Fonte:
L'anarco antropologo
Il 14 giugno, nella
comunità idigena di Tey’i Jusu, situata nel Brasile meridionale,
un gruppo di sicari, probabilmente assoldato dagli allevatori ed
agricoltori della zona supportati dal governo centrale brasiliano, ha
ucciso un uomo e ne ha feriti cinque, tutti appartenenti alla
popolazione Guarani Kaiowà. Questo attacco alla comunità guarani
rientra perfettamente nella tendenza dei tentativi di sfrattare le
popolazioni indigene dai loro territori attraverso l’uso diffuso
della violenza xenofoba e genocida. Il leader guarani Tobico Benites
ha dichiarato più volte che in Brasile è in atto un vero e proprio
genocidio nei confronti degli indigeni, condito da costanti atti
intimidatori e minacce.
Gli indigeni Guarani
Kaiowa vengono continuamente sfrattati dalle loro terre ancestrali,
ma nonostante questo stanno resistendo attraverso veri e propri atti
di disobbedienza civile tesi a rioccupare le terre ed opporsi alla
sottrazione di risorse da parte degli agricoltori e degli allevatori,
che attraverso intimidazioni, minacce e reali violenze di matrice
razzista stanno cercando di zittire le richieste e le rivendicazioni
territoriali degli indigeni. Nei giorni precedenti
i guarani kaiowá avevano rioccupato la Fazenda Yvu, che fa parte
delle loro terre ancestrali, ma sono stati circondati da uomini
armati arrivati su circa 200 autocarri, motociclette, cavalli e
trattori, che poi hanno cominciato a sparare in una vera e propria
caccia all’indio.
In una dichiarazione
del Conselho Indigenista Missionário l’attacco del 14 giugno viene
definito come “azione paramilitare” e inoltre viene evidenziato
un dato allarmante: negli ultimi 6 mesi nel Mato Grosso do Sul si
sono registrati almeno 25 attacchi simili contro i guarani kaiowa.
Sempre il Conselho Indigenista Missionario denuncia questi attacchi
sostenendo che “Il massacro dei leader indigeni è un modo
criminale e codardo per intimidire le autorità pubbliche e sfrattare
i guaraní kaiowá da una terra che appartiene a loro”. Quello che è avvenuto
il 14 giugno è solo l’ultimo di una lunga serie di assassini che
stanno colpendo le comunità indigene brasiliane, avviate verso un
progressivo genocidio da parte delle autorità statali e dai
fazendeiros. Nonostante ciò gli indigeni Guarani Kaiowa non cessano
la loro lotta per riappropriarsi delle loro terre ancestrali,
occupandole e opponendosi alle intimidazioni e al razzismo che
subiscono continuamente.
Nessun commento:
Posta un commento