martedì 19 gennaio 2016

Un razionalista millenarista



Era un razionalista sir Isaac Newton. La leggenda, si sa, lo vuole sdraiato sotto un albero quando, colpito da una mela elaborò la teoria della gravità dei corpi. E se Newton è considerato il padre della scienza moderna è proprio perché le sue teorie sono nate dall’osservazione empirica della realtà. Ma è di mano sua una lettera che, sulla base delle sole scritture bibliche, preannuncia la fine del mondo. E, con precisione scientifica, ne fissa la data nell’Annus Domini 2060. La lettera – Yahuda Ms. 7 – datata 1704, appartiene a un ricco collezionista di manoscritti scientifici. Viene così fuori che il fondatore della fisica e dell’astronomia classiche – almeno fino a quando l’avvento della teoria della relatività non ha stravolto le fondamenta scientifiche di queste discipline – coltivava un suo lato oscuro.



Personalità complessa e curiosa, Isaac Newton era mosso da una grande passione per la faccia misteriosa della realtà, quella che la scienza ha sempre bollato di ‘superstizione’: l’alchimia come il millenarismo, la possibilità di trasformare i metalli più vili in oro lucente e il calcolo matematico per prevedere il giorno dell’Apocalisse. E questa inquietudine scientifica si è accompagnata a un amore per lo studio dei testi sacri che ha fatto dello scienziato anche un discusso teologo (considerato eretico negli ambienti ufficiali). Così, studiando i versi del libro di Daniele, proprio l’autore dei Principia mathematica ha calcolato che il mondo sarebbe scomparso esattamente 1260 anni dopo la fondazione del Sacro Romano Impero d’Occidente.


Il calcolo si basa sulla durata presunta della corruzione della Chiesa, calcolata a partire dall’inizio del potere temporale del papa – che nell’800 d.C. incorona Carlomagno Imperatore del Sacro Romano Impero – e per un periodo indicato dal profeta Daniele, dove si legge: «per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, e quando la forza del popolo santo sarà interamente infranta, allora tutte queste cose si compiranno». Da tali parole Newton estrasse la cifra 1260, equivalente a un anno (1), due anni (2) e la metà di un anno (6 mesi). Una fascinazione, quella per la fine del mondo e per le teorie escatologiche, che l’ha accompagnato durante tutta la sua vita di scienziato: pare che in 50 anni di attività il professore di Cambridge abbia scritto più di 4500 pagine sul tema delle profezie.


Una questione etica lo muoveva: l’idea che anticipare il futuro ci avrebbe consentito di evitare errori, guerre e disastri. Che la profezia avrebbe salvato il bene, insomma, almeno fino all’ultimo giorno. E così si accumulavano i fogli fitti di calcoli e congetture sulla data più probabile del giorno del Giudizio. Senza che mai, però, arrivasse a fissare un anno preciso. Ragioni di prudenza, di responsabilità o forse semplicemente di coerenza scientifica. Fatto sta che a un certo punto, proprio pochi anni prima di morire, si convinse che la data poteva essere ricostruita con esattezza a partire dalle parole del profeta Daniele. Informazioni di diretta provenienza divina – almeno secondo Newton – messe nero su bianco.


5 commenti:

  1. Cit. "l’idea che anticipare il futuro ci avrebbe consentito di evitare errori, guerre e disastri"

    Secondo le teorie della legge di attrazione quando si vuole evitare un evento accade che invece quell'evento si verifichi.

    Per questo consigliano di tenere focalizzata l'attenzione sulle cose che vogliamo anzichè su quelle che non vogliamo.

    Per fortuna oggi più fonti hanno cercato di farci avere questa utile conoscenza, naturalmente ostacolata come al solito da quelle forze che per dimostrare il contrario si sono attivate in tutti i modi.

    Charly

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    1. Ho fatto alcuni esperimenti (tentativi) con la legge di Attrazione. Non hanno mai funzionato!


      Forse sono io che non so come si fa. Ma già così ragionando, mi precludo ogni successo.

      BAH!

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  2. Quello che volevo comunque sottolineare é che non bisogna concentrarsi sulle cose negative, perché quelle siamo bravi ad attirarle anche inconsciamente.

    Invece quelle positive é più difficile ottenerle perché in fondo in fondo non ci crediamo veramente, oppure vi diamo troppa importanza e sembra che così facendo attiviamo delle forze che ci ostacolano.

    Non ho ancora capito perché funziona così, ma ci sarà un motivo o una spiegazione che a noi sfugge o che non abbiamo capito, oppure ha a che fare con un disegno Divino.

    Alcuni dicono che non sappiamo chiedere nel modo giusto.

    Charly

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    1. Mi viene in mente che quando l'apprendista strega non otteneva ciò che aveva richiesto, la strega diplomata la rimproverava di non aver eseguito i rituali nel modo corretto.


      Ma forse non c'entra niente.

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  3. I rituali sono una cosa diversa e a me sinceramente mi fanno schifo.

    Charly

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