martedì 9 maggio 2017

Jean invita a uccidere i ratti


Ho approfittato per fare la foto a questo ragazzo, di nome Jean, perché insieme ad altri suoi colleghi conducenti di pousse pousse, si è avvicinato mentre davo mais al caprone nero handicappato. Avendo scoperto che il mais gli piace più del pane, gliene do tre manciate ogni giorno. La maglietta con il nome Lucifero bene in evidenza e il 666 stampato sulla spalla sinistra, l’avevo notata addosso allo stesso ragazzo una settimana fa, ma non avevo osato fotografarla. Sarà una mia impressione, ma quest’anno il numero di magliette indossate dai malgasci, con teschi di varia forma e dimensione, è aumentato. Ne vedo ogni giorno in giro per la città, anche addosso ai bambini. E’ tutta roba che viene dalla Cina, dove, con il Dragone come simbolo storico nazionale, sono proprio ben messi in fatto di rettiliani o, se vogliamo un collegamento più vicino alla nostra cultura, in fatto di “originario Serpente, che è chiamato Diavolo e Satana”, come dice la Bibbia. Di tutte le magliette a sfondo esoterico che ho visto finora, questa è la più plateale. Jean, a cui ho promesso la stampa cartacea, naturalmente non sa cosa si porta addosso.



Tutti quei teschi come minimo portano male, specie se a portarli sono motociclisti. A me dà l’idea che il Demiurgo Satana voglia marchiare quante più persone possibile, a loro insaputa, di modo che i suoi Arconti, quando metteranno in funzione le falci fienaie, durante la prossima guerra di Armagheddon, possano distinguere subito chi deve essere falciato da chi debba essere lasciato vivere. O viceversa, secondo logica. Ma qui non stiamo parlando di logiche umane, bensì aliene.




Si dice che il diavolo sia nei dettagli e, oltre all’immancabile occhio onniveggente, all’interno di un cerchio magico ci sono diversi triangoli che s’intersecano, compreso quello che simboleggia, stilizzato, la testa caprina di Bafometto. C’è, sotto le tibie incrociate, una mezzaluna e anche qui si potrebbe parlare di quanto i figli di Ismaele siano feroci schiavi del Demiurgo, in buona compagnia dei cinesi. Sulla fronte del teschio io vedo un aereo con due scie chimiche arricciolate, che formano il simbolo dell’infinito, quasi a significare che l’inquinamento di questo pianeta non finirà mai, se non quando lo decideranno loro, quella razza di parassiti cosmici che ci sta tormentando da millenni. All’interno del cerchio/mandala, ci sono otto lettere che potrebbero essere dell’alfabeto greco, ma non avendolo studiato, non le so riconoscere. C’è poi una scritta, una specie di esortazione, in stampatello maiuscolo: “KILL RATS”. State a vedere che poi, alla fine, si scoprirà che i “ratti” siamo noi!





E’ quello che hanno fatto, o ci hanno provato, i nazisti, per i quali gli ebrei erano, esattamente, ratti. Gli antichi ebrei hanno avuto a che fare con ENKI ed ENLIL e, se dobbiamo dar credito al libro della Genesi, anche con l’antico Serpente, ma anche i nazisti hanno fatto la loro parte per far trionfare il Male e Hitler aveva il suo mago di fiducia. Furono i nazionalsocialisti a voler instaurare il Nuovo Ordine Mondiale, chiamato Terzo Reich. Poi, qualcosa andò storto. Ne deduco che Lucifer, o chi per lui, ha sempre avuto stretti legami con la storia umana, soprattutto quando si è trattato di ammazzare milioni di persone. Tutto questo, Jean non lo sa. E forse nemmeno io lo so, con precisione. So solo che questa moda che viene dalle industrie tessili cinesi ha qualcosa di malsano, qualcosa che non mi piace. Nei prossimi giorni, come promesso, farò sviluppare la foto e la darò in dono a Jean che, con quella maglietta addosso, continuerà a sentirsi...figo.  

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