domenica 19 febbraio 2017

Il re delle formiche


C’è nella brousse una superstizione che ha per protagonista un serpente. Come tutti i serpenti del Madagascar, non è velenoso, ma il fatto che abbia eletto a suo domicilio i formicai ha spinto i malgasci a immaginare che si faccia portare il cibo, e servire anche in altri modi, dalle formiche, in quanto loro monarca. Oggi Tina stava cucinando sotto l’albero di manghi. Io ero in casa. Improvvisamente sento del trambusto provenire dall’esterno. I bambini e le due donne adulte nostre ospiti strillano che c’è un serpente vicino la “fatapera” e urge l’intervento del “vazaha”, il quale, per non deludere i numerosi spettatori, con fare noncurante si china sulla strisciante creatura, l’afferra dietro la testa e la porta lontano dalla cucina all’aperto. Avutolo in mano, mi accorgo che ha la pupilla verticale, come le nostre vipere, e un atroce dubbio mi assale. Siccome so di essere imbranato, specie quando occorre non esserlo, già m’immagino morso fulmineamente e accompagnato d’urgenza all’ospedale, tenuto conto che è domenica e i medici sono a casa, anche quelli del sedicente pronto soccorso. Per fortuna, il funesto lampo d’immaginazione si conclude in pochi secondi e la serpe riacquista la libertà lontano dagli affamati ospiti e in un angolo del vasto cortile. Poi torno con la macchina fotografica, che ovviamente s’inceppa.



Torno ancora una volta e l’ofido non c’era. Ne deduco che si era interrato, anche perché Tina si dice convinta che, mentre era alle prese con le pentole, l’animale era apparso in superficie da uno dei buchi sotto l’albero di manghi. Che sia un rettile dalle abitudini sotterranee non mi stupisce, che trovi conveniente coabitare con le formiche è altrettanto verosimile. Purtroppo per lui - colpo di scena – quando i commensali all’aperto avevano concluso il desinare, i bambini mi chiamano per dirmi che in mezzo al cortile, sotto il sole spietato, giace il rettile privo di vita. A quel punto, la macchina fotografica riprende a funzionare. Le due donne della brousse che erano ospiti di Tina dicono che a ucciderlo è stato il troppo sole. E anche questo è verosimile. Ma allora, perché è venuto in superficie? Lo ha fatto contando sull’ombra dell’albero e di sicuro non si aspettava di trovare molte persone ad accoglierlo, che per altro non gli hanno fatto del male. A meno che non sia stata fatale per lui la mia presa sul collo, della durata di pochi secondi, giusto il tempo di allontanarmi di qualche passo per metterlo al sicuro dalle eventuali sconsideratezze dei bambini. O degli adulti, che sono ancora peggio. Dunque, il “re delle formiche” può essere davvero così fragile da venire a morire in superficie in pieno giorno? E’ stato disturbato nei suoi appartamenti sotterranei? La mia mano che voleva essergli amica si è per caso dimostrata la solita mano maledetta d’uomo, che ovunque si posi reca danno alla natura? Io sono facile ai sensi di colpa.

3 commenti:

  1. lo hai soffocato, non dovevi stringerlo dietro alla testa

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    1. Non credo, l'ho tenuto delicatamente e se n'è andato come niente fosse, nascondendosi nella rada erba, ma probabilmente è vero ciò che hanno detto le due donne della brousse.

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