Fonte:
Universo mamma
Le
ricerche sull’autismo
aggiungono un altro tassello al loro puzzle, grazie all’impegno di
una biochimica americano della BayArea che pensa di aver trovato una
“sorta
di responsabile”, per questo problema, nel glutammato.
Il
glutammato
è:
- un composto chimico solitamente associato al cibo cinese
- si trova nel 5% degli alimenti, ma è menzionato sulle etichette solo nell’1% dei casi
Per
fare qualche esempio questa sostanza si trova:
- nelle proteine della soia, del siero di latte, amido di mais e molto altro.
- dà anche sapore e aroma alle pietanze.
Secondo
quanto sostenuto da Katherine
Reid,
con
una figlia di sette anni, che verso i due ha cominciato a mostrare i
primi segnali di autismo:
- molti problemi neurologici, come anche l’autismo, sono dovuti a un disequilibrio nell’assunzione di glutammato.
“Tutto
risiede nell’equilibrio“,
ha spiegato la Reid “perché
nel nostro corpo abbiamo ricettori per il glutammato, ma tutto
dipende dalla dose ingerita”.
Il
San
Francisco Chronicle
ha provato ad attaccare la Reid sostenendo che non ci sono fondamenti
scientifici per suffragare tale ipotesi. Katherine
Reid però si è data da fare. Quando alla sua bimba, Brooke, è
stato diagnosticato un moderato livello di autismo,
la donna ha cominciato a cercare opzioni per una dieta alternativa.
La
Reid
dunque ha:
- eliminato latticini e glutine, inizialmente
- il glutammato poi.
Secondo
la biochimica il
glutammato che è molto importante per l’apprendimento,
ma se assunto in eccesso può
interferire con le funzioni neurali.
Da
quel momento la
situazione della piccola Brooke è molto migliorata:
- nel linguaggio, nella comunicazione in generale, nella socializzaione
- il comportamento ossessivo è scomparso.
Katherine
Reid
ha anche un’associazione no profit Unblind
My Mind
tramite
la quale è stato effettuato un test
su 75 bambini
e il risultato è stato che su 75, ben 74
bimbi, grazie al nuovo tipo di dieta, hanno mostrato segni di
miglioramento.
Al
di là del suo caso personale, la biochimica ritiene che dovremmo
pensare all’organismo umano come un ecosistema con milioni di
organismi che concorrono al mantenimento della sua salute, ma che
allo stesso tempo possono trasformarsi in agenti patogeni.
Naturalmente
questa nuova teoria dovrà essere tenuta in serie considerazione da
medici e scienziati che studiano l’autismo.
E
voi ne eravate al corrente?
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