lunedì 5 ottobre 2015

Con Putin le moschee diventano trappole mortali



Lo Stato islamico, la terribile organizzazione terroristica che ha scioccato il mondo per la sua crudeltà e violenza contro indifesi, il movimento fondamentalista che del mercato del sesso ha fatto un proprio marchio compiendo inimmaginabili atrocità, ha paura dei russi. Forse la parola che meglio descrive l’atteggiamento di al-Baghdadi e dei suoi uomini pronti al martirio, è "terrore". Terrore dei russi. La conferma arriva da un episodio, che non ha precedenti nella breve (ma purtroppo già lunga) vita del califfato.


Lo Stato islamico ha annullato la preghiera del venerdì nella città siriana di Raqqa e svuotato le moschee per paura degli attacchi aerei russi. Lo abbiamo ripetuto più volte in questi mesi, fin da quando abbiamo iniziato a seguire lo scacchiere siriano. I russi, sono quanto di peggio i fondamentalisti potessero incontrare per le loro regole di ingaggio, diverse da quelle occidentali. Mosca, che ha sempre affermato di agire in osservanza al diritto internazionale, ha un modus operandi diverso da quello americano. E per capire il diverso approccio tattico, basterebbe analizzare i primi attacchi nella “capitale” dello Stato islamico in Siria con aerei russi che nelle ultime ore hanno eliminato 12 jihadisti mentre si stavano recando a pregare. Giovedì scorso, una moschea nella città di Jisr al-Shughour, catturata dai ribelli islamici all'inizio dell’anno, è stata rasa al suolo. Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, i terroristi dello Stato islamico “hanno paura di morire pregando”.

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