Grazie Franceschetti.


      Io stavo quasi per conoscerlo a Montegrotto Terme.

      Se l'avessi conosciuto forse avrebbe smesso di criticarmi dall'alto della sua torre d'avorio, ma il Fato ha deciso diversamente.

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    4. Andretta non critica perchè vuole criticare. E' proprio un suo modo di fare quello di provocare sempre e ovunque. Ma ritengo che, in fondo, se ti critica vuol dire che ti legge e quindi in fondo gli interessa quello che scrivi.

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  5. Ciao Roberto, bentornato a casa. A tempo debito verrò a trovarti. Porterò dell'ottimo cartizze, nei cui soavi effluvi annegheremo tutti i vari demoni che, come "singolarità submentali" sguazzano alla deriva nel vasto oceano del web. Ancor :-)

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    1. Grazie Ancor, ma non so per quanto tempo, causa epatite, devo astenermi da olio e alcol.

      Il pensiero è ciò che conta, comunque.

      :-)

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