mercoledì 25 ottobre 2017

Una voce chiama nel deserto dell'ottusa indifferenza


Fonte: La Stampa

Più che un corteo è stata una lunga passeggiata, al tempo stesso polemica e festosa: una passeggiata molto partecipata, che ha raccolto davanti a Palazzo civico circa 500 persone decise a scandire a suon di megafoni la loro posizione sui vaccini. «Questa manifestazione non è contro i vaccini, e nemmeno contro le famiglie che decidono di far vaccinare i loro figli, ma per la libertà di scelta», è stato l’incipit di una nutrita serie di interventi che dal Comune si sono dipanati lungo tutto il percorso fino a piazza Vittorio, eletta a location dei comizi finali.  Insomma: più che No-vax, Free-Vax. Anche se poi, leggendo certi striscioni, qualche dubbio veniva: «Il nazismo è tornato (?) - campeggiava la scritta su uno dei più lunghi -. Apri gli occhi, informati, e ricorda che l’unico vero bene comune è la libertà». Più misurati altri: «Allontaniamo il buio che ci vogliono imporre, accendiamo la luce della libera scelta», «Libertà di scelta per la mamma e il papà», «La libertà è un diritto, la vaccinazione è una scelta, «Giù le mani dai nostri bambini». 


LE VOCI  

Sono arrivati da Torino, dal Piemonte e, in minore misura, dal resto d’Italia: slogan, striscioni, musica, palloncini colorati e decine di bambini. Bambini in braccio, bambini per mano, bambini liberi di correre lungo il percorso, bambini in bicicletta: bambini ovunque, di tutte le età. Se qualcuno è stato parzialmente vaccinato, non l’abbiamo incontrato. Il massimo della disponibilità è stata quella di Riccardo: «Mio figlio, che ha cinque anni, è stato vaccinato contro il tetano». E poi? «Poi basta. All’epoca chiesi che gli venissero somministrai i vaccini singoli, anche a mie spese, ma non me lo permisero. Se possono fare male i singoli vaccini, come la mettiamo con quelli combinati: ad esempio l’esavalente?». È amareggiato: «Cerco risposte e ricevo solo aut aut. Con la scuola si vedrà». Concetto ribadito da altri genitori. Come un altro Riccardo, il papà di Giulia: «Ha due anni e mezzo. No, non è mai stata vaccinata. Chiederò informazioni all’Asl, prima voglio capire». «L’obbligo vaccinale per la frequenza scolastica? Valuteremo, intanto guadagniamo tempo», gli fa eco Davide.  

Il tempo di prendere nota e si avvicina un signore di una certa età: «Scusi, sa dirmi dove sono gli organizzatori del corteo? Vorrei portare un contributo». Gli chiedi se è un pediatra, ed ecco la risposta: «No, sono un odontoiatra in pensione ma le assicuro che sui vaccini ne so più di molti medici».  
Quando il furgone che apre la manifestazione si mette in moto tutti lo seguono, uniti dal bagaglio delle loro certezze. «Gli attuali vaccini sono sperimentati da poco tempo, mancano studi a lungo termine - si infervora Christian -. E le attività umane sono governate dal profitto».  

I RACCONTI  

Sono i protagonisti di una protesta tanto pacifica quanto coriacea, sostanzialmente ignorata dai torinesi a passeggio ma che promette di dare filo da torcere alle Asl e alle scuole. Ogni tappa del percorso verso piazza Vittorio è scandita da soste: ciascuna coincide con i racconti dolorosi di papà e di mamme che collegano la somministrazione dei vaccini ai danni subìti dai loro figlioli. Un’angoscia vera, che merita rispetto, non suffragata da prove certe e inconfutabili. Se è per questo, replica con veemenza il popolo Free-Vax, mancano prove inconfutabili anche del fatto che gli antidoti non facciano male. Il clou arriva in piazza Vittorio, con i comizi conclusivi e l’annuncio di una raccolta-firme contro il decreto Lorenzin. 

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