Testo di Paolo Sensini
Bernard-Henri Lévy, il filosofo-menestrello delle bombe
umanitarie, delle primavere arabe e delle rivoluzioni colorate, ogni
tanto viene accolto come si conviene: a torte in faccia. È accaduto
a Belgrado in occasione della presentazione del suo ultimo film,
"Peshmerga", la solita schifezza in linea con tutte le sue
molteplici attività.
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