Fonte: La schiavitù del lavoro
FROSINONE - Il palazzo della Prefettura, simbolo delle Istituzioni, illuminato da un fuoco di rabbia, alimentato dalla disperazione quotidiana dei cittadini. Una frustrazione racchiusa in miniscritte di inchiostro su bollette che vanno da diverse centinaia di euro fino alla cifra record di 14mila euro per un conguaglio riferito al periodo 2012-2016. Così si è presentata ieri sera piazza della Libertà, dove circa 300 cittadini hanno chiesto a gran voce di essere “liberati” dall’attuale gestione del servizio idrico e dalla prospettiva di replicare il modello Acea su altri servizi pubblici locali sulla scorta della riforma Madia del Governo Renzi.
L'ossessione delle bollette dell'acqua: «Sono
disoccupato: mi è arrivata una fattura da 14mila euro!» Ieri a
sfilare nel centro storico di Frosinone era gente comune, alle prese
con l’incubo delle bollette dell’acqua, un’ossessione per
molti. «Mi è arrivata una bolletta da 800 euro, è quasi il doppio
della mia pensione. Non posso pagarla e non me ne vergogno: a
vergognarsi devono essere chi gestisce e i politici» urla un anziano
che ripete: «È diventato un incubo, un incubo». «Ha ragione, neanche
io pago», grida un altro manifestante che, attaccato al collo, vanta
un foglio che recita la scritta “Fuori l’acqua dal
mercato”.
«Ed è per questo che sono qui in piazza a protestare contro questo scandalo e contro chi specula su un bene primario che non è di loro proprietà, perché, dobbiamo ricordare e gridare forte, che l’acqua è un bene pubblico» aggiunge.
«Ed è per questo che sono qui in piazza a protestare contro questo scandalo e contro chi specula su un bene primario che non è di loro proprietà, perché, dobbiamo ricordare e gridare forte, che l’acqua è un bene pubblico» aggiunge.
Il corteo dei
cittadini promosso dal Comitato provinciale Acqua Pubblica Frosinone
è partito alle 19 dal Palazzo della Provincia: in tanti agitavano
fiaccole per il rogo finale delle bollette, alcuni le hanno
ingrandite per “indossarle” come manifesti della
disperazione.
Il caso più eclatante e sconvolgente è la storia di un uomo che ha ricevuto un conguaglio, per il periodo dal maggio 2012 al marzo 2016, di ben 14.739 euro.«Sono disoccupato e, quando ho letto l’importo della bolletta, ho quasi rischiato l’infarto - racconta ai nostri taccuini - ho a carico due persone disabili al 100% e non so cosa fare. Mi sono rivolto al comitato dell’acqua pubblica, affinché qualcuno mi aiuti. Sono disperato» afferma mentre mostra la gigantografia della fattura Acea.
Il caso più eclatante e sconvolgente è la storia di un uomo che ha ricevuto un conguaglio, per il periodo dal maggio 2012 al marzo 2016, di ben 14.739 euro.«Sono disoccupato e, quando ho letto l’importo della bolletta, ho quasi rischiato l’infarto - racconta ai nostri taccuini - ho a carico due persone disabili al 100% e non so cosa fare. Mi sono rivolto al comitato dell’acqua pubblica, affinché qualcuno mi aiuti. Sono disperato» afferma mentre mostra la gigantografia della fattura Acea.
«Come farò a pagare?
Io non pago, non posso fare altrimenti». «Nelle ultime due
settimane ci sono arrivati casi disperati. Ben tre conguagli da
undicimila euro; uno da ottomila e uno da quattordicimila euro» ci
racconta Severo Lutrario, del Comitato provinciale Acqua
Pubblica.
Sui volantini del Comitato illustrate le motivazioni per cui si è sfilato ieri a Frosinone, al di là delle bollette da capogiro. «Con il decreto Madia cesseremo di essere cittadini e portatori di diritti per essere ridotti a servi nelle mani dei signori cui pagare la decima per poter accedere all'acqua e a qualunque servizio.
Sui volantini del Comitato illustrate le motivazioni per cui si è sfilato ieri a Frosinone, al di là delle bollette da capogiro. «Con il decreto Madia cesseremo di essere cittadini e portatori di diritti per essere ridotti a servi nelle mani dei signori cui pagare la decima per poter accedere all'acqua e a qualunque servizio.
La rabbia più forte dei divieti Man mano che ci si avvicinava alla Prefettura diversi esponenti di comitati e associazioni, così come cittadini comuni, hanno espresso la propria indignazione per i divieti della Questura sulle amplificazioni durante la manifestazione e rispetto all’accensione dei fuochi.
«Credo fortemente che una cosa sia la legalità ed un’altra sia la giustizia. Rispettare oggi il divieto di accensione del falò, imposto dal Questore, rientra in una questione di legalità. Ma sono sicuro che, il nostro gesto dimostrativo di dar fuoco alle bollette, rientra nella fattispecie della Giustizia, e rivendicare la giustizia è un nostro diritto.
Per questo, alla fine della fiaccolata, noi accenderemo il falò, nonostante il divieto, ha detto Lutrario. «Le limitazioni del pensiero - ha detto Francesco Notarcola dell’Osservatorio Impastato - sono un segnale di paura del potere nei confronti dei cittadini». «È stato vietato l’utilizzo di impianti sonori per la diffusione dell’audio.
Dov’è finita la
democrazia? Dopo quel divieto, credo sia andata perduta - dice
Luciano Bracaglia di Frosinone Bella e Brutta, che lancia anche un
messaggio ai frusinati che sono rimasti a casa ieri - Ci sono persone
che protestano contro Acea ma che, inconcepibilmente, non vengono mai
a manifestare e ad urlare forte la loro rabbia».
Nonostante la presenza delle Forze dell’Ordine i cittadini hanno voluto esplicare a ogni costo dunque la loro libertà di protesta, con slogan ai megafoni e con il rogo finale delle bollette, che non è stato alla fine impedito da Polizia e Carabinieri.
Nonostante la presenza delle Forze dell’Ordine i cittadini hanno voluto esplicare a ogni costo dunque la loro libertà di protesta, con slogan ai megafoni e con il rogo finale delle bollette, che non è stato alla fine impedito da Polizia e Carabinieri.
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