Carpi (Modena). Corsi e incontri
sanitari per profughi gay e trans. Il
progetto include una mappatura dei luoghi di socializzazione per
omosessuali. Elena Oliva, referente della cooperativa: «Erano
perseguitati nei paesi d’origine». Tra i richiedenti asilo
ospitati in città e nei comuni delle Terre d’Argine ve ne sono
alcuni che fuggono dal paese d’origine perché perseguitati in
ragione del proprio orientamento sessuale. Per questo, nella
convenzione siglata tra l’Unione delle Terre d’Argine e la coop
Caleidos relativa ai “servizi di accoglienza, integrazione e
tutela”, dei richiedenti asilo, c’è un capitolo specifico
riguardane la disponibilità ad accogliere migranti Lgbt (lesbiche,
gay, bisessuali e transessuali) e una gamma di servizi per questa
categoria di persone.
«In tre anni, ci è
capitato di avere cinque persone nell’ambito dello Sprar, e un
numero più significativo nel Mare Nostrum (due progetti
d’accoglienza, ndr) di stranieri con orientamento sessuale diverso
– spiega Elena Oliva, referente della coop Caleidos – Sono
persone provenienti da Stati musulmani in cui la persecuzione per le
proprie preferenze è all’ordine del giorno. Lo Stato italiano ha
quindi il dovere di proteggerli. Al proposito, sia tramite l’Arcigay
provinciale, sia tramite operatori con esperienze nel campo di queste
specificità, abbiamo messo in campo una serie di iniziative. Ad
esempio, viene realizzata una mappatura, per indicare a queste
persone i luoghi di socializzazione. Ad esempio, il Frozen di Modena
una volta alla settimana organizza una serata dedicata agli
omosessuali. Abbiamo, inoltre, un appartamento ad hoc dove sono
ospitate solo persone omosessuali: questo perché, in passato, la
convivenza con etero era stata complessa. E gli omosessuali erano
oggetto di persecuzione anche in questo caso».
In aggiunta a questi servizi, la
cooperativa si avvale della collaborazione di esperti che analizzano
le caratteristiche dei paesi d’origine dei richiedenti asilo con
questa specificità. Ultimo, ma non di certo meno
importante, l’aspetto sanitario. «Con Arcigay provinciale abbiamo
creato interventi a carattere sanitario coinvolgendo medici di
malattie infettive – conclude Oliva – Questo sia per svolgere
attività di tipo informativo, sia per fasi di screening con test
rapidi dopo i quali, se il risultato è positivo, la persona viene
sottoposta a ulteriori approfondimenti.
e poi dicono che i giornnalisti puntini puntini;
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