Testo di Daniela Billiani
Il buonista: Perchè non li aiutiamo a casa loro? Casa loro?
Andiamoci piano con le parole. Perché la loro casa è in vendita e
sta divenendo la nostra. Si scrive "Land Grabbing" ma si legge "Furto di
Terra". Immaginatevi, mentre vi preparate per andare al lavoro: è
una mattina come le altre, avete un sacco di impegni per la giornata,
scendente in strada e, arrivati alla vostra auto, scoprite che
qualcuno l’ha rinchiusa in un recinto di filo spinato e non potete
in alcun modo raggiungerla. Oppure, provate a immaginarvi mentre
accompagnate i vostri figli al parco vicino casa, siete sereni e i
bambini non vedono l’ora di giocare, ma scoprite che nottetempo
qualcuno ha scavato un profondo fossato tutto intorno impedendovi di
fatto l'accesso. Cosa fareste? Adesso provate a immaginare se al posto della vostra
automobile o del parco preferito da vostro figlio, dietro a quel
recinto o a quel fossato ci fosse la terra, la vostra terra. Quella
terra che garantisce ogni giorno sostentamento per la vostra
famiglia. Cosa fareste? È la stessa domanda che si sono posti i circa
novemila abitanti dei 37 villaggi dell’area nella "Riserva
Naturale di Ndiaël" in Senegal quando una mattina, uscendo da
casa, hanno scoperto che qualcuno si era impossessato dei loro orti,
delle loro fonti d’acqua, dei loro prati dove pascolavano il
bestiame, senza alcun preavviso, senza che nessuno avesse mai chiesto
loro il permesso. Si scrive "Land Grabbing" ma si legge "Furto di
Terra", quello che sta accadendo in Senegal e in decine di altri
Paesi nel Sud del mondo. In sostanza parliamo di acquisizione forzata
d’immense porzioni di terreno agricolo dove aziende e governi
complici ci guadagnano, a scapito di chi, quelle terre, le vive da
sempre.
La popolazione ha anche provato a ribellarsi. L’opposizione al
progetto è stata così dura da lasciare morti e feriti a
insanguinare quella terra che volevano difendere. Niente è servito,
le ruspe non si sono fermate, insensibili alle numerose proteste." Per avere un'idea chiara, la lettura continua qui. Immigrazione, ci stiamo comprando l’Africa (migranti
inclusi). Cos'è il land grabbing e dove si pratica. Ma soprattutto quali
sono i danni all'ambiente e alle comunità locali che popolano le
terre del sud del mondo. L’organizzazione non governativa Grain che supporta i piccoli
coltivatori e i movimenti locali che si battono per la difesa dei
terreni ha pubblicato una lista dei paesi africani che tra il 2006 e
il 2012 hanno maggiormente subito il fenomeno del land grabbing. Su
tutti, Liberia, Guinea, Ghana, Congo, Sierra Leone, Nigeria, Senegal
con porzioni di terreno ceduti che vanno da 500mila fino a circa 1,7
milioni di ettari.
Il fascista: Domanda. Vogliamo provare a cercare una soluzione a questo pasticcio? Perché io, mettiamo, sto a casa mia, in pace, sono una
persona tranquilla e voglio vivere senza turbamenti. Senza spaventose
invasioni di derelitti fuori dalla mia casa, stipati nei fossi
intorno alle mia città. Persone che ormai non so più come aiutare,
perché è un esodo di massa, sono troppi. Lo stato, non sa più..... E qui ormai ci si divide tra chi accusa, chi non è d'accordo nell'accogliere e chi sì, ma non è lui che
accoglie. E intanto questa gente, i negri, svuotano casa
loro e riempiono casa mia, ora i fossi, ora occupano un palazzo.
Dipende. Mi dicono: ma questa gente arriva da te perché tu stai
facendo land grabbing, gli stai rubando la terra. Ora, mi fermo e mi chiedo: ma se la mia terra è già troppa per
me e io sto riducendo al massimo i miei consumi, se no, non sto
conducendo nessuna operazione finanziaria, non sto
comprando terra, o rubandola a nessuno. Com'è che mi ritrovo invasa da gente che mi spaventa, così
diversa da me, con modi di vivere che non capisco e non voglio
condividere, stiamo tutti male, loro si lamentano, io sono disgustata
e il conflitto sociale tra me che non li voglio e chi li
vuole e loro, accampati sui fossi fuori della mia città, ci porta
agli sgomberi per ristabilire una legalità, che portano ancora a
scontri?
Mi sfugge qualcosa. I negri abbandonano la loro patria perché qualcuno,
ma non sono io, compra le loro terre e forse dà anche loro dei soldi
(spiccioli) e li convince a venire da me. Io non so come
accoglierli, penso che qualcosa non torna, non li voglio, ed entro in
conflitto con il buonista, che non li può aiutare, li lascia nei fossi,
lascia che siano sfruttati nei peggio modi, ed entrano in conflitto con
me. Qui manca un nome, il nome di chi questa terra la sta realmente
comprando, la paga e la usa per il suo business. Questa persona, questo soggetto, esiste. Lo chiamerò Nestlé. È proprietario di industrie che producono
cibo. Produrre altro cibo non solo non serve, ne va buttato oltre 1/3
del prodotto, e aggrava il problema dell'inquinamento ambientale,
quello sì un furto globale, solo che a alla Nestlé la cosa non interessa,
perché lei deve arricchirsi. Ecco fatto: la Nestlé ruba la terra, spinge i negri a
lasciare i loro paesi indifesi, loro vengono a fare gli schiavi o gli
sbandati da me, creando tensioni sociali che ci porteranno presto
alla guerriglia. Io e il buonista ce la prendiamo l'uno con l'altro, la
situazione peggiora e la Nestlé, indisturbata, prosegue a rubare e a
guadagnare. Così mi è più chiaro. Prima mancava qualcosa.
L'accoglienza è sbagliata. Aiutarli a casa loro significa difenderli dalla Nestlé. Io posso far fallire la Nestlé. Non comprando più la schifezza
chiamata cibo trasformato che lei spaccia. Loro possono cacciarla dalle loro terre, se restano là. Diversamente, la lotta tra me e il buonista, che mi dà del razzista
perché non voglio gente che urina nei parchi della mia città e
denuncio che questa non è e non potrà mai essere accoglienza, non
farà altro che favorire l'unico colpevole reale: la Nestlé. Anch'io sono colpevole, se continuo a consumare arricchendo la Nestlé. Ma lo sono anche se stupidamente favorisco l'esodo, l'abbandono
drammatico delle terre dei negri nelle sue mani, e se non
combatto al loro fianco contro la Nestlé. E non devo andare in Africa per farlo. O non solo. Bastano 34 euro al giorno a sostegno di ogni disperato che torna a
casa sua a riprendersela e lo sciopero dei consumi da parte mia: la Nestlé ha finito di rubare e arricchirsi. Per questo dico: accogliere è ingiusto, impossibile e
irresponsabile. Dobbiamo fermare il furto, così lo favoriamo. E al prossimo stupido, superficiale tontolone che mi dà del razzista dico: apri gli occhi, imbecille. Stai facendo il gioco della Nestlé.
Grazie. A parte che io non avrei mai usato la parola negri, se non , almeno, virgolettandola.Ovviamente così, aumenterà la schiera dei miei nemici. Senza contare che la Nestlé, che io non avevo chiamato filippo, potrebbe anche farmi causa. Tu dici di no, speriamo, di sto tempi tutti fuori di testa....
RispondiEliminaMolti nemici, molto onore.
EliminaIo uso la parola "negri" di proposito. Come anche la parola "andicappati", rispettivamente al posto di "gente di colore" e "disabili".
Non credo che prederò mai letteralmente le armi contro i nostri nemici che stanno nell'ombra, indi per cui le mie armi sono al momento le parole (che sono pietre).
E con le parole faccio intendere inequivocabilmente a chiunque mi legga che sono contro l'ipocrisia cattolica e perbenista di chiamare le cose con nomi sfumati anziché con nomi che andavano bene fino a poco tempo fa, trascurando il fatto che la vera mancanza di rispetto, la vera "inculata" viene proprio da quegli ipocriti che stanno così attenti al politicamente corretto.
Né i negri, né gli andicappati hanno, viceversa, nulla da temere da me. Anzi.
Ecco la Lotta Giusta. Rifiutarsi di "acquistare" o "consumare" o "accettare in regalo" prodotti della Nestlé e non solo. Ci sono buoniste che credono di essere "di sinistra" che vanno al carrefour e comprano merde, no, intendevo merce, di marca. Non hanno abbastanza cervello per capire che un "veleno" pubblicizzato costa per il 90% di pubblicità e confezione, per il 10% di additivi, conservanti, zuccheri e PRODOTTO. Comunque negro deriva da Niger, che non è una parolaccia, ma il nome di una nazione africana. Quindi non è offesa, ma specifica. Se mi dicono bianca non mi offendo. Quelli che si vantano ebrei, se li chiami ebrei si offendono. Dovè finita la Logica? L'ha mangiata $io degli eserciti? Reset
RispondiEliminaReset.....Veg Anna.....Monja.
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