Fonte: Genova quotidiana
Incredibile ma vero. Una
donna sulla cinquantina, calze nere, scarpe “da signora” cappotto
nero elegante, a mezzogiorno di oggi ha pensato bene di trarsi su i
vestiti, accucciarsi e fare pipì proprio davanti alla stazione
Brignole, sotto gli occhi increduli dei passanti. Quello che
credevamo un comportamento dettato da momentanea ebbrezza (purtroppo
i casi sono svariati e ripetuti in ogni angolo della città) sembra
essere, invece, un dramma della follia. Diversi nostri lettori ci
hanno riferito che la donna ripeterebbe questo comportamento da mesi
e in ogni angolo della città, lasciando in giro deiezioni liquide e
solide, anche davanti ai negozi, da Quinto a Pra’ passando per il
centro. Alcuni aggiungono che, nonostante sia vestita come una
persona abbiente, elemosini spesso uno o due euro per una brioche o
un pezzo di focaccia. C’è persino chi si azzarda a raccontare
una tragedia familiare che sarebbe all’origine della malattia
mentale della signora, ma questo è affar suo e in nessun modo deve
diventare di dominio pubblico.
Quello che invece resta di
pubblico interesse, a questo punto, è che questa donna da mesi si
abbassi le mutande dove si trova per fare i suoi bisogni. Che ci
siano bambini o adolescenti, che abbia davanti uomini giovani o
anziani. Che crei disagio a chi assiste e, senza capirlo, a se
stessa. Che si esponga ad eventuali reazioni violente di chi potrebbe
non capire che non è ubriaca ma malata. Che possa essere aggredita o
molestata a chi, vedendola mezza nuda, si mettesse in testa di
abusare di lei. Non conoscevamo la circostanza, altrimenti non
ci avremo scherzato. Perché c’è poco da scherzare su una persona
che ha evidenti e gravi disturbi mentali resi palesi dalla
reiterazione del comportamento (attraverso quello e non già
attraverso la foto, in cui da subito è stato oscurato il volto,
molti lettori l’hanno riconosciuta) e per mesi attraversa la città
come un fantasma nonostante le azioni quasi provocatorie, anche se
inconsapevoli e incontra solo persone che si girano dall’altra
parte, che dietro all’ipocrisia del “poverina, è malata, che ci
vuoi fare?” non intervengono. Come mai non si chiedano perché
nessuno le impedisca di esporre se stessa al ludibrio e al pericolo,
i passanti a uno spettacolo poco edificante, i luoghi da lei scelti
come gabinetto a cielo aperto al degrado.
Siccome l’ipocrisia non è nelle
nostre corde, chiederemo informazioni al Comune e ai servizi sociali
per raccontare ai nostri lettori per quale motivo una donna da mesi
usa le strade della città come toilette denudandosi e nessuno è
ancora intervenuto in maniera efficace per assisterla in modo tale
che tutto questo non si ripeta più. E ne daremo conto ai nostri
lettori.
E, no, la foto non la cancelleremo.
L’abbiamo pubblicata da subito in modo che la donna fosse
irriconoscibile per tutelarla, ma non faremo agli ipocriti il favore
di nascondere i fatti come hanno fatto fino ad oggi tutti quelli che
sapevano, non sono intervenuti e che ora invocano la censura su un
problema che va invece affrontato. Il problema non è che la vicenda
sia venuta a galla, ma che per tanto tempo sia andata avanti in
silenzio con la connivenza di ciascuno che sapeva.
Lo faremo
identificando anche chi avrebbe dovuto vigilare e non l’ha fatto,
avrebbe dovuto impedire certi comportamenti e non l’ha fatto,
avrebbe dovuto evitare alla signora rischi e problemi e non l’ha
fatto.
a nessuno è venuto in mente che la Signora lo può fare perché non ci sono bagni pubblici, come succede a Roma e se ti scappa spesso ti devi prendere 50 caffè al giorno, magari scapicollandoti su e giù per scale ripidissime e pericolose, specialmente per le Persone Anziane? A Roma l'alemagnara ha chiuso anche le fontanelle, dette Nasoni, così i cani si devono portare l'acqua da casa ed anche le Persone non possono bere se hanno sete. Bel risultato. Alè Magnò !
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