Fonte: L'Espresso
E' stata uccisa in
pieno giorno, pestata da una folla di uomini inferociti, il corpo
schiacciato da una pietra pesante. Si è detto di lei che era debole
di mente, una poveraccia capitata per caso davanti a un santuario,
ingiustamente accusata di aver bruciato il Corano, vittima di un
assassinio brutale. Per la morte della 27enne Farkhunda,
avvenuta a Kabul il 19 marzo, sono scese in piazza oltre tremila
persone. Molte erano donne, il volto dipinto di rosso a ricordare la
sua faccia sfigurata dalle botte. Altre donne hanno portato la sua
bara al funerale. A qualche giorno di distanza, una nuova verità
emerge: quella di una giovane donna istruita, una studiosa della
legge islamica indignata dalle pratiche superstiziose che si
svolgevano davanti a uno storico santuario della sua città, uccisa
perché distrurbava gli affari dei mercanti del tempio.