sabato 18 febbraio 2017

Le frustrazioni di chi non è nativo di internet


E pensare che ero riuscito perfino ad entrare nella pagina dei pagamenti, con la seconda prenotazione, perché la prima era scaduta, ma poi, quando VISA mi ha chiesto il “mot de passe”, la password, mi sono bloccato. Quando mai ho usato io la password per fare prelievi allo sportello della Posta? Il giorno dopo, in virtù del fatto che il cervello non dorme mai, ho capito che quello che VISA intendeva per “mot de passe” altro non era che il PIN, composto da 5 cifre di cui solo io sono l’unico detentore. Ma ormai era troppo tardi! Rientrato nel sito di Air France, compilato tutto ciò che c’era da compilare, il numero del passaporto, il menù vegano, ecc. non sono più riuscito a trovare il modo di pagare, cioè la pagina riservata ai pagamenti mediante carta VISA. Non c’è stato verso! Alla fine, preso dalla disperazione, mi sono rassegnato ad andare in un’agenzia viaggio di Tulear, accompagnato da Tina, sapendo che avrei speso qualcosa in più, ma i sospiri di sollievo, dopo quasi una settimana che ci provavo, non si sono più contati, dopo che l’impiegata dell’agenzia mi ha rilasciato il biglietto e dopo che il POS ha fatto il suo dovere di prelevare i soldi dal mio conto Poste Pay, legato al circuito VISA. Fra poche settimane si conclude quindi il mio dodicesimo capitolo in questa terra australe, ma qualcosa mi dice che non sarà l’epilogo del libro che sto scrivendo, vivendo, giorno per giorno. Come dicono quegli uomini che hanno perso memoria e virilità, “Mi piacciono ancora le donne, ma non mi ricordo perché”, io, dopo dieci anni da pendolare tra il Friuli e i tropici, posso dire: “Mi piace ancora il Madagascar, ma non mi ricordo perché”.

20 commenti:

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    1. va be dai anche tu sei un "fesso" dei suoi lettori...

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    2. Ci vorrebbe una pandemia mirata per i Troll. L'umanità ringrazierebbe.

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  3. E anche tu, allora, anonimo delle 14.24.
    Se no, come facevi a rispondere?

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    1. certo io sono un suo lettore ma sei tu che hai dato del fesso agli altri...

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  4. Orpo, mi farai un riassunto al tuo ritorno! Ciao! :)

    p.s.: ti ho mandato gli auguri di compleanno l'11 ma mi sembra tu non abbia letto.

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    1. Ho letto sia i tuoi auguri, sia quelli di altre centinaia di persone ed è perciò che non ho ringraziato nessuno.

      Lo faccio ora, con te.

      :-)

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    1. C'è una certa voluttà nel cancellare le stronzate.

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  6. Ma vedi, duria, c'è un sacco di gente che scrive le sue "memorie" su internet, e lo fa perché quello che fanno, pensano, intraprendono, sia reso pubblico e ben visibile agli altri.
    E'in fondo una forma anche di esibizionismo, di ricerca di gratificazione, una cosa tutta umana;
    nel momento in cui ciò avviene, è inevitabile che ci si esponga. Esporsi vuol dire prendersi elogi ma anche no.
    Sai cos'è che a te non va giù (e non solo a te ma alla maggior parte delle persone): che vorreste solo elogi. Impossibile.
    Come un attore o un cantante, a qualcuno può anche non piacere il suo ultimo film, o il suo ultimo brano musicale. E' nella logica delle cose, se ti rendi pubblico, ti becchi sia il negativo che il positivo.
    Altrimenti, evitate di mettervi in mostra, se cercate la "fama" dovete prendervi sia l'onore che l'onere.
    Credo che quello che parte dei lettori ti fa notare, sia che ogni volta che parti te ne vai sputando nel piatto dove hai mangiato (l'Italia), lamentando quanto fa schifo quel piatto, ma poi finisci col tornarci a mangiare.
    Ed è imperdonabile non il farlo una volta, ma sempre, come da copione.
    Non è il fallimento di una impresa, che ti espone alle critiche, ma la ripetitività, una sciocca ostinazione, che ti rende prevedibile: ogni volta che te ne sei andato hai usato sempre lo stesso cliché: una nuova vita, un nuovo mondo, la tua "anarchia", il gusto per l'avventura, ma che poi ti porta sempre, immancabilmente, inesorabilmente, a dover fare dietro front.
    E allora uno si chiede perché ogni volta che te ne vai lo fai con tanto fragore, perché ogni volta che te ne vai, lo fai con tanto rumore, e perché poi, dopo soli tre mesi, già decidi di fare ritorno.
    Come se tu non conoscessi quel posto, quelle persone, l'ambiente. Ad un novellino, ad un neofita che vi si reca per la prima volta, è perdonabilissimo, ma dopo anni e anni, sembra di assistere all'ennesima replica di quei telefilm che trasmettono da decenni: sa di già visto, sappiamo già come finisce.

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    1. Per te non dovrebbe proprio essere un problema sapere come va a finire un certo telefilm: puoi cambiare canale o spegnere del tutto la televisione. Ci sono più cose, o Troll, su questa terra di quante la tua fantasia possa immaginare. E una delle cose che non immagini è che ci possa essere una terza via, la via del pendolare tra due mondi. Ho conosciuto altri italiani che lo fanno da anni e io sono quindi in buona compagnia. Per trapiantarsi in un altro paese, facendo il vero emigrante, si devono tagliare le radici nel luogo natio ed io, evidentemente, le mie radici non le ho tagliate. E forse non intendo neanche farlo. Non è un problema per me, non vedo perché dovrebbe esserlo per te. Chi sei tu, la mia badante? Ti ho nominato mio mentore, per caso? Tu sei solo un rompicoglioni, sia detto senza offesa o acrimonia.

      Accetto le critiche, ma tu accetta che io, metaforicamente parlando, ti scaraventi giù dal decimo piano come lo scrittore fallito, interpretato da Tom Hanks, fa all’inizio del film “L’atlante delle nuvole”, con il critico letterario che aveva stroncato il suo romanzo, incontrato ad un ricevimento. Poi va al bar, sotto lo sguardo impaurito e anche un po’ ammirato degli astanti, a bersi una tequila, non prima di mettersi del sale sul dorso della mano, per leccarla e rendere la bevanda più saporita. Cancellare le tue stronzate è per me come gettarti dal decimo piano. Le tue critiche non meritano attenzione, in quanto improduttive e questo tuo tono apparentemente pacato e ragionevole fa parte della tecnica di trollaggio che ti hanno insegnato. La tua presenza, tuttavia, in un certo qual senso, mi onora perché, come disse Cervantes, quando si sentono i cani abbaiare, significa che siamo vicini al villaggio, cioè, nel mio caso, che sono vicino alla Verità.

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  7. Continui a non rispondere.
    Ma si capisce che non sono il tuo mentore (altrimenti dal decimo piano mi sarei buttato da solo per la tristezza), ma il punto è un altro, non è il fatto che tu vada in Madagascar o al Polo Nord o dove vuoi.....ma uno che millanta e ostenta di versare in stato di indigenza come fai tu, come può poi avere la sfacciataggine di sbattere in faccia alle persone continui viaggi che costano?
    Non sei tu colui che afferma da mesi di essere povero? Un solo viaggio di andata costa come minimo dai 700 euro in su, secondo stagione e affluenza (con Air France come tu hai scritto)...andata e ritorno quanto costa? e farlo due volte l'anno?
    Un povero reale potrebbe permetterselo? No.
    Un vero, autentico povero di quelli italiani che sono costretti a dover andare a vivere delle elemosine fatte dalle onlus potrebbe farlo? No.
    Ecco quello che mi fa indignare: che tu prenda la gente per il culo.
    Se tu non l'avessi sempre menata col fatto della tua povertà, a nessuno interesserebbe che tu vada via dove ti pare, ma se uno strilla ai quattro venti che non ha soldi e poi spende migliaia di euro solo per l'aereo, e caspita, allora starò attento alla prossima raccolta cibo per caritas e varie, a non dare un fico secco.
    Così a rimetterci saranno i veri poveri.

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    1. Ti preoccupi dei veri poveri: che animo nobile che hai!

      Mi ricordi quei cattolici che, dopo 2.000 anni di cristianesimo, sono diventati improvvisamente bravi cristiani, pronti ad accogliere orde di stranieri.

      Mi puzza di ipocrisia lontano un miglio.

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  8. Veritas vincit è diventato il ricettacolo dei Torquemada del terzo millennio. Personaggi dalle menti LUXATE che si ergono a sapienti e che bacchettano con livore e determinazione dove possono. Personaggi che non sono mai usciti dai confini italici per ottenere un rapporto diversificato con gli altri esseri atto ad arricchire il proprio spirito. Invece del solito impietoso ed ipocrita "politicamente (s)corretto" che usate a spanne in ogni contesto, perché non cominciate ad imparare a farvi i cazzi vostri una volta tanto? E' così difficile? Siete dei poveri sognatori, paurosi e pieni d'invidia. Italioti spocchiosi, se vi prenderete un sonoro ceffone sui denti un giorno ve lo sarete strameritato!

    ti:ci:

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  9. Si, duria, i veri poveri, quelli mi commuovono, i fasulli et furbetti come te, no, con quelli ci vuole un rullo compressore, nessuna pietà, solo disprezzo.

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    1. Questa è una delle ultime volte che ti uso la cortesia di risponderti.
      E ti dico che:
      1) non sono tenuto a spiegarti come intendo spendere i miei ultimi risparmi;
      2) ho dato ascolto all’assistente sociale che ha ritenuto valido il mio ISEE e mi ha indirizzato alla Caritas (a me non sarebbe venuto in mente);
      3) aver ricevuto qualche scatola di pelati e di riso, mi ha fatto cambiare idea a proposito degli odiati cattolici, che ora considero persone sincere nel momento in cui svolgono volontariato, ma che continuano ad essere per me odiosi negli alti vertici della gerarchia ecclesiastica. Aver preso coscienza che ci sono molte brave persone tra i cattolici secondo me è già positivo, al di là del fatto che io, per un breve periodo, come molti marocchini, Rom e italiani, abbia beneficiato di aiuti alimentari. La roba è in scadenza e ai supermercati non gli par vero di poterla donare alla Caritas.
      4) qui di fasullo ci sei solo tu, con il tuo finto perbenismo e la tua sicumera moraleggiante. T’invito, pertanto, come dicono in centro Italia, a “farti li cazzi tua!”.

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