Fonte: Oltre la linea
I disordini e i
tafferugli in quel di Bruxelles, causati da
cittadini marocchini gioenti per la qualificazione del
Marocco a Russia 2018, sono la punta dell’iceberg di una realtà
sociale che sta interessando molti Paesi europei, dalla Francia, al
Belgio stesso, all’Olanda finendo con la Svezia. Si è consentito che si
venissero a formare vere e proprie enclaves di migliaia di cittadini
di Stati non occidentali che, nonostante abbiano la cittadinanza del
Paese ospitante, di fatto non sono in grado di sentirne un feeling in
termini di cultura e
stile di vita. Una situazione non nuova, ma che i fautori del
multiculturalismo continuano ad ignorare alla stregua di
problematiche di carattere fisiologico come gli scontri, negli USA,
tra Black Lives Matter e semplici cittadini repubblicani oppure le
cosiddette no-go-zones, quartieri dormitorio preclusi alle autorità
statali e dove vigono leggi diametralmente opposte agli ordini
costituzionali dei Paesi dove sono ubicati.
Si continua a sperare che
l’immigrato si integri
a comando e
che non esistano differenze inconciliabili in termini di mentalità e
cultura, il tutto sfoggiando i soliti slogan accompagnati da qualche
arcobaleno o manifestazione pacifista. Tuttavia, i 23 feriti causati da
300 maghrebini in assetto da guerriglia urbana, stanotte, nella città
belga, ci dovrebbero fare riflettere del contrario e riportare alla
mente i sinistri avvenimenti del quartiere di Molenbeek,
nucleo operativo dello Stato Islamico in Europa dove terroristi come
Salah Abdeslam e Abdelhamid Abaaoud, nonostante la cittadinanza
francese o belga, agirono in base ad una identità culturale ben
radicata nel loro cervello e diametralmente opposta ai valori
“Liberté, Égalité, Fraternité” o dell’Illuminismo. Tale drammatico fenomeno ci
indica come, al netto della totale confusione di situazioni
sostanziali con semplici iter burocratici, l’assimilazione
di tradizioni,
usanze e stili di vita del Paese ospitante non passa attraverso
elargizioni gratuite di pezzi di carta o la propaganda martellante
delle ONG. È davvero il caso di proporre ad oltranza lo Ius Soli
contro il volere del popolo sovrano?
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