Fonte: Basta delfinari
Indramayu, Indonesia. Le foto risalgono al 21 giugno scorso. Qui, viene uccisa buona parte
degli squali destinati ai mercati di Singapore, Hong Kong, Taiwan e
Cina per il pregiato mercato della zuppa di pinne di pescecane,
prodotto simbolo di benessere e prosperità economica. Durante il
"finning" gli squali di grandi dimensioni sono issati sulle
barche, viene loro amputata la pinna dorsale e, ancora vivi, sono
rigettati in acqua, dove sono destinati a morire dopo molte ore di
agonia. L'associazione Save Shark Indonesia si sta battendo contro
l'uccisione degli squali; gli animali appartenenti alle 14 razze
uccise per le pinne sono calate in percentuali che variano dal 40 al
99%. Una ciotola di zuppa di pinne di squalo costa in media circa 82
Euro.
La sofferenza dei
pesci (di qualunque specie siano) è straziante e profonda, non
diversa da quella degli animali di terra e di aria. L'essere così
diversi morfologicamente da noi, non emettere "suoni", e
vivere in un elemento che non è il nostro ha reso la loro sofferenza
seconda a quella di altri individui, spesso senza tenere conto della
loro lunga e terrificante agonia, che comincia nel momento in cui
vengono pescati e termina sui banchi delle pescherie, dimenandosi
fuori dall'acqua fino a che non muoiono asfissiati.
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