venerdì 30 ottobre 2015

Si avvicina la notte dei lunghi crocifissi


Testo di Andrea Mavilla

Cari amici, Adel Smith, 53 anni, di origine musulmana, chiede all’insegnante della scuola di Ofena (AQ) nella quale si trovano i suoi figli, di rimuovere il crocifisso appeso alla parete. Quest’ultima si rifiuta. A questo punto, assistito dall’avvocato aquilano Visconti, Adel Smith ricorre al tribunale del capoluogo abruzzese per ottenere un pronunciamento d’urgenza. Investito della questione, il tribunale dell’Aquila non può far null’altro che ribadire il carattere di laicità della Repubblica Italiana e delle sue istituzioni e il 23 ottobre decreta la rimozione di qualsiasi simbolo religioso dal complesso scolastico entro trenta giorni dal pronunciamento.

 
EgrAdel Smith, potrei anche accettare la remota possibilità di rimuovere il nostro crocifisso se in cambio mi si concede di poter entrare – con scarpe, canottiera e berretto – all’interno di qualsiasi moschea situata sul nostro territorio. Inoltre, le vorrei chiedere: “Perché ha deciso di portare i suoi figli in Italia?” Li ha forse portati per la libertà, per la giustizia, per il benessere, per l’assistenza sanitaria, per l’assistenza allo studio, per la tutela sociale, per l’uguaglianza davanti alla legge, per le giuste opportunità di lavoro? Gentile Adel Smith, non diffonda odio e violenza. Anzi, se non Le piacciono le nostre leggi, se non condivide la nostra civiltà e/o educazione, se non approva la nostra democrazia, può sempre tornare da dove è venuto. Ci rispetti e rispetti la nostra cultura, altrimenti vada via.



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