Fonte: L’eco del sud
C’è una chiave di lettura diversa da quella sin qui ‘sposata’
dall’opinione pubblica, riguardo i roghi che ogni estate, ma mai
come questa, hanno devastato migliaia di ettari di terreno in
Sicilia. Una pubblica opinione suffragata dalla politica, regionale e
dei vari Comuni: “C’è la mano dell’uomo dietro gli incendi. La
mano di pecorai, mafiosi, forestali con ansia da contratto”. Così,
dall’alto delle loro poltrone, loro, i politici, si mondano da ogni
responsabilità. E nel pensiero comune, dunque, ‘dagli all’untore’. Eppure, arriva su un blog, quello dei forestali ‘incriminati’
a furor di popolo, l’altra chiave di lettura, quella che mette a
posto, come in un mosaico che non trova perfezione, il tassello
giusto al posto giusto: c’è tanto business dietro i roghi. Partiamo dai costi dei canadair e degli elicotteri: 15mila euro
l’ora i primi, 5000 l’ora i secondi. “La Regione siciliana spende mediamente una decina di milioni per gli elicotteri
e circa tre milioni per i Canadair – si legge nel blog –
e la Protezione Civile intasca circa 13 milioni di euro l’anno,
puliti-puliti. Chi ha interesse a che questo business vada avanti?”
– chiedono i forestali -. Ed ancora: “cominciano a sorgere gruppi privati di
flotte aeree antincendio – spinte dal numero sempre crescente di
incendi. Altro che “mafie pecoraie” e “forestali piromani”,
che recitano solo da utili comparse in questa tragicommedia coloniale
della “Terra bruciata”.
Senza tralasciare la ‘denuncia’ più importante, vale a dire
che la Sicilia ha ‘regalato’ foreste ennesi dell’AFOR a una
multinazionale tedesca che le trasforma, bruciandole, in biomasse
(corrente elettrica ‘pulita e rinnovabile’). La regione paga il
triplo nella bolletta coloniale più cara d’Europa. Un fiume di
milioni sufficiente a comprarci una intera flotta di canadair
antincendio. Anche l’alibi della mafia ‘pecoraia e vaccara’, che brucia
boschi per farne pascolo, viene sapientemente, intelligentemente,
smontato: “Pascoli per farne che? – si obietta – Visto
che la Sicilia importa dalla Padania e l’UE – in valore – il
95% di carni & derivati. E anche nel ciclo agroindustriale dei
latticini non gode di buona salute.” A tirare di somma, dunque, abbiamo capri espiatori che
rispediscono al mittente le accuse; una politica sciatta e
inadempiente che preferisce pagare milioni di euro invece di
spendere, magari la stessa cifra una sola volta e non annualmente,
per dotarsi di squadre antincendio, dotate di mezzi e strumenti
propri. Una politica non in grado di affrontare le emergenze e che
risolve sempre tutto con la dichiarazione di stato di calamità. Ma i piromani esistono? Ovvio che sì, ma nessuno pensi che siano
geni del male, strategici pianificatori, inarrestabili nella loro
follia criminosa. E soprattutto non ci si voglia far credere che a
fronte di una spesa da 13 milioni di euro l’anno destinata alla
protezione Civile, a fronte di danni ad aziende, agricoltura,
paesaggi, ci si possa lasciare spaventare da un pastore di pecore o
vacche.
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