venerdì 14 agosto 2015

Un parassita che difende i suoi privilegi


Fonte: La Stampa

No all’assistenzialismo e no al reddito minimo. Occorre piuttosto accompagnare verso una nuova occupazione chi perde il lavoro. «Accompagnare è la parola che il Papa ha detto a noi vescovi, la diciamo alla società». Accompagnare alla formazione, ad un lavoro, evitando «progetti di assistenzialismo». Il reddito minimo «ma anche la cassa integrazione non deve essere mai finalizzata a fare niente», afferma l’arcivescovo Giancarlo Bregantini, in audizione per la Cei in Parlamento.  «Bisogna fare in modo che ci siano iniziative di sostegno per chi perde il lavoro, ma sempre finalizzate ad accompagnare, in modo che non si precipiti nel buco nero della povertà», spiega Bregantini. Nell’audizione alla Commissione Lavoro del Senato, l’arcivescovo ha sottolineato che «tutti gli interventi dello Stato debbono essere fatti per facilitare il servizio ai luoghi di maturazione e di crescita della società». E quindi il reddito di cittadinanza, di cui si discute in Parlamento, deve prevedere, «ulteriore formazione o anche servizi». 


Il vescovo di Campobasso, che per anni si è occupato nella Cei di problemi del lavoro, ha spiegato: «Per esempio, ci può essere un momento in cui una scuola ha bisogno di essere dipinta oppure può servire in una comunità chi pulisce le aiuole, o le strade. E allora tutti gli interventi pubblici, compresa la cassa integrazione, non debbono mai essere finalizzate a fare niente». Si deve guardare al «benessere dell’individuo» ma anche a quello della società che può essere sostenuta con «le qualità» di chi, in assenza momentanea di un suo lavoro, fa qualcosa per il bene della società.  Una ricetta che potrebbe funzionare anche contro la piaga della disoccupazione giovanile. Non servono per loro «progetti di assistenzialismo» ma piuttosto «il punto nodale sta nell’aiutarli ad elaborare e attuare un loro progetto di autopromozione che valorizzi anche le loro capacità». E per «facilitare ciò occorrerebbero aiuti bancari, così i giovani potrebbero mettere in atto i loro sogni».  Un’impostazione che suscita subito reazioni. 

«Sono assolutamente condivisibili le considerazioni espresse da monsignor Bregantini il quale, ha invitato ad evitare ogni forma di assistenzialismo e ad agire contro la povertà prevenendola nei luoghi ove si forma», commenta Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, nella sua rubrica «Ve lo dico alle sei» pubblicata sul blog dell’Associazione amici di Marco Biagi. «L’approccio che monsignor Bregantini ha suggerito, in antitesi a quello assistenziale, è - sottolinea Sacconi - quello “promozionale”, attraverso la “reciprocità” relazionale che si produce in prossimità». Perciò, aggiunge Sacconi, «ogni risorsa pubblica non deve quindi “generare dipendenza o sudditanza”, come ha detto Bregantini, ma deve essere al contrario orientata all’autosufficienza della persona: egli ha opportunamente evocato quindi anche il sostegno alle forme di autoimpiego, responsabilizzando le banche locali, così come ha citato la cooperazione quale strumento con cui più persone, attraverso la mutualità, realizzano progetti che diventano fonte di reddito e non solo». Quindi, puntualizza Sacconi, «questo approccio è a mio avviso coerente con le nostre tradizioni e con la nostra cultura così diversa da quella dei paesi nordici ove lo Stato e l’individuo si relazionano direttamente ma nei quali si produce, nonostante i generosi sussidi, solitudine e “trappola della povertà”». 

6 commenti:

  1. Se il suddetto parassita imporporato vuole davvero cominciare a parlare dei problemi sociali e lavorativi degli italiani che comincia a comportarsi da Italiano e pagare le tasse come noi tutti poveri deficienti... a cominciare dall'ICI...
    .. l'ingerenza Vaticana in Italia è sempre stata insopportabile, ora ha superato il limite...

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    1. Mi pare esista un antico documento medievale secondo cui gli italiani sono di proprietà della Chiesa.

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  3. @Gentili & attenti LETTORI,

    il VARG ha ragione nel richiamare ai DOVERI socio-economici anche l' emerito VESCOVO che predica BENE ma razzola MALE, fatta questa premessa per quanto mi riguarda quello che egli sostiene lo CONDIVIDO in toto;

    in FVG esiste come altrove la piaga dei MIGRANTI ma anche dei CARCERATI dei CASSAINTEGRATI dei DISADATTATI etc., ebbene questo vero & proprio ESERCITO di NULLAFACENTI potrebbe ESSERE "utilizzato" in LAVORI SOCIALMENTE UTILI dei quali c' è enorme bisogno;

    così TUTTI ne trarebbero dei vantaggi loro per primi accusati di ESSERE dei PARASSITI della COMUNITA' impiegherebbero il loro TEMPO utilmente, e ci sarebbe uno scambio di VITO & ALLOGGIO contro un impegno manuale è questo uno SFRUTTAMENTO umano credo proprio di NO !!!

    MANDI
    SDEI

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    1. Io sono un disadattato, non mi piacciono i lavori manuali che comportino fatica, ma non per questo mi sento un parassita della società.
      La mia vocazione è fare l'Inquisitore e mandare al rogo eretici e stregoni. Specie quelli di Fiumicello.

      :-)

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  4. @Roberto,

    c' è un detto che recita "la lingua batte dove il dente duole" poi chi vuol intendere intenda, guarda che LAVORI SOCIALMENTE UTILI per me SONO anche quelli NON manuali tipo bibliotecario e/o museale volontario;

    è un suicidio economico stile "tafazziano" quello ad es. di chiudere i MUSEI nei periodi festivi o con orario limitato, questo SEMPRE con la solita scusa delle risorse scarse a cui ormai pochi credono ancora;

    un aggiornamento per Te sappi che gli "eretici & negromanti" anche di Fiumicello si SONO organizzati, pertanto ATTENZIONE a voi egregi "inquisitori" i TEMPI son cambiati NON andate più tanto di moda !!!

    MANDI
    SDEI

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