Fonte:
Linkiesta
Agli
occhi di asiatici e americani gli europei appaiono complicati. Perché
tenere in vita tutti questi Stati piccoli e insignificanti? Perché
Belgio e Lussemburgo devono essere divisi? E come si spiega
l’esistenza stessa di un Paese come l’Austria, in cui si parla
tedesco, è affine alla Germania, ma è del tutto autonoma e
indipendente? La
verità è che la situazione dei Paesi europei è già un
compromesso. Se pure gli Stati appaiono molto (troppo) numerosi in
confronto alla superficie del continente, in realtà accorpano al
loro interno parecchie micronazioni che, in modi più o meno
violenti, cercano di affermare la propria identità. Se si volesse
dare un quadro più fedele della realtà nazionale europea, forse
l’approssimazione più vicina sarebbe questa, creata
da un autore di Reddit:
Altro
che Unione Europea. I micro-stati sarebbero più o meno 80. Il solo
Regno Unito ne conterebbe 13, l’attuale Francia perderebbe
l’Occitania a sud, Bretagna e Normandia a Nord, e varie frazioni a
Ovest (Alsazia, Patria libera, Savoia), la Spagna si spaccherebbe
seguendo i confini delle storiche Catalogna, Galizia, Castiglia,
Leòn, Valencia, Murcia, Asturias, Cantabria, Paesi baschi, Rioja,
Andalusia (a dimostrazione che nessuno, in realtà, vuole essere
spagnolo), il Portogallo invece resterebbe Portogallo (tenuto unito
negli anni dall’isolamento linguistico e culturale nella regione).
L’Italia? Il
prevedibile caos pre-Risorgimentale. Addio a Sardegna e Sicilia,
rimarrebbe un enorme Sud, forse a ricalcare il regno dei Borbone, una
bizzarra Padania che comprende il centritalia (ma forse andrebbe
ridivisa, togliendo la Toscana, erede dell’antico Ducato) e il
Piemonte. Si dissocia la Lombardia, che vuole autonomia, idem il
Veneto. Il Sud Tirolo si stacca e anche il Friuli dice addio a Roma,
tenendosi Trieste ma lasciando l’Istria a una sua propria
indipendenza rispetto a Slovenia e Croazia.
Nemmeno la
Germania, solida e tetragona, ne uscirebbe indenne: perderebbe
Franconia, Baviera, Svevia, Lusazia – e con loro gran parte della
propria forza economica. Descrivere il variopinto panorama balcanico,
invece, appare come compito al di sopra delle forze di chiunque,
mentre tutti possono notare che la Grecia resterebbe unita, Creta
compresa, e allo stesso modo la Turchia.
La storia,
insomma, ha creato i confini. Le guerre, gli eventi e i trattati
hanno modellato i Paesi, coprendoli con cultura, moneta e leggi. Ma
le forze dell’identità, delle radici, delle tradizioni,
sopravvivono più a lungo. E potrebbero, negli anni, rimodellare
ancora tutto.
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