Tutti dicono che è scappato e quindi è un vigliacco. Io dico che
dovremmo liberarci degli stereotipi tribali del rivoluzionario
armato, che si erge impavido sulle barricate, mentre tutto attorno
fischiano le pallottole. Che Guevara ha fatto il suo tempo. A
propagandare il suo mito sono i soliti noti, sionisti bolscevichi,
che su ordine del feroce Geova vogliono mantenere l’umanità divisa
su qualsiasi questione, non ultima quella, ridicola, di Halloween sì,
Halloween no. Ora è la volta di una faccenda un po’ più seria: la
libertà di un gran numero di catalani che pensano di essere felici
se ottengono l’indipendenza da Madrid, contrapposta alla libertà
di un altro gran numero di catalani che pensano di essere felici se
restano uniti al governo spagnolo in carica. Secondo me entrambi gli
schieramenti, figli dell’opulenza occidentale, si annoiano e
ritengono che combattere contro il governo centrale o, dall’altra
parte della barricata, contro gli indipendentisti che vogliono
trascinare tutti verso il disastro, sia un modo per sconfiggere la
noia esistenziale. Tutto, anche il sangue per le strade, pur di
sentirsi vivi, protagonisti della storia, come se cambiasse qualcosa
ad avere un governo che parla la lingua locale o ad averne uno che
parla la lingua nazionale. E’ una questione di soldi? E allora
ditelo! Cerchiamo di metterci d’accordo senza litigare.
Puigdemont e i suoi collaboratori hanno fatto bene ad andarsene.
Siamo persone civili, cribbio! Mica possiamo lasciare che
l’autoritario Rajoy, basandosi su leggi autoritarie, possa mettere
in prigione gente innocente per 30 anni! E magari fare un bagno di sangue tra gli indipendentisti. Se Puigdemont fosse rimasto impavido
ad aspettare la polizia e fosse finito in carcere, cosa avrebbe
dimostrato? Che è un eroe, che sta scrivendo la sua leggenda
personale a beneficio dei libri di storia? Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi, diceva Brecht. Se si fosse lasciato imprigionare,
quegli stessi che oggi lo accusano di vigliaccheria lo avrebbero accusato
di essere un coglione, visionario e utopico. Mettiamo il caso che i
più arditi fra gli indipendentisti si organizzassero per assaltare
le carceri e liberare il loro leader, dopo ovviamente aver fatto
fuori un certo numero di secondini, non sarebbe stata già una
sconfitta per Puigdemont che ha sempre proclamato di voler fare le
cose con determinate garanzie, diciamo con metodi nonviolenti?
Io non so fino a che punto i catalani sentono come un’ingiustizia
quella di essere sotto il governo di Madrid e quindi non so se ci
sarebbero stati alcuni di loro così ardimentosi da assaltare il
carcere, ma se una tale eventualità dovesse essere plausibile, visto
che nel secolo scorso gli spagnoli hanno avuto la loro brava guerra
civile, a che prezzo la Catalogna avrebbe ottenuto l’indipendenza?
Il nemico è dietro di noi, alle nostre spalle, diceva Gian Maria Volontè nel film “Uomini contro”, riferendosi ai generali italiani che mandavano
allo sbaraglio, in bocca alle mitragliatrici austriache, la fanteria.
E’ un film del 1970 e pare che nessuno abbia tratto qualche
insegnamento da quella che per me è un scena memorabile. Il nemico è
la Massoneria sionista che spinge per l’attuazione del nuovo ordine
mondiale e che vede come fumo negli occhi qualsiasi rivendicazione
autonomistica localizzata. Il nemico vero quindi è sopra di noi, alle nostre spalle. E poco importa che la Catalogna, nel
mentre vuole staccarsi da Madrid, vorrebbe continuare a far parte
della UE. Ci è sempre stato detto che l’Europa delle nazioni è
migliore dell’Europa dei banchieri, e ora che la nazione catalana
fa le cose sul serio, no, non va più bene.
Che c’è di male a voler governare stando in esilio? Lo hanno
già fatto molti governi che hanno dovuto scappare perché in patria
le cose si erano messe male. Lo ha fatto il Dalai Lama, in seguito
all’occupazione militare del Tibet da parte della Cina. Lo ha fatto
Puigdemont portandosi avanti con il lavoro, visto che Rajoy aveva
minacciato chiaramente di intervenire in Catalogna con il pugno di
ferro. E in quale altra maniera lo avrebbe fatto (è ancora in tempo
a farlo) se non mandando i carri armati a Barcellona, come fece la
Russia nel 1956 a Budapest? Questo è il modo di agire dei governi
autoritari, che ipocritamente si professano democratici, e Puigdemont ha scelto di
non assecondare questo andazzo mortifero. Ha scelto una strada
pacifica, anche a costo di scontentare i “leoni da tastiera”
bramosi di sangue e con la testa piena di stereotipi obsoleti e anche
un tantino romantici. La guerra igiene del mondo? No, grazie!
Preferisco puzzare un po’.
Odio la Spagna della corrida. La Catalogna aveva approvato l'abolizione della corrida e il governo di Madrid si è opposto perché, con la complicità dell'UE,ha ritenuto che la corrida, pur essendo uno spettacolo barbaro di sangue contro un povero toro che prima viene vigliaccamente drogato per ridurne le forze, è stata ritenuta scandalosamente patrimonio culturale della Spagna, ed è passata a Madrid con l'opposizone di Podemos la richiesta all'UNESCO che la corrida sia considerata patrimonio dell'umanità. Siamo alla follia. Pertanto W la Catalogna indipendente anche solo per questo. Il resto non mi interessa o mi interessa poco.
RispondiEliminaCome ci sono ottimisti che vedono il bicchiere mezzo pieno e pessimisti che lo vedono mezzo vuoto, così sui social ci sono persone che della Catalogna vedono l'accoglienza dei finti profughi (i pessimisti) e persone che della Catalogna vedono l'abolizione della corrida (gli ottimisti).
EliminaIo che sono pessimista per natura, ma anche bastian contrario, guardo con favore alle aspirazioni indipendentiste della Catalogna (da friulano non posso non farlo) e plaudo alla civiltà dei catalani che aborrono come me la corrida.
La Catalogna, come i baschi e altre zone nello stato spagnolo (e non solo) sono da tanto che rivendicano un’indipendenza, Franco mise loro un freno a la storia recente anche i sigilli. Il tempo dello stato/ nazione sta segnando il passo, il problema sta nell’alternativa che nasce nell’immaginare qualcusa che sia diverso dagli ultimi secoli. Il problema sta nell’uomo, nel suo squilibrio tra egoismo e dignità. In ogni caso una Catalogna povera non avrebbe alzato la testa. Mandi
RispondiEliminaSe gli stati/nazione stanno segnando il passo, ci si presentano due prospettive: o passare al NWO o ritornare a forme di gestione politica localizzata. Vedi Friuli con riferimento al Patriarcato di Aquileia.
EliminaNel primo caso si avrebbe una dittatura mondiale con a capo i soliti sionisti potenti e prepotenti.
Nel secondo, una gestione più umana perché riferita alla Terra dei Padri.
Globalizzazione sfrenata nel primo caso. Merci e rapporti personali a Km zero nel secondo.
Io non ho dubbi su chi ha la mia preferenza.